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II. Il Canto del dubbio
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II.

IL CANTO DEL DUBBIO.


 
Tace nella notturna estasi il cielo:
come d’oblìo profondo
in un magico avvolto immenso velo
cade nel sonno il mondo.

— O luna! apporti al core, che le aspetta,
le soavi novelle?
Ancor m’ama? — Risponde: — È tardi, ho fretta:
domandalo a le stelle. —

Da le stelle qualcun par che mi guardi
pietoso... — Oh dite! ancora
m’ama? — E gli astri rispondono: — È già tardi,
domandalo all’aurora. —


Mesta l’aurora ecco dal mar salire
velata insino ai piedi.
— M’ama? — Chiedo. Risponde: — Io nol so dire;
alle nubi lo chiedi. —

E delle nubi alla crescente notte
ecco il mio grido suona.
Rispondono con lagrime dirotte:
 — Povero cor!... Perdona! —

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