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SCIOPERO.
La notte scorsa il mio core
Batteva stracco, indeciso;
Poi si fermò d’improvviso,
4E stette fermo quattr’ore.
Quattr’ore buone. La cosa
Vi farà forse stupire,
E anche a me, s’ho da dire,
8Parve un tantin curïosa.
Mah! ora scioperan tutti,
Tutti gli afflitti e gli oppressi....
Se scioperassero anch’essi,
12Qualche volta, i farabutti! —
Io, gli dicevo: Fratello,
Non far così; non è un modo.
Mentre si struscia il cervello,
16Tu te la dormi? — e lui sodo.
Io gli dicevo: Figliolo,
È troppo contro al diritto
Ch’egli, il cervello, sia solo
20A travagliare: — e lui zitto.
Io gli dicevo: Compare,
Pensa un pochino al futuro.
Non vuoi tu più lavorare?
24Che vuoi tu fare? — e lui duro.
Allor, poichè non sentivo
Di star nè meglio nè peggio,
Dissi: A me par d’esser vivo....
28O quasi.... infatti verseggio.
Dissi eziandio: Pazïenza!
Si levi pure il capriccio.
Il core, in fondo, è un impiccio:
32Se ne potrebbe far senza. —
Ma, dopo lunga dimora,
Il vecchio cor sonnolento
Prese a picchiar lento lento,
36E vedi qua, picchia ancora.