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Capitolo IV. Prevenzione della criminalità dei minorenni.
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1. Riformatori. — 2. Misure inglesi e americane. — 3. Opere dei Salesiani in Italia.

Sono da abolire le scuole nelle carceri, le qua l offrono nuovi strumenti di delitto ai ricoverati, nuovi modi di associarsi, favoriscono le recidive. Viceversa cerchiamo di estendere l’istruzione agli individui onesti ai quali può essere di grande vantaggio. Diffondere l’uso delle marce, della ginnastica, degli esercizi del corpo, i quali combattono facilmente l’accidia e la lascivia. Quando nelle scuole elementari si infiltra un criminale nato, isolarlo, perché non corrompa gli altri e dargli solo l’istruzione tecnica di mestiere: di cui possa servirsi per guadagnare. L’isolamento dei criminali nati in scuole e collegi speciali è già stato fatto in Inghilterra nelle trouant’s school, scuole dei refrattari. Nelle scuole, negli istituti che accolgono i giovanetti condannati si deve badare assai più a che imparino un lavoro, a che siano educati che non istruiti. Vi deve essere una disciplina severa, ma una corrispondente serie di premi. Il giovane che vince l’accidia e lavora diligentemente deve avere un compenso, un privilegio, una distinzione, diminuzione di pena, cella migliore, qualche cibo, ecc. Grande è l’importanza dell’educazione nell’impedire lo sviluppo della criminalità, agevolando la trasformazione della psicologia infantile in quella dell’adulto, come ci mostrò la enorme proporzione che gli orfani e gli illegittimi danno alla criminalità dei minorenni. Associazioni infantili. — Si devono sorvegliare, anzi sopprimere, le associazioni infantili, piazzaiuole, delle grandi città, che meno sembrano temibili e che trascinano invece nei loro vortici una buona parte dei giovanetti vagabondi ed oziosi. Per tre quarti dei futuri delinquenti, l’inizio delle loro gesta fu nelle combriccole di piazza. Vi sono ordinanze severissime per l’igiene pubblica, per la polizia stradale, per impedire i contagi, ve ne siano anche che limitino queste associazioni che sono una minaccia latente per la società. A rintracciarli, quando sono fanciulli basta un sorvegliante municipale, più tardi occorre un esercito.
Carcere. — L’applicazione del carcere alle piccole pene dei minorenni è uno dei maggiori delitti che compie la società moderna, perché per colpe non gravi, non criminali, corrompe spesso per sempre quei disgraziati e li bolla d’un marchio d’infamia che durerà tutta la vita.
1. Riformatori. — Si è pensato già da tempo a Riformatori, cioè a case di custodia pei giovani, che ne ricoverano: in Francia 7685; in Italia 3770; nel Belgio 1473; in Olanda 161; in America 2400. Ma l’utilità ditali istituzioni è pressoché tutta apparente, ed i danni, invece, sono sostanziali. Ogni causa che aumenti i contatti reciproci moltiplica sempre anche la delinquenza, tanto più in età tenera, più espansiva, più incline all’imitazione, e specialmente all’inclinazione del male, verso cui naturalmente tende. In America si calcolano sino al 33 per 100 i recidivi dei moltissimi Riformatori. Anche Tocqueville, dopo averli lodati come un ideale della riforma penale, dichiara che su 519 fanciulli, 300 recidivarono: quasi tutti quelli dati al furto ed al vino. Il che indica chiaramente che i Riformatori non sono atti a salvare i minorenni anche onesti, come gli orfani e gli abbandonati privi di ogni sussistenza, posti in contatto con i discoli, dalla corruzione criminosa. E da un’inchiesta personale che ho fatto mi risultano, pur troppo, largamente avverate queste tre previsioni. Io non ammetterei, quindi, i Riformatori se non quando vi si raccolgano pochi individui, divisi per classi, età, costumi, attitudini, moralità, con celle separate, almeno per la notte: vorrei che vi entrassero solo quelli che per la loro povertà non possono essere accolti nei collegi militari o di mariha, e che i genitori abbienti pagassero una forte diana proporzionata alle loro entrate. E vorrei almeno che anche in Europa fosse imitata la istituzione così intelligente e pratica del Riformatorio di Elmira, nello Stato di New- York, iniziata da Blakway, in cui i detenuti sono divisi in categorie di buoni, di dubbi e di pessimi; e possono naturalmente passare dall’ultima alla prima serbando buona condotta, fino ad arrivare alla libertà, la quale però non è concessa che quando il detenuto, in seguito all’istruzione generale e professionale avuta nel Riformatorio, è in grado di esercitare un mestiere. Allora l’individuo liberato deve per sei mesi render conto della sua condotta esterna, e non gode una libertà assoluta che dopo un anno di buon comportamento. La quota degli emendati oscillerebbe tra il 70 e l’83 %.
Un’altra istituzione, molto più facilmente attuabile, è quella che l’abate Spagliardi ha fondato a Milano e ch’egli chiama "Riformatorio esterno per l’infanzia". Sarebbe un asilo obbligatorio, ma solo diurno, per i fanciulli dai 6 ai 12 anni, che non possano più accogliersi negli asili ordinari, e che per propria riluttanza o per impotenza od incapacità dei genitori, restino privi di educazione; vi si farebbero poi entrare per forza i monelli associati abitualmente nelle pubbliche piazze. Si correggerebbe con esso un difetto, che è una delle cause principalissime della criminalità (non meno del 20 per. 100) nei figli di persone civili, l’indebolimento dell’autorità paterna e la mancanza di resistenza alle voglie infantili irragionevoli, senza allontanare del tutto il fanciullo dalla casa in quell’età appunto in cui ha maggior bisogno delle cure e dei contatti della famiglia, che una volta interrotti non si ripristinano più. Scuole industriali, professionali e di riforma. Per i rei orfani e per i minorenni abbandonati con- verrà ad ogni modo ed intanto sostituire al carcere ed al riformatorio altre istituzioni, ed anzitutto la scuola industriale pei minorenni non criminali. L’Inghilterra ha infatti creato per costoro due sorta di stabilimenti ben distinti: le scuole industriali o professionali e le scuole di riforma: le prime ricevono i fanciulli non ancora condannati per alcun reato, ma che si trovano in condizioni di vita pericolose, e sono dunque istituzioni preventive, nelle quali al fanciullo viene appreso con un mestiere un modo onesto di guadagno: nelle scuole di riforma sono accolti e tenuti separati e trattati in modo speciale i minorenni già condannati.

2. Riforme americane (collocamento in campagna). — Nel 1853 i professori, i giudici, i preti e i rabbini di New-York si unirono in una società di soccorso per raccogliere in officine i fanciulli vagabondi; ma siccome ai piccoli discoli ripugnava essere oggetto di carità e spesso fuggivano, si pensò di offrir loro alloggio dietro il pagamento di una piccola somma. Per farli lavorare poi con praticità tutta americana, si annunziava loro che commercianti, industriali, capi-fabbrica, ecc., abbisognavano di un garzone per il loro negozio, a cui darebbero un certo salario mensile. Venti voci s’alzano per offrirsi. Ma è necessario avere una bella calligrafia! ... Allora si stabilisce che ogni sera si insegnerebbe loro a leggere e a scrivere. E così per le altre materie d’insegnamento, in modo da rendere il lavoro non un obbligo isolato e sterile, ma un mezzo per acquistare il guadagno e, sopratutto, la libertà. L’istituzione venne poi perfezionata coi collocamenti dei ragazzi in campagna, in fattorie isolate, ove il lavoro è più sano, meglio utilizzato, e quindi preferito — ed ove sono impossibili le cattive influenze dei centri abitati. Molti di questi sono adottati dai loro padroni, altri riescono ad impiantare nuove fattorie, e delle donne molte diventano buone madri di famiglia. Questa società ha così raccolto nelle scuole industriali e nelle sei case di alloggio (loclging) n 23 anni, 35.000 ragazzi abbandonati e senza asilo. Infatti a New York, dopo quelle istituzioni, in 10 anni:

I vagabondi diminuirono da 2829 a 994 
I ladri         »       da 1948 a 245 
I borsaioli     »       da 465  a 313 

Villaggi per fanciulli. — Una istituzione che tiene il mezzo tra l’asilo obbligatorio di Spagliardi e il ricovero volontario, è quella dello Home for little boys, veri villaggi interi o colonie dedicati ai fanciulli abbandonati ed orfani, dove sono tenuti in gruppi come in altrettante famiglie ad impararvi un mestiere. Nelle Ragged Schools, o « Scuole dei cenciosi », si dà vestiario ed educazione, qualche poco d’alimento, ricovero diurno, e per alcuni perfino notturno, ai ragazzi poveri, abbandonati sulle vie, e gli orfani. Questa istituzione, che non costa nulla al Governo, iniziata nel 1818 con pochi vagabondi razzolanti sulle vie di Londra, nel 1869 contava non meno ‘di 23.498 figliali, con 3.897.000 beneficati, sparsi nei quartieri più poveri, e, quello che è meglio, divisi secondo le varie industrie. I ricoverati vi entrano in parte spontaneamente in parte tradottivi dalla polizia; non pochi vi si sostengono col proprio lavoro, per esempio, di lustrascarpe, che vanno ad esercitare. fuori della scuola. Quando i fanciulli ebbero a delinquere per negligenza dei parenti, questi sono obbligati a contribuire alle spese della loro detenzione, e sono così anch’essi stimolati a sorvegliarli, non più interessati, come accade fra noi, al loro ricovero. Inoltre esse formano un nobile mezzo di collegamento tra le classi alte e basse, perché i più ricchi e nobili Inglesi non disdegnano di darvi le più modeste lezioni ogni domenica.

3. Società di patronato, emigrazione, ecc. — Inoltre c’è in Inghilterra la così detta Boy’s Brigade che inreggimenta in centurie i discoli delle vie; e vi sono le case del dottor Barnardo, meravigliosa istituzione dovuta tutta all’energia ed all’abnegazione di un uomo che raccoglie tutti gli abbandonati o i criminali con mezzi forniti dalla carità privata. Il Barnardo non potendo trovare a tutti lavoro, li manda a colonizzare il Canadà: e mentre egli ha calcolato che l’85% dei fanciulli raccolti discende da parenti alcoolisti, dei 9000 mandati al Canadà, soltanto 11% ha degenerato nel delitto! Inoltre vi è in Inghilterra la potentissima Patronal Society for the prevention of crudelty to children che indaga, sorveglia, minaccia e persino fa processare i genitori che abbandonano, o maltrattano, o non curano abbastanza i figliuoli: naturalmente mentre i genitori sono in carcere la Società s’incarica del mantenimento e dell’educazione dei figli. Moltissimo in Italia per la salvezza dei fanciulli ha fatto Don Bosco, il quale ha nei due mondi circa 200 istituti salesiani. Nei suoi stabilimenti sono ricoverati i giovanetti di ogni classe, compresi gli abbandonati, non i viziosi o i condannati. Malgrado ciò Don Bosco calcolava che un quindicesimo dei suoi ricoverati fosse di indole cattiva. Respingono gli incorreggibili, e così i corrigendi che abbiano superato i 14 anni e gli epilettici. Appena entrati i giovanetti vengono messi in osservazione in camere a parte; e poi destinati secondo l’osservazione a questa o a quella casa, a questa o a quella professione. I giovanetti non sono obbligati a pratiche religiose, solo esse sono raccomandate. Questi collegi hanno scuole professionali per ogni mestiere e scuole elementari e superiori. Vi sono anche scuole festive e serali. Anzi si può dire che fu Don Bosco a istituire in Italia le scuole serali e festive. Egli ha anche scuole diurne, oratori domenicali in cui sono riuniti i ragazzi che vagabondano nella strada, esercitati in canti, ginnastica e giuochi all’aperto. Don Bosco diceva che bisogna sorvegliare sempre i più discoli ma senza che se ne accorgano, incoraggiarli al lavoro con piccoli premi. Dare ai giovani facoltà di correre, di distrarsi con musica, danza, teatro, badando solo che sia ben scelta la materia della ricreazione. Ogni sera il direttore dica qualcosa agli allievi dando qualche consiglio sulle cose da farsi o da evitarsi, ricavando sopratutto dalle cose avvenute in giornata. Ma tale discorso non duri più di cinque minuti. Lo stesso faceva per gli oratori festivi. Egli cominciava la giornata con un po’ di predica, rac contando anche aneddoti di storia sacra e di vita comune, ma sempre discorsi brevi, seguiti da canti e da divertimenti. Questi sistemi inventati e trovati e praticati da anime animate da vero amore per gli altri, sono le sole che riescono alla prova. Oh anime elette di Don Bosco, di Brockway, di Barnardo, ricevete da queste carte ove il delitto s’aggirava finora tetro e disperato nell’aere buio e senza tempo tinto un saluto, come ai soli che vi abbiano saputo portare un raggio di luce additando l’unica via possibile di prevenzione, se non del reo nato, almeno del criminaloide.

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