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Vatt'a ttené le mano L'inguilino antico
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LE CHIAMATE DELL'APPIGGIONANTE

     Sora Sabbella.1 — Êe. — Ssora Sabbella,
Affacciateve un po’ ssu la loggetta. —
Eccheme:2 che vvolete sora Bbetta?3
Ciavéte4 una piluccia5 mezzanella? —

     Ciò6 cquella de la marva.7 — Ah, nnò, nnò cquella.
Eh, nun ciò antro,8 — fijja bbenedetta.
Bbe’, imprestateme dunque un fil d’erbetta,
Un pizzico de spezzie e una padella. —

     Mó vve le calo ggiù ccór canestrino. —
Dite, e mme date uno spiechietto d’ajjo,
Un po’ d’onto e una lagrima de vino? —

     Ma ffamose a ccapì,9 ssora Bbettina,
A ppoc’a ppoco voi, si10 nun me sbajjo
Me sparecchiate tutta la cuscina.

16 settembre 1835

  1. Isabella.
  2. Eccomi.
  3. Elisabetta.
  4. Ci avete, cioè semplicemente avete.
  5. Un pignattino.
  6. Ci ho: ho.
  7. Della malva.
  8. Non ci ho altro: non ho altro.
  9. Ma facciamo ad intenderci.
  10. Se.

Note

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