< Le rime di M. Francesco Petrarca
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Sonetto CCCXIV Sonetto CCCXVI

SONETTO CCCXV.


S
Pirto felice che sì dolcemente

     Volgei quelli occhi, più chiari che ’l sole,
     Et formavi i sospiri et le parole,
     4Vive ch’anchor mi sonan ne la mente:
Già ti vid’io, d’onesto foco ardente,
     Mover i pie’ fra l’erbe et le vïole,
     Non come donna, ma com’angel sòle,
     8Di quella ch’or m’è più che mai presente;
La qual tu poi, tornando al tuo fattore,
     Lasciasti in terra, et quel soave velo
     11Che per alto destin ti venne in sorte.
Nel tuo partir, partì nel mondo Amore
     Et Cortesia, e ’l sol cadde del cielo,
     14Et dolce incominciò farsi la morte.

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