< Le poesie di Catullo
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Godiamo, o Lesbia, mia Lesbia, amiamo,
E de’ più rigidi vecchi i rimproveri
3Meno d’un misero asse stimiamo.
Tramontar possono gli astri e redire:
Noi, quando il tenue raggio dileguasi,
6Dobbiam perpetua notte dormire.
Baciami, baciami, vuo’ che mi baci;
A cento scocchino, a mille piovano
9Qui su quest’avida bocca i tuoi baci.
E poi che il numero sfugge a noi stessi,
Baciami, baciami, sì che l’invidia
12Non frema al còmputo de’ nostri amplessi.
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