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Un matrimonio filisce La bbatteria de cuscina
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1847 e 1849

LA SERVA E 'R CAPPELLANO

     Pe’ scappà da Don Pio, che mme fa er caro
E j’annava una scerta fantasia,
Io scausarmente urtai la scrivania,
E ’ggni cosa volò ssin’ar zolaro.

     Pènzete quanno poi venne de via
Er padrone e mme chiese er calamaro!
Lì ssu le prime me cascò un callaro
D’acqua bbullent’addosso, Angela mia.

     Poi disse: “Eccheme cqui: mmo er fatto è ffatto,
E jje confesserò tutt’appuntino.
Er calamaro l’ha sfassciato er gatto.„

     Ah! vve penzavio, sposa, che noi fossimo
Regazze d’accusà cquel’abbatino?
Io nun zò bbona de fà mmale ar prossimo.


26 gennaio 1847

Note

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