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Vittoria Aganoor - Leggenda eterna (1900)
Sogno
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SOGNO.
Io con iscalzi piedi, o Damone,
non vado ai campi, nè mai con braccia
ignude, ed alto nella nodosa
mano il vincastro, guidai la fulva
giovenca al verde fonte, nè filo
l’umile canape, nè mai sui tini
salgo a pigiare l’uve, nei giorni
alla vendemmia sacri e di canti
lieti e d’amori. Io non conobbi
mai la divina libertà; mai
la gran dolcezza pur dei ritorni
sul vespro estivo con lui, che tutto
il dì fe’ sempre balenar presso
al mio falcetto, tra’ solchi, il suo.
Tornare sotto le stelle, stanca
e pur beata, fra l’altre tante
compagne, e pure sola con lui,
tacendo e pure tante e amorose
parole udendo, dicendo... Oh immenso
sogno di gioia che me, rinchiusa
qui tra le seriche pareti, accende
d’un desiderio folle di vita!
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