< Le poesie di Catullo
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Gaio Valerio Catullo - Poesie (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1889)
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A chi mai dedico questo libretto
     Di cianciafruscole giocondo e schietto,

Che uscendo in pubblico, ben ben polito
     Dall’arsa pomice mostra il vestito?

5A te, Cornelio, ch’uso dir sei,
     C’han qualche grazia gli scherzi miei;

E che fra gl’itali scrittori osasti
     Di tutti i secoli spiegare i fasti

Con ardir unico, solo in tre carte:
     10E che giudizio, per dio, che arte!

Qual ch’esso siasi dunque tu accetta
     Questo libercolo che a te si spetta,


E tu fa’, vergine patrona e diva,
     Che più d’un secolo perenne ei viva.

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