< La mente di un uomo di Stato
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Capitolo III Capitolo V

CAPITOLO IV.


VIZI CHE RESERO I GRANDI PREDA DE' PICCOLI.


§. 1.

S'Ingannavano quei Principi antichi, i quali credevano, che l’arte di ben governare li Stati consistesse nel sapere, negli scritti, pensare una cauta risposta, scrivere una bella lettera, mostrare ne’ detti, e nelle parole arguzia, e prontezza, saper tessere una fraude, ornarsi di gemme, e d’oro, dormire, e mangiare con maggior splendore degli altri, tenere assai lascivie intorno, governarsi co’ sudditi avaramente, e superbamente, marcirsi nell’ozio, dare i gradi della milizia per grazia, disprezzare, se alcuno avesse loro dimostrato alcuna lodevole via, volere, che le parole loro fossero responsi d’Oracoli, né si accorgeva gevano i meschini, che si preparavano ad esser preda di chiunque li assaliva. Testimone l’Italia, dove tre potentissimi Stati furono nel XV. secolo saccheggiati, e guasti, perchè chi li reggeva stavano in simil errore, e vivevano nel medesimio disordine.

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