< La Stella dell'Araucania
Questo testo è stato riletto e controllato.
Capitolo VIII - Lo Stretto di Magellano
Capitolo VII Capitolo IX

CAPITOLO VIII.

Lo Stretto di Magellano.

Come Piotre aveva promesso, la mattina dopo la Quiqua si ancorava dinanzi a Punta Arenas, per imbarcare la giovane, il signor Lopez, e completare l’equipaggio.

Durante la notte aveva disceso il canale, approfittando del vento favorevole e dell’alta marea, e allo spuntare del giorno era entrato nel porto assieme ai suoi sei uomini, scelti fra i più valenti marinai nella minuscola popolazione di Porto Carestia.

Gli abitanti di Punta Arenas, le donne non escluse, si erano radunati all’estremità della gettata per assistere alla partenza di Mariquita e del signor Lopez, che godevano la simpatia e la stima di tutti.

Il governatore, che era stato informato di tutto e che aveva messo i magazzini della colonia a disposizione del vecchio viaggiatore, era accorso anch’egli per salutare Piotre, il quale, ritto sulla prora della sua baleniera, dava gli ultimi ordini ai suoi uomini, con quel tono di comando ruvido che è abituale agli uomini di mare.

Mariquita, a fianco del signor Lopez, ambedue ben coperti di pesanti pelliccie e seguiti da papà Pardoe, da José e da quattro robusti giovani che avevano accettato con entusiasmo di far parte dell’audace spedizione, s’avanzavano verso la spiaggia, ricevendo, con un mesto sorriso, gli auguri della popolazione.

La giovane era pallidissima ed appariva assai abbattuta. Doveva aver pianto lungamente durante la notte, che forse doveva essere l’ultima che passava nella sua tiepida casetta.

Nondimeno s’avanzava con una certa fierezza e rispondeva dolcemente ai saluti di quei buoni coloni e di quelle brave donne.

Il vecchio viaggiatore invece pareva che fosse ringiovanito di vent’anni. Camminava dritto come un giovinotto, aveva gli occhi scintillanti di gioia e distribuiva a destra ed a sinistra strette vigorose.

L’ora della partenza era suonata a bordo e Piotre, fatto gettare un pontile mobile sulla spiaggia, aspettava, dando segni d’impazienza.

Quando Mariquita, per la prima, salì sulla Quiqua, l’ex esiliato le strinse la mano, guardandola contemporaneamente ben fissa negli occhi, come se avesse voluto indovinare i pensieri di lei; poi aiutò a salire il signor Lopez, dicendogli con ruvida cortesia:

— Sono contento di vedervi sulla mia barca, signore. —

Poi distolse prontamente gli sguardi dall’una e dall’altro, gettando il comando:

— Levate la gomena! Su il pontile! —

Papà Pardoe ed i suoi compagni avevano eseguito prontamente l’ordine e la baleniera, non più trattenuta alla riva, aveva cominciato a scostarsi.

Dalla spiaggia gli abitanti agitavano i berretti, gridando:

— Buon viaggio, signora Mariquita! Buon viaggio, signor Lopez! Che la fortuna vi sia propizia! —

La giovane rispondeva agitando il fazzoletto, mentre il suo padrino si sbracciava salutando tutti.

La Quiqua s’allontanava. Le sue due vele, ricevendo il vento in pieno, la spingevano al largo con notevole velocità, e cozzando gagliardamente piccoli banchi di ghiaccio che le onde avevano staccato dalla Terra del Fuoco, li travolgevano tra mille scricchiolii.

Era una bella barca quella di Piotre, la migliore e anche la più grossa di quante se ne trovavano in tutto lo stretto di Magellano; ed aveva fatto già numerosi viaggi nell’oceano Antartico con una fortuna invidiabile, perchè mai era ritornata con dei guasti, nè mai si era lasciata prendere dai ghiacci.

Si poteva chiamare anzi una vera nave baleniera avendo tutto l’occorrente per la pesca di grossi cetacei, ossia scialuppe adatte, ramponi, lancie, lenze ed essendo anche, per la resistenza, non da meno di quelle ardite veliere.

Malgrado le sue forme tozze e pesanti e la larghezza e rotondità dei suoi fianchi, in meno di mezz’ora si era tanto allontanata dalla spiaggia, da scorgere a malapena le piccole case della cittadella. Solamente il campanile di legno della chiesetta ed il fortino si vedevano ancora nettamente spiccare sul fondo verdastro della collina.

Mariquita pareva che non si fosse nemmeno accorta di quella distanza. Appoggiata al bordo della nave continuava a guardare verso Punta Arenas, tenendo gli occhi fissi sulla sua casetta che, essendo più alta di tutte, si distingueva ancora.

Il signor Lopez le stava a fianco, guardando anch’egli verso la spiaggia che s’abbassava sempre più, scomparendo sotto le onde che correvano ad infrangersi verso le rocce. Anche il vecchio, ora che vedeva sparire la borgata, sembrava un po’ commosso.

— Guardi la nostra casa, è vero, Mariquita? — domandò ad un tratto.

— Sì, — rispose la giovane con un sospiro.

— La rivedremo un giorno e allora non saremo più in due soli ad abitarla; vi sarà con noi anche il tuo Alonzo. —

Mariquita si passò una mano sulla fronte, come se avesse voluto cacciare un triste pensiero, e mormorò:

— Sì, saremo in tre.

— Noi lo troveremo quel bravo giovane, ora che Piotre è con noi. Sai che è un bravo marinaio? Era uno dei più valenti ufficiali della flotta argentina e se la politica non l’avesse rovinato mandandolo nella pampa, a quest’ora sarebbe per lo meno capitano di vascello con Alonzo. —

Mariquita fece col capo un cenno affermativo, senza però aprire le labbra.

— La stagione è molto avanzata e fuori dal canale troveremo banchi di ghiaccio e anche bufere tremende, tuttavia noi riusciremo a giungere egualmente alle coste meridionali della Terra del Fuoco. La nave è solida, bene equipaggiata e bene provveduta di viveri e Dio ci proteggerà.

Povero Alonzo! Quale felicità per lui, quando tu gli dirai: Eccomi, sono venuta a salvarti per non lasciarti mai più. —

Un fremito, che scosse la giovane in tutte le membra, fu la risposta.

Il vecchio se n’era accorto.

— Che cos’hai, Mariquita? — le chiese. — Si direbbe che tu, invece di essere lieta, sei triste.

— Non è nulla, padre mio, — rispose la giovane. — È il freddo che mi penetra nelle ossa.

— Vuoi ritirarti nella tua cabina?

— No, padre.

— Tu hai qualche pensiero che ti turba. Disperi forse della riuscita della nostra spedizione?

— Anzi, spero molto.

— O che giungiamo troppo tardi per salvarlo?

— No, Piotre ci condurrà laggiù a tempo, — rispose Mariquita con voce quasi triste. — È un bravo marinaio.

— Sospiri il momento del tuo incontro con Alonzo?

— Oh! Molto, padre mio, molto.

— Tutto andrà bene, Mariquita. Fra un mese e forse anche prima tu lo vedrai.

— Se i ghiacci non ci fermeranno.

— Vi passeremo in mezzo, — disse papà Pardoe, che si era avvicinato. Le nostre braccia sono solide e a bordo non mancano nè le seghe da ghiaccio, nè i picconi.

— Tu devi esserti trovato molte volte fra le montagne di ghiaccio, è vero, vecchio mio?

— Sì, signor Lopez, moltissime volte e, come vedete, sono sempre tornato vivo a Punta Arenas. Ho passato anche due inverni sulle isole del continente antartico e sono sempre riuscito a riportare a casa la mia pelle, un po’ guasta forse, ma ancora solida.

— Che la Rosita di Alonzo sia stata presa anch’essa dai ghiacci? In questa stagione gli ice-bergs dell’oceano Antartico salgono in gran numero verso l’Atlantico ed il Pacifico.

— Eh, signore, certi inverni ne ho veduti moltissimi nei paraggi del capo Horn e intorno alle coste meridionali della Terra del Fuoco e anche ai due sbocchi del canale di Magellano. Anzi vedrete che ne incontreremo di certo nei pressi del capo di S. Isidoro e che forse metteranno a dura prova l’abilità del signor Piotre. Mi hanno raccontato stamane che una scialuppa ha corso il pericolo di venire bloccata. È segno che quest’anno l’inverno sarà eccezionalmente rigido.

— Che terribile situazione per la Rosita, ammesso che sia arenata su qualche costa!

— Può aver trovato qualche baia, signor Lopez, — disse il vecchio baleniere. — Anche supponendo che sia andata alla deriva verso l’isola degli Stati, su quella terra i buoni porti non mancano e vi si può svernare senza troppi pericoli. Tutto il pericolo sta nella..... —

Il signor Lopez gli fece un rapido cenno, avendo compreso che egli stava per alludere alla fame che minacciava l’equipaggio della baleniera, cosa che Mariquita ancora ignorava e che desiderava non conoscesse.

Ma la giovane, immersa nei suoi tristi pensieri, non aveva prestato orecchio alle parole di papà Pardoe, nè si era accorta del cenno fatto dal padrino.

— Dicevate, dunque, vecchio mio? — chiese il signor Lopez.

— Oh! Dicevo che anche le navi gettate alla costa, non corrono sempre il pericolo di essere sfasciate dalle onde, se la fortuna le ha spinte entro qualche baia; e possono passare un inverno senza aver paura dei ghiacci, i quali ordinariamente non si accumulano in troppa quantità sulle coste della Terra del Fuoco.

Se la Rosita fosse stata trascinata verso le isole australi, allora la cosa sarebbe ben diversa. Ho svernato due volte laggiù, un anno all’isola del Re Giorgio e un altro a quella degli Elefanti, e vi posso dire qualche cosa sui freddi e sugli spaventevoli uragani che regnano in quelle orribili regioni.

— Ti avevano forse lasciato colà a cacciare le foche?

So che talvolta i balenieri lasciano su quelle isole degli uomini del loro equipaggio, che vanno poi a riprendere l’estate seguente, al cominciare della campagna di pesca.

— Sì, signor Lopez.

— Devi aver sofferto molto?

— Non svernerei più laggiù, nemmeno se mi dessero triplice paga. Eh! Ve lo dicevo io, signor Lopez? Guardate che i ghiacci sono già entrati nello stretto ed in buon numero.

Deve aver soffiato forte vento dal sud-ovest, per averli cacciati fino qui. Bah! la Quiqua è robusta e Piotre è un uomo che li conosce e che non darà mai indietro.

E poi sarà cosa momentanea; quando saremo fuori di qui, il mare sarà, se non del tutto sgombro, almeno in gran parte.

— Quanto credi che impiegheremo a giungere nei paraggi del capo Horn?

— Fra venti giorni noi toccheremo le coste meridionali della Terra del Fuoco, se non accadranno malanni. Voi sapete che l’uomo propone e Dio dispone e non si sa mai, specialmente sul mare, quello che può accadere. Andiamo a vedere se è ingombro il passo angusto di Second-Narrows. Specialmente là la Quiqua dovrà lavorare di sperone. —

Mentre il signor Lopez e papà Pardoe si dirigevano verso prora, Mariquita a poco a poco si era scostata dal suo posto per cercare Piotre, che la ronda di poppa gl’impediva di scorgere.

L’ex esiliato stava seduto presso il timone, su una cassa, colla testa appoggiata ad una mano, cupo e silenzioso.

Delle profonde rughe gli solcavano l’ampia fronte e tradivano qualche terribile tempesta che imperversava nel suo cervello e nel suo cuore. Anche il suo volto di quando in quando assumeva un’espressione selvaggia, quasi feroce.

Eppure quell’uomo avrebbe dovuto essere lieto, ora che la fanciulla, che doveva aver amato con vero furore, gli aveva giurato di appartenergli e di dimenticare il fidanzato.

L’equipaggio non s’era fatto nessun caso dell’alterazione del volto del suo comandante. Era già abituato a vederlo sempre cupo e rinchiuso in un silenzio che aveva qualche cosa di feroce.

Ma Mariquita, che da un anno non l’aveva più incontrato, era rimasta profondamente impressionata nel vederlo così, e non aveva saputo frenare un gesto di terrore.

— Quanto è cambiato quell’uomo! — mormorò. — Mi fa paura!.... —

Si era fermata a tre passi da lui, senza che Piotre mostrasse di essersi accorto della sua presenza. Nell’alzare però gli occhi per guardare il mare, finalmente la scorse.

Subito le rughe scomparvero, la fronte si spianò, i suoi lineamenti ripresero l’abituale espressione e qualche cosa, che somigliava ad un sorriso, increspò le sue labbra.

— Voi! — disse, alzandosi lentamente, mentre il lampo torvo che illuminava i suoi occhi d’acciaio a poco a poco si spegneva.

Stette un momento immobile, poi, facendo un passo innanzi, riprese con una certa amarezza che suonava come un rimprovero:

— Credevo che voi aveste dimenticato che su questa nave vi era un uomo che un giorno diverrà vostro sposo.

— Perchè dite questo, Piotre? — chiese Mariquita con timidezza.

— Siamo a dieci miglia da Punta Arenas ed è già trascorsa un’ora e non avete ancora trovata una parola per me.

— Perdonatemi, ero presso al mio padrino.... mi parlava dei pericoli del viaggio.

— Non è il signor Lopez quello che dovrà essere vostro marito, — interruppe l’ex esiliato brutalmente.

— Piotre....

— Il vento soffia dal sud-ovest, — disse l’ex esiliato, guardando il canale e facendo colla destra un largo cenno. — Troveremo il passo di Narrows molto ingombro, e avremo da lavorare. Avete paura dei ghiacci voi?

— No, Piotre.

— Dovrete abituarvi a vederli senza paura, perchè quando sarete mia non vi lascerò a terra.

— Mi condurrete alla pesca delle balene e delle foche con voi?

— Sì.... la terra per voi potrebbe diventare pericolosa.

— Un sospetto ingiusto....

— Eh! Qualcuno potrebbe riaccendere la fiamma, che non sarà mai interamente estinta nel vostro cuore.

— Piotre, vi pentireste di essere partito e d’aver accettata la mia mano?

— Ho l’abitudine di mantenere le mie promesse e di non pentirmi mai delle mie decisioni, — rispose l’ex esiliato. — E poi non siamo ancora giunti alle Isole del capo Horn e di qui ad allora chissà quante cose potrebbero accadere.

— Non comprendo le vostre parole, ma mi pare che nascondano una minaccia tenebrosa.

— Una minaccia? Ed a chi?

— Contro Alonzo, contro vostro cugino.

— Ormai non lo temo più, siete mia, me lo avete giurato, e lui non vi strapperà a me, siatene certa. —

Si rivolse bruscamente verso il mare, fissando i ghiacci galleggianti che ondulavano, urtandosi l’un l’altro e che s’accumulavano dentro il canale.

— Ecco le prime avanguardie che precedono gli ice-bergs, — disse. — L’inverno sarà rigido quest’anno e avremo molto da fare per raggiungere le spiaggie meridionali della Terra del Fuoco.

Ma la posta vale la fatica e anche i pericoli che io dovrò affrontare.

Volete scendere nella vostra cabina, Mariquita? Le donne impacciano la manovra.

— Non siete gentile, Piotre, — disse la giovane con ira mal repressa.

— Che cosa volete? Sono diventato un orso di mare, — rispose l’ex esiliato con accento un po’ ironico. — Mi prenderete quale sono, e se potrete, mi cambierete.

Olà! marinai; alle scotte! Il vento cambia ed i ghiacci ci prendono di traverso. —

Stava per volgerle le spalle e dirigersi verso prora, quando Mariquita gli chiuse il passo, dicendogli:

— Volete che torniamo, Piotre?

— E dove, signora? — chiese il lupo di mare, fermandosi.

— A Punta Arenas. —

Egli la guardò fissa: v’era nei suoi occhi un lampo di vago terrore.

— A Punta Arenas! — esclamò con un tono di voce in cui si sentiva una lontana commozione. — A che fare?

— A rigettare l’àncora.

— Vorreste rinunciare alla spedizione?

— Sì e riprendermi la promessa fattavi, — rispose Mariquita con voce risoluta.

— E’ troppo tardi e poi, chi salverebbe Alonzo? Mi hanno raccontato tutto e vi assicuro che se noi non andremo in suo soccorso, morrà di stenti sulle desolate spiaggie della Terra del Fuoco.

— Che importa a voi di lui?

— Di lui no, ma di voi molto e non ho alcun desiderio di rompere il vostro giuramento. Quando io mi metto in mare non ritorno più, signora, fino a che non ho raggiunto il mio scopo. Quando la mia missione sarà finita tornerò; prima non lo sperate.

— E se io vi ordinassi di ricondurmi a terra?

— Rifiuterei.

— Se ve ne pregassi? —

L’ex esiliato esitò un momento a rispondere, poi disse con tono reciso:

— No! Ora è troppo tardi e poi si direbbe che io ho avuto paura degli uragani dell’oceano Antartico, mentre Piotre Tanine non li ha mai temuti.

Lasciatemi, Mariquita: ho da guidare la mia nave e mi preme che non venga fracassata, nè che si areni sulle secche di Walker. Più tardi, se vorrete, riprenderemo questo colloquio, quantunque io non veda la necessità di prolungarlo. Avete giurato e tutto deve finire lì! —

E senza aggiungere altro passò oltre, dirigendosi verso prora, per meglio osservare lo stretto passo di Narrows.

Cosa piuttosto insolita e che annunciava un inverno eccezionalmente freddo, quella parte dello Stretto di Magellano, che è la più angusta e anche la più pericolosa, era ingombra di banchi di ghiaccio i quali si erano accumulati in numero straordinario intorno all’isola Elisabetta e sulle scogliere di Santa Marta.

Non erano tali da opporre una seria resistenza alla baleniera di Piotre, nave d’una robustezza eccezionale e fornita anche d’un solido sperone. Il pericolo, se ve n’era uno, doveva trovarsi più innanzi, all’uscita del canale o nei profondi golfi di Possession e di Lomas, dove degli ice-bergs potevano essere già entrati, ostruendone i passaggi.

— Che cosa ne dite, signor Piotre? — chiese il vecchio viaggiatore, vedendo il baleniere guardare attentamente verso l’est ed aggrottare più volte la fronte.

— Che noi passeremo, signor Lopez, — rispose questi, con voce secca.

— E se più innanzi trovassimo i passi chiusi?

— Li riapriremo.

— Siete ben sicuro della vostra nave?

— La vedrete alla prova. —

Diede ai suoi uomini alcuni comandi, poi tornò verso poppa con passo lento e pesante, senza guardare in viso nessuno e andò a mettersi accanto al timoniere, tenendo gli occhi fissi sulla bussola.

Le due rive del canale si restringevano sempre più e andavano anche gradatamente abbassandosi. Erano sempre fiancheggiate da isolotti intorno ai quali si erano fermati dei grossi banchi di ghiaccio; tuttavia conservavano una vegetazione rigogliosa che i primi freddi non erano ancora riusciti a spogliare. Qua e là si vedevano sempre superbe macchie di faggi antartici, di drimys winteri somiglianti all’alloro, con grandi foglie d’un grigio argenteo e la cui corteccia ha qualità aromatiche ed antiscorbutiche, poi macchie di conifere rosse e d’arbusti di metrosideros dalle foglie punteggiate e coperte ancora di fiori bianchi che producevano un bell’effetto sul verde.

Numerosissimi uccelli passavano continuamente attraverso lo stretto, fermandosi ora sulle scogliere a guardar passare la nave o calando in mezzo ai banchi di ghiaccio che se ne andavano lentamente alla deriva, e non erano tutti uccelli veramente acquatici.

Infatti fra le bande degli allatraces e dei micropterus volanti ossia non ancora abbastanza ingrassati per non potersi più servire delle loro brevi ali, si vedevano grandi masse di uccelli lasciare le rive della Terra del Fuoco per passare su quelle più promettenti del continente americano.

Erano per lo più dei bei verdoni, dei pappagalli fuegiani dalle penne variopinte, dei rullus porporini dai colori vivissimi e con una placca sulla fronte che sembra una turchese, oche australi assai grasse e stornelli militari dal petto rosso.

Alcuni calavano sui pennoni della Quiqua senza dimostrare alcun timore per la vicinanza degli uomini; i più scendevano fra le scogliere a cercare fra le alghe, che sono abbondantissime nello stretto di Magellano, i piccoli crostacei sebastis dalle scagliette fiammeggianti.

La Quiqua, abilmente guidata da Piotre, aveva già cominciato ad aprirsi il passo fra quei lastroni di ghiaccio che ingombravano il Second Narrows e non opponevano troppa resistenza alla salda prora della baleniera. Non erano che frammenti staccati dagli ice-bergs e che i venti dell’est avevano cacciati nello stretto, dove non dovevano tardare a sciogliersi.

La nave s’avanzava nondimeno con prudenza, per non urtare contro qualche scogliera nascosta sotto quei ghiacci.

Piotre non ignorava la presenza della scogliera di Walker, una delle più pericolose del canale, che era stata già funesta a molte navi, non escluse quelle dello scopritore portoghese, perciò s’avanzava adagio, tenendo chiusa buona parte della velatura.

— Audace, ma anche prudente, — disse papà Pardoe al signor Lopez, il quale osservava Piotre. — Con quest’uomo noi andremo ben lontano.

— Lo credo anch’io, — rispose il vecchio esploratore. — E poi tutti parlano con entusiasmo della perizia di questo baleniere. Guarda come manovra tranquillo e con quanta sicurezza; eppure stiamo attraversando la parte più difficile del canale.

— È vero, signor Lopez. Questo stretto, specialmente d’inverno, offre gravi pericoli per le navi che non lo conoscono. Fortunatamente per noi regna calma sulle montagne della Terra del Fuoco e la Quiqua non verrà presa di traverso dai williwans.

Se riusciamo a passare anche i banchi di Tubun e di Tichon, non avremo più nulla da temere; al di là il canale si allarga. Eh! L’ho detto troppo presto.

— Che cos’hai, papà Pardoe?

— Mi pare che i ghiacci abbiano chiuso il passo verso il Capo Negro. Anche il signor Piotre se n’è accorto e la sua fronte si è oscurata.

Comincia male la spedizione. Finirà almeno bene?.... —


Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.