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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831
L'UPERTURA DER CONCRAVE.1
Senti, senti Castello2 come spara!
Senti Montescitorio come sona!
È sseggno ch’è ffinita sta caggnara,3
E ’r Papa novo ggià sbenedizziona.
Bbe’? cche Ppapa averemo? È ccosa chiara:
O ppiù o mmeno la solita canzona.
Chi vvòi che ssia? Quarch’antra faccia amara.
Compare mio, Dio sce la manni4 bbona.
Comincerà ccór fà aridà li peggni,5
Cór rivotà le carcere de ladri,5
Cór manovrà li soliti congeggni.
Eppoi, doppo tre o cquattro sittimane,
Sur fà6 de tutti l’antri7 Santi-Padri,
Diventerà, Ddio mé perdoni, un cane.
2 febbraio 1831
- ↑ [L’apertura, che è quanto dire la fine, del Conclave, da cui la mattina dél 2 febbraio 1881 uscì eletto Gregorio XVI.]
- ↑ [Detto così assolutamente, s’intende sempre, come qui, Castel Sant'Angelo, ovvero Castel Gandolfo villoggiatura dei Papi.]
- ↑ [Il conclave era durato cinquanta giorni, e con molti intrighi, e anche con qualche scandaluccio, come quello della sera dell’11 gennaio, che nella votazione per l’accessit, essendosi trovati trentun nemini, “Signori,„ gridò con enfasi il sordissimo Cardinale Arcivescovo di Napoli, “abbiamo il Papa, il Papa Nemini., Cfr. il Diario del Dardano, pubblicato dal Silvagni; Firenze, 1879]
- ↑ Ce la mandi.
- ↑ 5,0 5,1 [Per festeggiare la propria esaltazione, soleva ogni novo Papa con- cedere una più o meno larga amnistia, e far restituire dal Monte di Pietà i pegni non superiori a una data somma.]
- ↑ Sul fare.
- ↑ Altri.
Note
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