< Le rime di M. Francesco Petrarca
Questo testo è incompleto.
Sonetto LXI Sonetto LXIII

SONETTO LXII.


S
E bianche non son prima ambe le tempie,

     Ch’a poco a poco par, che ’l tempo mischi;
     Securo non sarò, bench’io m’arrischi
     4Talor', ov’Amor l’arco tira, ed empie.
Non temo già, che più mi strazi, o scempie,
     Nè mi ritenga, perch’ancor m’invischi;
     Nè m’apra il cor, perchè di fuor l’incischi,
     8Con sue saette velenose, ed empie.
Lagrime omai da gli occhi uscir non ponno;
     Ma di gir infin là sanno il viaggio;
     11Sì, ch’appena fia mai chi ’l passo chiuda.
Ben mi può riscaldar il fiero raggio,
     Non sì, ch’i’ arda; e può turbarmi il sonno,
     14Ma romper nò, l’imagine aspra, e cruda.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.