< La mandragola < Atto quinto
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Atto quinto - Scena prima Atto quinto - Scena terza


Messer Nicia, Callimaco, Ligurio, Siro travestiti.

Nicia
Piglialo di costà, ed io di qua, e tu, Siro, lo tieni per il pitocco, di drieto.
Callimaco
Non mi fate male!
Ligurio
Non aver paura, va’ pur via.
Nicia
Non andiam più là.
Ligurio
Voi dite bene. Lasciallo ire qui. Diangli dua volte, che non sappi donde e’ si da venuto. Giralo, Siro!
Siro
Ecco.
Nicia
Giralo un’altra volta.
Siro
Ecco fatto.
Callimaco
El mio liuto!
Ligurio
Via, ribaldo, tira via! S’i’ ti sento favellare, io ti taglierò el collo!
Nicia
E’ s’è fuggito. Andianci a sbisacciare: e vuolsi che noi usciamo fuori tutti a buona ora, acciò che non si paia che noi abbiamo veghiato questa notte.
Ligurio
Voi dite el vero.
Nicia
Andate, voi e Siro, a trovar maestro Callimaco, e gli dite che la cosa è proceduta bene.
Ligurio
Che li possiamo noi dire? Noi non sappiamo nulla. Voi sapete che, arrivati in casa, noi ce n’andamo nella volta a bere: voi e la suocera rimanesti alle mani seco, e non vi rivedemo mai se non ora, quando voi ci chiamasti per mandarlo fuora.
Nicia
Voi dite el vero. Oh! io vi ho da dire le belle cose! Mogliama era nel letto al buio. Sostrata m’aspettava al fuoco. Io giunsi su con questo garzonaccio, e, perché e’ non andassi nulla in capperuccia, io lo menai in una dispensa, che io ho in sulIa sala, dove era un certo lume annacquato, che gittava un poco d’albore, in modo ch’e’ non mi poteva vedere in viso.
Ligurio
Saviamente.
Nicia
Io lo feci spogliare: e’ nicchiava; io me li volsi come un cane, di modo che gli parve mill’anni di avere fuora e panni, e rimase ignudo. Egli è brutto di viso: egli aveva un nasaccio, una bocca torta; ma tu non vedesti mai le piú belle carne: bianco, morbido, pastoso! E dell’altre cose non ne domandate.
Ligurio
E’ non è bene ragionarne, che bisognava vederlo tutto.
Nicia
Tu vuoi el giambo. Poi che io avevo messo mano in pasta, io ne volsi toccare el fondo: poi volli vedere s’egli era sano: s’egli avessi auto le bolle, dove mi trovavo io? Tu ci metti parole.
Ligurio
Avete ragion voi.
Nicia
Come io ebbi veduto che gli era sano, io me lo tirai drieto, ed al buio lo menai in camera, messi al letto; e innanzi mi partissi, volli toccare con mano come la cosa andava, ché io non sono uso ad essermi dato ad intendere lucciole per lanterne.
Ligurio
Con quanta prudenzia avete voi governata questa cosa!
Nicia
Tocco e sentito che io ebbi ogni cosa, mi uscii di camera, e serrai l’uscio, e me n’andai alla suocera, che era al fuoco, e tutta notte abbiamo atteso a ragionare.
Ligurio
Che ragionamenti son stati e vostri?
Nicia
Della sciocchezza di Lucrezia, e quanto egli era meglio che sanza tanti andirivieni, ella avessi ceduto al primo. Dipoi ragionamo del bambino, che me lo pare tuttavia avere in braccio, el naccherino! Tanto che io sentii sonare le tredici ore; e, dubitando che il dí non sopragiugnessi, me n’andai in camera. Che direte voi, che io non potevo fare levare quel rubaldone?
Ligurio
Credolo!
Nicia
E’ gli era piaciuto l’unto! Pure, e’ si levò, io vi chiamai, e l’abbiamo condutto fuora.
Ligurio
La cosa è ita bene.
Nicia
Che dira’ tu, che me ne ’ncresce?
Ligurio
Di che?
Nicia
Di quel povero giovane, ch’egli abbia a morire sí presto, e che questa notte gli abbia a costar sí cara.
Ligurio
Oh, voi avete e pochi pensieri! Lasciatene la cura a lui.
Nicia
Tu di’ el vero. Ma mi par bene mille anni di trovare maestro Callimaco, e rallegrarmi seco.
Ligurio
E’ sarà fra una ora fuora. Ma egli è già chiaro el giorno: noi ci andreno a spogliare; voi, che farete?
Nicia
Andronne anch’io in casa, a mettermi e panni buoni. Farò levare e lavare la donna, farolla venire alla chiesa, ad entrare in santo. Io vorrei che voi e Callimaco fussi là, e che noi parlassimo al frate, per ringraziarlo e ristorallo del bene che ci ha fatto.
Ligurio
Voi dite bene: così si farà.
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