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Niccolò Machiavelli - La mandragola (1518)
Atto primo
Scena terza
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SCENA TERZA.
- Ligurio
- Io non credo che sia nel mondo el più sciocco uomo di costui; e quanto la fortuna lo ha favorito! Lui ricco, lei bella donna, savia, costumata, ed atta a governare un regno. E parmi che rare volte si verifichi quel proverbio ne’ matrimoni, che; Dio fa gli uomini, e’ si appaiono; perchè spesso si vede uno uomo ben qualificato sortire una bestia e, per avverso, una prudente donna avere un pazzo. Ma della pazzìa di costui se ne cava questo bene, che Callimaco ha che sperare. Ma eccolo. Che vai tu appostando, Callimaco?
- Callimaco
- Io ti aveva veduto col dottore, ed aspettavo che tu ti spiccassi da lui, per intendere quello avevi fatto.
- Ligurio
- Egli è uno uomo della qualità che tu sai, di poca prudenza, di meno animo: e partesi mal volentieri da Firenze. Pure, io ce l’ho riscaldato, e mi ha detto infine che farà ogni cosa. E credo che, quando e’ ti piaccia questo partito, che noi ve lo condurreno; ma io non so se noi ci fareno il bisogno nostro.
- Callimaco
- Perchè?
- Ligurio
- Che so io? Tu sai che a questi bagni va d’ogni qualità gente, e potrebbe venirvi uomo a chi madonna Lucrezia piacessi come a te, che fusse ricco più di te, che avessi più grazia di te: in modo che si porta pericolo di non durare questa fatica per altri, e che intervenga che la copia de’ concorrenti la faccino più dura, o che dimesticandosi la si volga ad un altro, e non a te.
- Callimaco
- Io conosco che tu di’ il vero. Ma come ho a fare? Che partito ho a pigliare? Dove mi ho a volgere? A me bisogna tentare qualche cosa, sia grande, sia periculosa, sia dannosa, sia infame. Meglio è morire che vivere così. Se io potessi dormire la notte, se io potessi mangiare, se io potessi conversare, se io potessi pigliare piacere di cosa veruna, io sarei più paziente ad aspettare il tempo; ma qui non ci è rimedio; e, se io non sono tenuto in speranza da qualche partito, io mi morrò in ogni modo; e, veggendo di avere a morire, non sono per temere cosa alcuna, ma per pigliare qualche partito bestiale, crudele, nefando.
- Ligurio
- Non dire così, raffrena cotesto impeto dell’animo.
- Callimaco
- Tu vedi bene che, per raffrenarlo, io mi pasco di simili pensieri. E però è necessario o che noi seguitiamo di mandare costui al bagno, o che noi entriamo per qualche altra via, che mi pasca d’una speranza, se non vera, falsa almeno, per la quale io nutrisca un pensiero, che mitighi in parte tanti mia affanni.
- Ligurio
- Tu hai ragione, ed io sono per farlo.
- Callimaco
- Io lo credo, ancora che io sappia ch’e pari tuoi vivino d’uccellare li uomini. Nondimanco, io non credo essere in quel numero, perchè, quando tu il facessi ed io me ne avvedessi, cercherei di valermene, e perderesti ora l’uso della casa mia, e la speranza di avere quello che per lo avvenire t’ho promesso.
- Ligurio
- Non dubitare della fede mia, chè, quando e’ non ci fusse l’utile che io sento e che io spero, ci è che ’l tuo sangue si affà col mio, e desidero che tu adempia questo tuo desiderio presso a quanto tu. Ma lasciamo ire questo. El dottore mi ha commesso che io truovi un medico, e intenda a quale bagno sia bene andare. Io voglio che tu faccia a mio modo, e questo è che tu dica di avere studiato in medicina, e che abbi fatto a Parigi qualche sperienzia: lui è per crederlo facilmente per la semplicità sua, e per essere tu litterato e poterli dire qualche cosa in grammatica.
- Callimaco
- A che ci ha a servire cotesto?
- Ligurio
- Serviracci a mandarlo a qual bagno noi vorreno, ed a pigliare qualche altro partito che io ho pensato, che sarà più corto, più certo, più riuscibile che ’l bagno.
- Callimaco
- Che dì tu?
- Ligurio
- Dico, che se tu arai animo e se tu confiderai in me, io ti do questa cosa fatta, innanzi che sia domani questa otta. E quando e’ fusse uomo che non è, da ricercare se tu se’ o non se’ medico, la brevità del tempo, la cosa in sè, farà o che non ne ragionerà o che non sarà a tempo a guastarci il disegno, quando bene e’ ne ragionasse.
- Callimaco
- Tu mi risuciti. Questa è troppa gran promessa, e pascimi di troppa gran speranza. Come farai?
- Ligurio
- Tu il saprai, quando e’ fia tempo; per ora non occorre che io te lo dica, perchè il tempo ci mancherà a fare nonchè dire. Tu, vanne in casa, e quivi m’aspetta, ed io anderò a trovare il dottore, e, se io lo conduco a te, andrai seguitando il mio parlare ed accomodandoti a quello.
- Callimaco
- Così farò, ancora che tu mi riempia d’una speranza, che io temo non se ne vada in fumo.
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