< L'edera (dramma) < Atto III
Questo testo è stato riletto e controllato.
Atto III - Scena VI Atto III - Scena VIII

SCENA SETTIMA.

Prete Virdis; Don Simone; Donna Rachele; Paulu, con Rosa, dalla comune, poco dopo.


Don Simone

entrando per il primo, trionfante.

Lo dicevo io, don Virdis!... Lasciamo passare trenta giorni prima di contare un mese!

Prete Virdis

commosso.

Che intendete dire?

Donna Rachele

che seguì don Simone.

Il Signore non poteva essere ingiusto con noi!

Don Simone.

Il telegramma, arrivato a Nuoro, dice: «Non farsi luogo a procedere per inesistenza di reato»!

Donna Rachele.

La perizia medica ha dichiarato che zio Zua è morto soffocato da un accesso d’asma... Signore Iddio, vi ringrazio!

si segna, piangendo.

Prete Virdis

sbuffando, e facendosi vento col fazzoletto.

A momenti, muojo anch’io soffocato dalla gioia!

con una punta d’ironia.

Ah, bisogna proprio aver fiducia nella scienza!..

serio.

Ma, sopra tutto, nella misericordia di Dio..:

correggendosi.

voglio dire... nella sua giustizia... Cioè...

confondendosi.

Ma Paulu?... Non ne sa nulla?... Dov’è?

Don Simone.

S’è fermato a discorrere col brigadiere, che ci ha portato la notizia... Eccolo con Rosa.

Rosa

entra, chiacchierando con Paulu, che la tiene per mano.

Perchè c’erano i carabinieri intorno alla nostra casa?

Paulu

più tranquillo; ma sempre serio, imbarazzato.

Perchè...

Don Simone.

Perchè cercavano da queste parti ladri e assassini che non esistevano!

Prete Virdis.

Bisogna dar la notizia ad Annesa, che è di là.

indicando. — Don Simone e Donna Rachele si mostrano contrariati.

Rosa

a Paulu.

È tornata anche lei con te?

Donna Rachele

Che cosa dici, chiacchierina?... Tuo padre era in viaggio.... solo.

Rosa.

In casa di zia Anna dicevano che erano partiti insieme.

Prete Virdis.

Hai inteso male... Così succede ai piccini che stanno ad ascoltare quello che dicono i grandi... Va in cerca di Annesa... la troverai in cucina.

prende Rosa per mano. — Don Simone vorrebbe opporsi; ma egli, con un’occhiata significativa, accompagna la bambina alla porta di cucina.

Rosa

uscendo.

Annesa!... Dove sei?

Don Simone picchia il bastone per terra, nervoso.

Prete Virdis.

L’ho allontanata, perchè dobbiamo parlare.

Don Simone.

C’è poco da dire... Annunziatele che anch’essa è prosciolta dall’accusa.... e che perciò non ha più motivo di rimanere.

Prete Virdis.

Il vostro ragionamento zoppica, don Simone.... Se anch’essa è riconosciuta innocente, avrebbe anzi motivo di non andarsene.

Don Simone.

Se la giustizia, al solito, fu tanto... cieca... da assolverla... meglio per lei!... Ma nessuno mi leva dal capo...

Donna Rachele.

Via babbo!... Se involontariamente lasciò morire zio Zua...

Prete Virdis.

Ah!... dunque, lei, donna Rachele, crede che potrebbe rimanere?

Donna Rachele

con insolita fierezza.

Oh!, questo, mai!... Ma...

guardando Paulu.

per un altro motivo.

Prete Virdis.

Stia tranquilla, perchè Annesa riconosce che qui non è più il suo posto, e vuole andarsene.

Donna Rachele e Don Simone respirano. — Paulu ascolta, sempre cupo, nervoso.

Donna Rachele

dopo una pausa.

E dove andrà?

Don Simone.

A farsi monaca... in un convento di frati!

Prete Virdis

sbuffando.

A lavorare, andrà!... a fare la serva!... E le troverò io un posto.

Paulu

con impeto.

No! Deve rimanere.

Don Simone.

Rimanere?... Dopo che per lei abbiamo rasentato tutti l’ergastolo?... Tutti!... Anche questa santa donna di tua madre!

Paulu.

Sì, è vero... anche voi, mamma, siete stata calunniata.... ma non per colpa sua.

Don Simone

fissandolo negli occhi.

Dimmi, in coscienza, che non la credi colpevole?

Paulu.

Se ha commesso il delitto... lo ha commesso..

Don Simone.

Per te, non è vero?

Paulu.

Per me, come per voi....

Don Simone

fa per dare un colpo di bastone a Paulu; ma subito si pente: — controscena degli altri: — con voce commossa.

Sappi che tua madre e io siamo disposti a chieder l’elemosina, piuttosto che tollerare un dubbio sulla nostra onestà.

Prete Virdis è sempre comicamente smanioso nell’udire questa discussione.

Paulu

calmo.

Deve restare qui!

Donna Rachele.

Ma, Paulu!... Com’è possibile che noi si possa più vivere con quella sciagurata?... Tu parli così, perchè le vuoi bene... ma noi...

Paulu

con disperazione.

Io non so se le voglio bene... io non so se la odio!...

scoppia in pianto. — Don Simone e Donna Rachele impietositi, si avvicinano a lui: — egli si rimette, vergognoso. — Prete Virdis si mostra costernato.

Donna Rachele

con dolcezza

Possiamo forse dubitare.... che sia stata la tua amante?

Paulu.

Di questo, la colpa è mia. E... per acquietare le nostre coscienze... se lo credete necessario... la sposerò.

con amarezza.

Così sarete contenti.

Don Simone.

Ma, Paulu, tu diventi matto!... Si può sentir di peggio!... Ma sei un uomo, o un bambino?

Paulu.

Sì, lo so, sono un bambino... un debole.... un pazzo!... Questa è l’origine di tutti i nostri guaj!... Ma voi tutti, che cosa avete fatto per rendermi un uomo forte e saggio?... Mi avete chiuso in un seminario, come un uccello in gabbia... Io non ero uccello di gabbia... e mi sono spezzato le ali là dentro... Quando me ne hanno cacciato... non potevo più volare!... Era tempo ancora d’insegnarmi, almeno, a lavorare... Ma che!... Un nobile non deve lavorare... deve vivere, come il vampiro... succhiando il sangue degli altri!

Don Simone.

Non dirai, però, che ti abbiamo insegnato a far il male!

Paulu.

No... neppur questo mi avete insegnato... perchè neppur di questo siete capaci!

gridando. —

Don Simone è al colmo dell’ira: — donna Rachele cerca di calmarlo: — Prete Virdis alza le braccia al cielo. — In questo entra Rosa dalla cucina.

Rosa.

Babbo, perchè gridi così al Nonno?

Paulu

furioso.

E tu perchè stai ad ascoltare?... Perchè vieni, quando non ti si chiama?... Vattene... e taci... e guaj a te se non obbedisci!

Don Simone

contenendosi, e prendendo Rosa per mano. Rosa piagnucola.

Paulu!... Non pigliartela anche con tua figlia!... Vieni con me, Rosa... Andiamo a respirare una boccata d’aria.

con intenzione.

Qui... si soffoca!

esce dalla comune, con la bambina. —

Paulu si getta a sedere, strìngendosi il capo fra le mani. — Donna Rachele lo fissa commossa, e si raccomanda a Prete Virdis, il quale sospira: — poi, si avanza nel mezzo.

Prete Virdis.

Senta, donna Rachele... senti Paulu... A che serve discutere se Annesa deve, o no, rimanere... dal momento che essa stessa vuol andarsene?... Del resto, tu, Paulu, non sei più certo di volerle bene, perchè dubiti che sia colpevole.... È bensì vero che, considerandola colpevole soltanto per amor tuo... ti senti in dovere di non abbandonarla... e sei persino disposto a sposarla... In tali condizioni, il vostro sarebbe il matrimonio del Diavolo... ma... se il Signore lo ha decretato...

Paulu

ironico.

In questo caso...

Donna Rachele e Prete Virdis rimangono male: — poi questi ripiglia indispettito.

Prete Virdis.

Sì, miscredente!... In questo caso, la sposerai... e sarà anche la tua più gran penitenza!

si calma: — a donna Rachele.

In somma, è necessario che Annesa e Paulu si rivedano... forse, l’ultima volta... per intendersi definitivamente.... Ora, l’avverto... la mando qui... ed esco dal cortile.

avviandosi.

Donna Rachele.

Sta bene... Paulu faccia pure quello che la coscienza gli detta.

Prete Virdis

approva e saluta, al solito, con la mano: — poi, esce dalla cucina.

Paulu

alzandosi, risoluto.

Mamma, ditemi almeno, che capite la necessità di tenerla con noi?

Donna Rachele

sospirando profondamente.

Sia fatta la volontà di Dio!

Paulu

si volta di scatto verso la cucina, e trasalisce.

Eccola!

Donna Rachele

si allontana rapidamente verso la scaletta: — lo guarda con pietà, ed esce.


Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.