Questo testo è completo. |
◄ | Canto secondo |
La stampa di questo poemetto è condotta su quella di Faenza del 1856, la quale fu tratta da una copia fedelissima riscontrata sul manoscritto originale. Crediamo fare cosa gradita ai leggitori riportando qui in nota il sonetto dettato per questo poema dal chiaro veronese Francesco Villardi.
ALLA CONTESSA VEDOVA PERTICARI, NATA MONTI, PEL SUO POEMA SULLA ORIGINE DELLA ROSA
SONETTO
Vergini rose, che al nostro giardino
Crescete pregio di beltà e d’ odore,
La degna figlia del maggior Cantore
4Scioglie leggiadro a voi canto divino.
Fer que’ versi onde a Lei Tirsi ed Elpino
Cedon d’ Arcadia il più sublime onore,
Molle si dàn di più soave odore
8Le fresche surette il bacio mattutino.
Rose, dal sangue del vezzoso Adone
Sortiste già la fiamma che vi abbella;
11Or d’ inni a vol Costei tesse corone.
Ben rise al nascer vostro amica stella,
Se vi dipinse un sì gentil garzone,
14E se canta di voi Ninfa sì bella.