Questo testo è completo, ma ancora da rileggere.
Er zervitore novo Li scrupoli de li mi' stivali
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1845

L'INNAMORATI.

     Ma tte dico de no. — Sor faccia pronta,
Ve sciànno1 visto inzieme a Ggrottapinta.2
Sarò ddunque un busciardo. — E de che ttinta!,
Sor pezzo de carnaccia co’ la ggiónta.3

     Nanna, tu ppijji un grancio. — Io nun zo’ ttonta:
Voi fate er cascamorto co’ Ggiascinta. —
Queste so’ mifferìe4 de quela grinta
Der fratellaccio tuo: ma mmé la sconta. —

     Sentite, bbello mio: “Fior d’oggni pianta:
“Quanno parlate voi nun ve sto attenta,
“Perch’io m’addormo quanno er gallo canta.„ —

     Mo ssentitem’a mmé: “Fiore de menta:
“De pascenza co vvoi sce ne vò ttanta,
“E bbuggiarà, ppe ddio, chi vve contenta.„5

3 gennaio 1845

  1. [Vi ci hanno.]
  2. [Una viuzza di Roma.]
  3. [Con la giunta, che è sempre anche più cattiva della derrata.]
  4. [Fandonie.]
  5. [Questo secondo stornello è realmente popolare, e forse anche il primo.]

Note

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