< Le rime di M. Francesco Petrarca
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Sonetto CCXLIII
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SONETTO CCXLIII.
S
Í breve è ’l tempo e ’l penser sì veloce Che mi rendon madonna così morta,
Ch’al gran dolor la medicina è corta:
4Pur, mentr’io veggio lei, nulla mi nòce.
Amor, che m’à legato et tienmi in croce,
Trema quando la vede in su la porta
De l’alma ove m’ancide, anchor sì scorta,
8Sì dolce in vista et sì soave in voce.
Come donna in suo albergo altèra vène,
Scacciando de l’oscuro et grave core
11Co la fronte serena i pensier’ tristi.
L’alma, che tanta luce non sostene,
Sospira et dice: - O benedette l’ore
14Del dì che questa via con li occhi apristi! -
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