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Niccolò Machiavelli - La mandragola (1518)
Atto quarto
Scena nona
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Ligurio, messer Nicia, fra’ Timoteo, Siro.
- Ligurio
- Buona sera, messere.
- Nicia
- Oh! eh! eh!
- Ligurio
- Non abbiate paura, no’ siàn noi.
- Nicia
- Oh! voi siete tutti qui? S’io non vi conoscevo presto, io vi davo con questo stocco, el piú diritto che io sapevo! Tu, se’ Ligurio? e tu, Siro? e quell’altro el maestro? ah?
- Ligurio
- Messere, si.
- Nicia
- Togli! Oh, e’ s’è contraffatto bene! e’ non lo conoscerebbe Va-qua-tu!
- Ligurio
- Io gli ho fatto mettere dua noce in bocca, perché non sia conosciuto alla voce.
- Nicia
- Tu se’ ignorante.
- Ligurio
- Perché ?
- Nicia
- Che non me ’l dicevi tu prima? Ed are’mene messo anch’io dua e sai se gli importa non essere conosciuto alla favella!
- Ligurio
- Togliete, mettetevi in bocca questo.
- Nicia
- Che è ella?
- Ligurio
- Una palla di cera.
- Nicia
- Dàlla qua... ca, pu, ca, co, co, cu, cu, spu... Che ti venga la seccaggine, pezzo di manigoldo!
- Ligurio
- Perdonatemi, ché io ve ne ho data una in scambio, che io non me ne sono avveduto.
- Nicia
- Ca, ca, pu, pu... Di che, che, che, che era?
- Ligurio
- D’aloe.
- Nicia
- Sia, in malora! Spu, spu... Maestro, voi non dite nulla?
- Timoteo
- Ligurio m’ha fatto adirare.
- Nicia
- Oh! voi contrafate bene la voce.
- Ligurio
- Non perdian piú tempo qui. Io voglio essere el capitano, e ordinare l’esercito per la giornata. Al destro corno sia preposto Callimaco, al sinistro io, intra le dua corna starà qui el dottore; Siro: fia retroguardo, per dar sussidio a quella banda che inclinassi. El nome sia san Cucú.
- Nicia
- Chi è san Cucú?
- Ligurio
- È el piú onorato santo, che sia in Francia. Andiàn via, mettiàn l’aguato a questo canto. State a udire: io sento un liuto.
- Nicia
- Egli è esso. Che vogliàn fare?
- Ligurio
- Vuolsi mandare innanzi uno esploratore a scoprire chi egli è, e, secondo ci riferirà, secondo fareno.
- Nicia
- Chi v’andrà?
- Ligurio
- Va’ via, Siro. Tu sai quello hai a fare. Considera, essamina, torna presto, referisci.
- Siro
- Io vo.
- Nicia
- Io non vorrei che noi pigliassimo un granchio, che fussi qualche vecchio debole o infermiccio, e che questo giuoco si avessi a rifare domandassera.
- Ligurio
- Non dubitate, Siro è valent’uomo. Eccolo, e’ torna. Che truovi, Siro?
- Siro
- Egli è el piú bello garzonaccio, che voi vedessi mai! Non ha venticinque anni, e viensene solo, in pitocchino, sonando el liuto.
- Nicia
- Egli è el caso, se tu di’ el vero. Ma guarda che questa broda sarebbe tutta gittata addosso a te!
- Siro
- Egli è quel ch’io v’ho detto.
- Ligurio
- Aspettiàno ch’egli spunti questo canto, e subito gli sareno addosso.
- Nicia
- Tiratevi in qua, maestro: voi mi parete un uom di legno. Eccolo.
- Callimaco
- Venir vi possa el diavolo allo letto,
- Dapoi ch’io non vi posso venir io!
- Ligurio
- Sta’ forte. Da’ qua questo liuto!
- Callimaco
- Ohimè! Che ho io fatto?
- Nicia
- Tu el vedrai! Cuoprili el capo, imbavaglialo!
- Ligurio
- Aggiralo!
- Nicia
- Dàgli un’altra volta! dagliene un’altra! mettetelo in casa!
- Timoteo
- Messere Nicia, io m’andrò a riposare, ché mi duole la testa, che io muoio. E, se non bisogna, io non tornerò domattina.
- Nicia
- Sí, maestro, non tornate: noi potrem fare da noi.
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