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L'AUTORE
A CHI LEGGE1.
Scusa, Lettor carissimo, se in cosa diffuso mi sono che inutile ti rassembra; eppure inutile non sarà per te ancora, se illuminati i Comici di una tal verità, daranti sulle Scene maggior piacere. Non aspettare che io ti parli della Commedia che stai per leggere, poichè delle Opere mie giudicar non soglio che col parer dell’universale, e avendola, come dissi a principio, sostanzialmente cambiata, non so qual esito sia per avere, nè sono a tempo di sentir le critiche per illuminarmi, o per giustificare la mia condotta. I caratteri mi pajono assai verisimili, ed è molto comune quello d’un Vecchio che si lascia dominare da una Donna di spirito, e l’altro eziandio della Donna, che conoscendo il suo punto, sa stabilire la sua fortuna. L’argomento sarebbe troppo triviale, se non venisse adornato da varj accidenti che lo distinguono dai più comuni. La Villa è un sito comodo per ragunar più persone insieme, e queste formano gli Episodj e gl’intreccio. La fatica che ho durata nel riformare una tal Commedia, merita almeno qualche compatimento, perchè a solo fine condotta di dar piacere a chi legge, senza l’obbligo di riprodurla al Teatro. Se poi non mi sarà riuscito far cosa buona, sarò anche scusabile per le circostanze nelle quali mi trovo. Che anno calamitoso è mai questo per me!5 Due Personaggi mancati sono in brevissimi giorni dalla Compagnia per cui scrivo6; il celebre Pantalone Francesco Rubini, e l’eccellente Brighella Giuseppe Angeleri, il quale oltre alla maschera sua ordinaria, altri personaggi essenzialissimi sosteneva. Ecco scompaginato tutto l’ordine delle cose, da me ideate quest’anno. Di salute non sono mai stato peggio7, e pure mi conviene scrivere col cuor lacerato, sicuro di non esser che da pochissimi compatito, se le Opere mie non averanno fortuna. Io non mi voglio però confondere. Avvezzo sono al bene ed al male; e siccome non mi sono insuperbito mai delle lodi, così non sarà mai che mi avvilisca nelle disavventure. Chi sa che un raggio di luce fra le tenebre non risplenda? Iddio benedica le Opere altrui, e non abbandoni affatto le mie; e solo mi privi dell’amore del pubblico, allor che l’invidia giungesse ad occuparmi il cuore.
- ↑ Questa prefazione uscì la prima volta nel t. VIII (1755, falsam. ’54) dell’ed. Paperini di Firenze.
- ↑ Alludesi al manifesto dell’ed. Paperini. che uscì nella primavera del 1753.
- ↑ Maddalena Marliani: vedi la Nota stor. del Teatro comico (vol. IV). e le Memorie di Goldoni.
- ↑ Così il testo.
- ↑ Intendesi l’anno 1754.
- ↑ Quella del teatro Vendramin di S. Luca.
- ↑ Si veda la prefazione della Donna volubile, nel volume VI.