< La caccia di Diana
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Canto XVI Canto XVIII

Rimaser queste adunque quivi, e quando
     Più non poteron Dïana vedere,
     Chinaron gli occhi tacite aspettando.
Poi la Donna gentile, che a sedere
     Già s’era posta, si dirizzò, e loro, 5
     Così farete, disse, al mio parere:
Chiamando in voce prima l’aiutorio
     Di Venus santa Dea, madre d’Amore,
     E coronata ciascuna d’alloro
Sacrificio faremo al suo onore 10
     Della presente preda lietamente,
     Sìcchè s’accresca in noi il suo valore.
A tutte piacque; onde liberamente,
     Acceso il foco nella preda, a dire
     Cominciar tutte assai devotamente: 15
O santa Dea, poich’è nostro disire,
     Per la virtù del nostro sacrificio,
     Non isdegnar le nostre voci udire,

Ma pïetosa al tuo giocondo officio
     Per merito de’ nostri preghi umili 20
     Ricevi noi e per tuo beneficio
Caccia de’ petti nostri i pensier vili,
     E per la tua virtù fa’ eccellenti
     Gli animi nostri, e’ cor larghi e gentili.
Deh fa sentire a noi quanto piacenti 25
     Sieno gli effetti tuoi, e facci ancora,
     Alcuno amando, gli animi contenti.
Così pregando, non fer gran dimora,
     Che una chiara e bella nuvoletta
     Venendo si fermò sovr’esse allora; 30
Sopra la quale ignuda giovinetta
     Apparve lor dicendo: i’ son colei
     Da cui, pregando voi, ciascuna aspetta
Grazia, e prometto a voi, per gli alti Dei
     Che ciascheduna avrà l’ addimandata, 35
     Ch’è degna di seguire i passi miei.
E poi, verso del foco rivoltata,
     Non so che disse: se non che di fuori
     Ciascuna fiera che v’era infiammata,
Mutata in forma d’uom, di quelli ardori 40
     Usciva giovinetto gaio e bello,
     Tutti correndo sopra ’l verde e’ fiori;
E tutti entravan dentro al fiumicello,
     E, quindi uscendo ciascun, d’un vermiglio
     E nobil drappo si facean mantello, 45
Ciascuno era fresco come un giglio.
     A cui Venus rivolta disse: state
     Per mio comando e per util consiglio

Suggetti a queste donne, e loro amate,
     Fin che meriterete aver vittoria 50
     Del vostro affanno insieme con pietate.
E questo detto, al ciel della sua gloria
     Veloce sen volò, lasciando a’ petti
     Di tutti segno d’eterna memoria:
Nel verde prato diversi diletti 55
     Alcun prendieno, e sospirando alconi
     Givan cogliendo diversi fioretti,
Tutti aspettando li promessi doni.

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