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L’ORA.
Un altro squillo, un attimo, e fischiando,
ansando, col fragor del tuono, è in fuga
novellamente. Accorrono le genti,
s’affrettano, s’accalcano, assaltando
i carri. Lesti, via! chè non attende
la vaporiera!...
Senza annuncio e senza
fragor, ben altra pellegrina in celere
corsa pur viene, e noi dati ai letarghi
accidiosi d’infecondi giorni
non la vediamo nè l’udiamo, eterea
giungere. Bene incontro a lei potremmo
affrettarci, traendo opra e pensiero
alle regioni dell’amore o della
gloria; ma inerti a rimirar mutevoli
forme di nubi, o qualche antico sogno
risognando, indugiamo in folli attese
di prodigi. Così, mentre si attarda
fascinato da vane ombre lo spirito,
ecco, una direttissima è passata
tacitamente per l’eternità.