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ADDIO!
No, non mi lagno, non piango:
Addio, feccioso pianeta:
La miserabil mia creta
4Può ritornare al tuo fango.
Io me ne vado. Le spine
Valgon le rose.... Che giova
Ricominciare la prova?
8Io me ne vado alla fine.
Dove? Lo ignoro. Lo spazio
È, per ventura, infinito,
Ed offrirà bene un sito
12A chi della terra è sazio.
Addio, rifiuto de’ cieli;
Addio, lezzosa cloaca,
Dove osannando si sbraca
16La turba de’ tuoi fedeli.
Più non m’avrai. Già m’avesti,
Non dico molto, ma troppo:
Ora da te mi disgroppo,
20Prima che il giorno, si desti.
Rimanti co’ tuoi cinedi,
Con le tue poche bagasce,
E i tuoi bertoni, onde nasce
24Eterna schiatta d’eredi.
Con gli arruffoni sinistri,
Coi bottegai mariuoli,
Coi bari e coi borsajuoli
28Di cui si fanno ministri.
Rimanti con gl’istrïoni,
Rimanti con gl’impostori,
Che ottengon tutti gli onori
32Da un popolo di castroni.
Rimanti col falso vero
De’ tuoi maestri galanti,
De’ tuoi dottori ignoranti,
36Che mostran bianco per nero.
Rimanti co’ delicati
Tuoi superuomini esteti;
Rimanti co’ tuoi poeti
40Imbellettati, leccati;
Co’ tuoi poeti modello,
Che stillano dal concime
Saporitissime rime
44E stan di casa al bordello.
Rimanti col libro d’oro
De’ tuoi gran re piccolini,
Che si proclamar divini,
48E s’incoronan d’alloro,
In premio delle battaglie
Che non han viste nè vinte,
Ma che i pittori han dipinte
52Per abbellir le muraglie.
Rimanti, putrida zolla,
Con le tue maschere sciocche,
Le tue grandezze pitocche,
56La tua viltà che raspolla.
Rimanti col tuo malanno
E con la mala ventura,
Fondaco d’ogni sozzura,
60Tetra fucina d’inganno.
Rimanti con l’ira imbelle
E con le antiche menzogne,
Cui sarian poche le fogne
64Di cento Rome novelle.
Ecco, un incognito mare
Mi si distenebra a fronte;
Sullo snebbiato orizzonte
68L’alba comincia a spuntare.
Io me ne vado. L’intrico
Che già mi tenne si snoda.
Addio, pestifera proda!
72Ti fuggo e ti maledico.