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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833
L'ENTRATE CRESSCIUTE.1
C’è a Rroma un omo, ch’io, si nnu’ lo sai,
Nun te potrebbe confidà cchi ssia:
Sortanto te dirò cch’e ddotto assai,
E vviè ggiù dda la costa der Messia.
Cuest’omo granne, trovannose in guai
Pe’vvia de cuella porca guittaria,2
Ha inventato un rimedio, che ttu mmai
Nun l’hai sentito in cusscenzina mia.3
Lui scià4 un palazzo, che dda scirca a vventi
Secoli frabbicò5 ccert’archidetto
Che cce vorze6 alloggià lli disscennenti.
Lui duncue, a sto palazzo che tt’ho ddetto,
Je fa adesso levà lli fonnamenti,
Pe’ffacce7 un antro piano sopr’ar tetto.
Roma, 7 gennaio 1833
- ↑ [V. il sonetto: Er zale ecc., 31 dic. 32; letto il quale, l'allegoria contenuta in questo diventa chiarissima.]
- ↑ Miseria.
- ↑ Modo di assicurare con giuramento.
- ↑ Ci ha: ha.
- ↑ Fabbricò.
- ↑ Volle.
- ↑ Farci, cioè: “farne.„
Note
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