< Le rime di M. Francesco Petrarca
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Sonetto XLIV Canzone XIV

SONETTO XLV.


L
A guancia, che fu già piangendo stanca,

     Riposate su l’un, signor mio caro;
     E siate ormai di voi stesso più avaro
     4A quel crudel che suoi seguaci imbianca:
Coll’altro richiudete da man manca
     La strada a’ messi suoi, ch’indi passaro,
     Mostrandovi un d’Agosto, e di Gennaro;
     8Perch’a la lunga via tempo ne manca:
E col terzo bevete un suco d’erba;
     Che purghe ogni pensier che ’l cor' afflige;
     11Dolce alla fine, e nel principio acerba:
Me riponete ove ’l piacer si serba,
     Tal, ch’i’ non tema del nocchier di Stige;
     14Se la preghiera mia non è superba.

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