< Le rime di M. Francesco Petrarca
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Sonetto LXXXIV Sonetto LXXXVI

SONETTO LXXXV.


A
Vventuroso più d’altro terreno,

     Ov’Amor vidi già fermar le piante,
     Ver me volgendo quelle luci sante
     4Che fanno intorno a sè l’aere sereno:
Prima poria per tempo venir meno
     Un’immagine salda di diamante;
     Che l’atto dolce non mi stia davante
     8Del qual’ ho la memoria e ’l cor sì pieno:
Nè tante volte ti vedrò giammai,
     Ch’i’ non m’inchini a ricercar dell’orme
     11Che ’l bel pie’ fece in quel cortese giro.
Ma se ’n cor valoroso Amor non dorme;
     Prega, Sennuccio mio, quando ’l vedrai,
     14Di qualche lagrimetta, o d’un sospiro.

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