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CAPITOLO V.
La Stella dell’Araucania.
Mariquita, la figlia della cilena naufragata sulle coste di Valdivia e del capo auraucano Nahuelquin, era una giovane di diciassette anni e d’una bellezza meravigliosa; era alta, snella senza essere magra, colla pelle vellutata e leggermente abbronzata, con occhi neri e grandi sormontati da sopracciglie ben arcuate e perfettamente delineate. Il sangue della madre più che quello del padre si era trasfuso in lei, perchè i lineamenti bellissimi delle donne d’origine spagnuola si erano mantenuti in tutta la loro purezza. Solamente, i suoi capelli invece di essere lisci, erano un po’ cresputi ma egualmente belli, abbondanti, e le scendevano in due grosse treccie, adorne di nastri, fino sotto la cintura. Anche gli occhi avevano ereditato lo splendore strano, selvaggio che si osserva in quelli dei bellicosi e fierissimi araucani.
Vedendo entrare Pardoe, la giovane si era alzata di scatto, mandando una esclamazione di gioia.
Ella aveva sempre nutrito una profonda affezione pel vecchio baleniere che l’aveva vista crescere, che l’aveva condotta tante volte nella sua scialuppa ad ammirare le selvagge bellezze del canale, che tante volte l’aveva fatta danzare sulle sue ginocchia e che l’aveva addormentata cantandole vecchie canzoni marinaresche.
— Tu, Pardoe! — disse, movendogli incontro. — Quanto sono felice di rivederti!.. Credevo che non tornassi più dalle huaneras della Terra della Desolazione. —
Il baleniere strinse caldamente fra le sue ruvide dita la piccola mano di Mariquita, senza rispondere una sillaba.
Il suo viso invece, diventato oscurissimo, tradiva troppo le sue preoccupazioni e la sua tristezza perchè sfuggisse agli sguardi della giovane.
— Pardoe, — disse Mariquita, con ansietà. — Che cos’hai? Mi rechi qualche brutta nuova? Hai veduto mio padre?
— Sì, — rispose finalmente il baleniere, — anzi è lui che mi manda.... ha da parlarvi... non so... forse di cose serie...
— Che cosa può essere accaduto? È uscito mezz’ora fa, a me pareva lieto e non mi ha detto nulla... Papà Pardoe, leggo nei tuoi sguardi una specie di smarrimento...
— Non è nulla, signora....
— Papà Pardoe, tu hai da dirmi qualche cosa e non osi. Non hai più fiducia nella tua piccola Mariquita! È successo qualche grave disgrazia alle huaneras?
— No, a noi no.... agli altri.... Eh! Buon Dio!... Non so più quello che mi dico.
— Riordina le tue idee, papà Pardoe e narra tutto alla tua Mariquita. Tu non devi aver segreti per me.
Che cosa vuole da me mio padre?
Si è forse fatto male scendendo in città? Parla, parla!
— No, tutt’altro, anzi vi aspetta nella taverna del peruviano, come volete che si sia fatto male...... —
La giovane s’avvicinò al pescatore prendendogli le mani e guardandolo fisso, poi gli disse con voce che tremava:
— Che cos’hai? Cos’è accaduto? Tu sei commosso e nei tuoi occhi io vedo una lagrima. —
Il baleniere non aveva osato rispondere, stupito di essersi tradito involontariamente.
— Sono stato uno stupido, — pensava, — tuttavia prima o dopo, da me o da suo padre doveva venire a saperlo. Narrando tutto eviterò un nuovo dolore a quel buon signor Lopez.
— Parla, papà Pardoe! — gridò Mariquita, scuotendolo.
— Io non doveva far altro che condurvi nella taverna del peruviano dove vostro padre ed un mio amico vi aspettano, — rispose il pescatore che s’imbrogliava sempre più.
— Per quale motivo?
— È stato trovato un documento... due morti si sono scoperti sul dorso d’una balena... Mariquita, perdonatemi se vi recherò un gran dolore, ma voi dovete essere forte e non spaventarvi.
— In nome di Dio, parla! Spiegati papà, Pardoe.
— Non è morto.... anzi.... abbiamo delle prove che è ancora vivo..... forse potremo salvarlo.....
— Chi? chi?
— Alonzo.....
— Alonzo! — gridò la giovane, retrocedendo vivamente e lasciandosi cadere di peso sulla poltrona. — Alonzo!.... Ah!.... —
Un singhiozzo era sfuggito dalle labbra di Mariquita, un singhiozzo rauco, soffocato.
— Signora, — disse il baleniere, che non sapeva più che pesci prendere. — Non vi ho detto che sia morto... anzi... uno svernamento sulle coste della Terra del Fuoco non significa nulla.... qui o lassù è tutt’uno.... fa freddo egualmente e l’estate torna sempre. —
Mariquita si era alzata di scatto, cogli occhi umidi, il volto trasfigurato da un dolore intenso, pure pareva calma.
— Narrami tutto.... tutto! — esclamò.
— Voleva raccontarvelo vostro padre.
— Non posso attendere... fa lo stesso... parla, papà Pardoe, te ne scongiuro. —
Il baleniere, messo colle spalle al muro, bene o male, impaperandosi ad ogni momento, le narrò alla meglio quanto avevano appreso dalle carte trovate nelle mani di uno dei due disgraziati marinai della Rosita, nascondendole con somma cura il tremendo pericolo che minacciava Alonzo ed i suoi compagni di sventura, ossia di morire di fame sulle desolate spiaggie della Terra del Fuoco.
Mariquita lo aveva ascoltato in silenzio, soffocando di quando in quando un singhiozzo. Quando il pescatore le ebbe detto che un solo uomo avrebbe potuto andare in cerca dei naufraghi e della Rosita, trasalì vivamente, poi impallidì.
— Piotre! — esclama. — Il rivale di Alonzo!.. Io ho respinto la sua mano e credo che non mi abbia mai perdonato di aver dato il mio cuore a suo cugino.
— Eppure, Mariquita, lui solo possiede una barca capace di affrontare, in simile stagione, i ghiacci dell’Artico, come lui solo è uomo tanto audace da dirigere una simile spedizione. Non potete scegliere.
— Odia Alonzo, lo so, e profondamente.
— Forse dinanzi a voi non resisterebbe, perchè io so che vi ama ancora e appassionatamente. La sorte di Alonzo sta nelle sue mani.
— Mio Dio! — mormorò Mariquita, prendendosi il capo fra le mani.
— Pensate che ogni momento di ritardo può essere fatale al vostro fidanzato e anche pei suoi salvatori. Già l’oceano si copre di ghiacci al sud e le tremende bufere invernali presto spazzeranno queste regioni. —
Mariquita si era bruscamente alzata: una viva fiamma brillava nei suoi occhi nerissimi e sul suo viso si leggeva una suprema volontà.
— Sia, — diss’ella. — Dovesse costarmi la felicità. Alonzo non morrà.
— Che cosa volete fare, Mariquita? — chiese Pardoe, atterrito dal pallore che copriva le gote della giovane.
— Prepara due cavalli e vieni a raggiungermi alla taverna del peruviano.
— Andremo al Porto della Fame?
— Sì, — rispose la giovane con energia, — andrò da Piotre.
— E....
— Taci: vedremo. —
Prese da una sedia una pesante manta adorna di pizzo nero, se la gettò sulle spalle, avviluppandosi strettamente il corpo e uscì a rapidi passi, come se avesse preso una decisione irrevocabile.
Attraversò la cittaduzza senza nemmeno dare uno sguardo alle persone che la salutavano, tanto era preoccupata, e cinque minuti dopo entrava nella taverna del peruviano, dove il signor Lopez, in preda a mortali angoscie, e José l’attendevano.
— So tutto, — diss’ella avanzandosi verso il vecchio esploratore ed abbracciandolo affettuosamente. — Papà Pardoe, costretto da me, mi ha raccontato ogni cosa.
— Mia povera Mariquita! — esclamò il signor Lopez.
— Noi lo salveremo, padre mio.
— E come?
— Andrò da Piotre.
— Sei decisa?
— A tutto, pur di strappare alla morte colui che doveva diventare un giorno mio marito e tuo figlio. —
Nel pronunciare quelle parole la sua voce aveva tremato e due lagrime le avevano velato i begli occhi. Reagì tuttavia prontamente, riprendendo la sua calma ed aggiungendo:
— Se Piotre cederà alle mie preghiere, andrò anch’io assieme a lui.
— Tu, Mariquita!
— Sì, padre mio.
— Esporti ai terribili uragani della Terra del Fuoco!....
— Sfiderò i ghiacci e le tempeste: ho il sangue di due razze, egualmente valorose, nelle mie vene e sono la figlioccia d’un uomo che ha affrontato cento volte la morte nella pampa argentina e nelle terre magellaniche. —
Il vecchio ebbe un lampo d’orgoglio negli occhi:
— Sì, — disse, — tu sei veramente figlia di razze forti e non andrai sola a sfidare i pericoli che minacciano i naviganti delle regioni meridionali.
— Verrai anche tu?
— Sì, Mariquita.
— Sei vecchio, padre e le tue lunghe esplorazioni hanno indebolito la tua forte fibra.
— Sono sempre l’esploratore che ha passato metà della sua esistenza fra le lancie e le bolas degli araucani e dei patagoni, — rispose il signor Lopez.
— Sia, padre mio: vicina a te avrò maggior coraggio e guarderò senza paura la morte se verrà ad insidiarci: addio, parto subito.
— Vai da Piotre?
— Il cavallo mi aspetta ed il Porto della Fame non è lontano.
— Chi ti condurrà?
— Papà Pardoe.
— Tornerai presto?
— Prima di questa sera sarò a casa; Porto della Fame non è lontano ed i tuoi cavalli sono buoni corridori.
— E se Piotre non vi fosse? Io so che, quando non pesca, va a caccia di guanachi nella pampa.
— Non tornerò senza averlo veduto.
— Noi intanto prepareremo tutto ciò che sarà necessario alla spedizione e arruolerò altri uomini.
— Fra i quali spero che ci sarò anch’io, signor Lopez, — disse José.
— Sarete il primo.
— Addio, caro padre, — disse Mariquita. — Spero di recarti una buona notizia stasera.
— E se Piotre rifiutasse? — chiese il vecchio esploratore.
— Non rifiuterà, — rispose la giovane, la cui voce, nel pronunciare quelle parole, aveva tremato.
— Mariquita! — esclamò il signor Lopez, con angoscia. — Io leggo nei tuoi sguardi una disperata risoluzione. Tu vai ad infrangere la tua futura felicità! Tu ti prepari a compiere un terribile sacrificio e a distruggere il tuo più bel sogno.
— Taci, taci, — rispose la fanciulla, soffocando un singhiozzo. — Io devo salvare Alonzo.
— Pensa bene a quello che stai per fare, mia povera Mariquita.
— Sono decisa. —
Si avvolse novamente nella manta, nascondendosi parte del viso e uscì rapidamente, senza aggiungere parola.
Dal tremito della manta, era facile indovinare che dei singhiozzi dovevano sollevare il petto della povera giovane.
Non vedendo ancora Pardoe, risalì la via, rasentando la casetta e gli orticelli e giunse alla sua abitazione, nel momento in cui il baleniere usciva dalla tettoia, conducendo per la briglia due cavalli di razza patagone, animali di poca apparenza eppure d’una robustezza e resistenza eccezionale, che possono percorrere perfino trenta leghe in una sola giornata.
Il baleniere, sapendo che il territorio non era ancora sicuro, aveva appeso alle selle due trabucos e nelle fonde aveva messe delle pistole.
— Partiamo? — chiese.
— Sì, Pardoe, — rispose la giovane.
L’aiutò a salire in sella e scesero al trotto il versante opposto della collina cosparso di orticelli e di segherie, gran parte delle quali appartenevano al signor Lopez.
Mariquita cavalcava come un’araucana, essendo abituata, fino da bambina, a correre la pampa patagone; anche il vecchio baleniere che nella sua gioventù era stato guaso non si teneva male sulla larga e durissima sella e malgrado l’età si comportava bene, non ostante il galoppo piuttosto irregolare della sua cavalcatura.
Alla base della collina piegarono verso l’ovest, prendendo uno stretto sentiero che correva parallelamente alla spiaggia a una distanza di un paio di miglia e forse più.
Soffiava un vento freddissimo che scuoteva fortemente le piante disseminate sulla pampa ed il cielo era grigio come se volesse minacciare qualche nevicata. Sull’imponente mole del Sarmiento, la cui massa spiccava nettamente verso occidente, doveva già cadere la neve e in abbondanza, perchè le sue cime si coprivano rapidamente.
La grossa manta ed il pesante cappotto di mare riparavano a sufficienza Mariquita ed il baleniere.
Il paese si era fatto deserto a un tratto. Non vi sono fattorie intorno a Punta Arenas poichè correrebbero il pericolo di venire sorprese dagli irrequieti patagoni che sono quasi sempre in armi.
Non si vedevano che pianure erbose, coperte per la maggior parte di muschio, imbevute d’acqua, e grosse macchie di faggi, piante superbe che hanno dei tronchi della circonferenza di tre metri, un’altezza di oltre trenta ed il fogliame foltissimo d’un bel verde pallido. Inoltre, ammassi di sterpi spinosi che circondavano gli stagni, molto abbondanti in quei luoghi e ricchi d’incrostazioni saline, candide come la neve.
In lontananza invece, dentro terra, si vedevano gruppi di cedri rossi, di boyghe, alberi ritenuti sacri dagli araucani, di quillais che forniscono un legno rosso durissimo e di quincha malin le cui radici sono ottime per risanare rapidamente le ferite. Brutto paese però, saturo di umidità e d’acqua, intersecato in tutti i sensi da rii e da bacini, d’aspetto selvaggio e triste ad un tempo, popolato solamente da miriadi di uccelli e da vischacha, specie di cani di prateria somiglianti a quelli che s’incontrano nelle pianure dell’America settentrionale e che, al pari di quelli, vivono dentro tane in compagnia di serpenti e di gufi.
I due cavalli che galoppavano rapidamente, superarono ben presto quella regione umidissima e, inoltrandosi sotto folti boschi di pini, di luma e di arbusti d’huigual, colle cui bacche gli araucani fanno un vino nauseante, trovarono un terreno più sodo e più atto ai loro zoccoli.
Pardoe per precauzione aveva levato ed armato il ... oppure volava fuori, correndo poi all'impazzata, qualche nadù, lo struzzo delle terre magellaniche. (Cap. VI). trabuco e apriva bene gli occhi, non essendo rare in quell’epoca le imboscate dei fieri patagoni. Mariquita invece, che si manteneva silenziosa, immersa nei suoi pensieri, sembrava che non si fosse nemmeno accorta che alla sua sella vi erano delle armi.
— Guardate anche voi señorita, — disse il baleniere. — Si fa presto a scagliare una bola perdida e voi sapete quanto sono destri quei maledetti patagoni nel lancio di quella grossa pietra.
— I patagoni hanno imparato a temere i cileni, — si limitò a rispondere Mariquita. — Non sono gli araucani.
— È meglio non fidarsi della loro tranquillità, più apparente che reale, — borbottò papà Pardoe. — Qui le toldas1 non devono mancare. —
Il vecchio non s’ingannava. I due cavalli erano appena usciti da quei macchioni, quando nella pianura erbosa apparvero alcune abitazioni patagoni, disseminate capricciosamente intorno agli stagni.
Erano piccoli accampamenti formati da tende di pelle di guanaco, quadrate, lunghe quattro metri su due di altezza, sostenute da pali incrociati e che si montano e si smontano in pochi minuti, luride e puzzolenti quanto si può immaginare, essendo la pulizia del tutto ignota ai loro abitanti.
Vedendo passare quei due cavalli, alcuni patagoni erano usciti tenendo in mano delle lunghe lancie e le bolas, che sono pezzi di pietra un po’ acuminati, avvolti in un lembo di pelle e appesi ad una corda lunga un metro, che quegli arditi corridori lanciano con una destrezza ammirabile, fracassando la testa del nemico anche ad una distanza di cinquanta passi.
Erano tutti di statura altissima, con teste assai grosse, i capelli lunghi e ruvidi, forme erculee, con gambe corte e corpo invece lunghissimo e la pelle rosso-bronzina. Benchè il freddo fosse intenso, non avevano per riparo che dei mantelli di guanaco abbelliti da ricami rossi, ai piedi dei ruvidi calzari di pelle, ed in testa una semplice striscia di cuoio stretta attorno alla nuca.
Dovevano essere degl’indiani mansos, ossia sottomessi, perchè non si allontanarono dalle loro tende, nè accennarono a far uso delle loro armi, limitandosi a seguire collo sguardo i due cavalli finchè furono scomparsi dentro un’altra boscaglia. Pardoe non aveva abbandonato il trabuco e si era anzi più volte voltato indietro, temendo di essere seguito da quei pericolosi giganti.
Verso il mezzodì, ossia cinque ore dopo la loro partenza da Punta Arenas, Mariquita e papà Pardoe giungevano sulle rive dello stretto, il quale in quel luogo forma una vasta curva.
Porto della Fame era in vista.
- ↑ Tende patagoni.