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IV. — Le profezie delle cerimonie
Profezie - III Profezie - V

IV. - LE PROFEZIE DELLE CERIMONIE.

De’ morti che si vanno a sotterrare.

I semplici popoli porteran gran quantità di lumi per far lume ne’ viaggi a tutti quelli che integralmente han perso la virtù visiva. O umane sciocchezze! vive pazzie! (Questi due epiteti vanno nel principio della proposizione).


Del pianto fatto il venerdì sancto.

In tutte le parti d’Europa sarà pianto da gran popoli per la morte d’un solo omo.


De’ cristiani.

Molti, che tengon la fede del figliolo, sol fan templi nel nome della madre.

De’ preti che dican messa.

Molti fien quelli che, per esercitare la lor arte, si vestiran ricchissimamente: e questo parrà esser fatto secondo l’uso de’ grembiuli.


De’ preti che tengano l’ostia in corpo.

Allora tutti quasi i tabernacoli, dove sta il corpus domini, si vederanno manifestamente per se stessi andare per diverse strade del mondo.


De’ frati che confessano.

Le sventurate donne, di propia volontà, andranno a palesare a li omini tutte le loro lussurie e opere vergognose e segretissime.


Delle pitture de’ santi adorati.

Parleranno li omini alli omini, che non sentiranno; aran gli occhi aperti, e non vedranno; parleranno a quelli, e non fie loro risposto; chiederan grazie a chi arà orecchi, e non ode; faran lume a chi è orbo.

Delle scolture.

Ohimè! che vedo il Salvatore di novo crocifisso.


De’ crocelissi venduti.

Io vedo di novo venduto e crocifisso Cristo, e martirizzare i sua santi.


Della religione de’ frati che vivano per li loro santi, morti per assai tempo.

Quelli che saranno morti, dopo mille anni, fien quelli che daranno le spese a molti vivi.


Del vendere il Paradiso.

Infinita moltitudine venderanno pubblica e pacificamente cose di grandissimo prezzo, sanza licenza del padrone di quelle, e che mai non furon loro, ne in lor potestà, e a questo non provvederà la giustizia umana.


De’ frati che spendendo parole ricevano di gran ricchezze, e danno il Paradiso.

Le invisibile monete fàran trionfare molti spenditori di quelle.


Delle chiese e abitazion de’ frati.

Assai saranno, che lascieranno li esercizî e le fatiche e povertà di vita e di roba, e andranno abitare nelle ricchezze e trionfanti edifizî, mostrando questo esser il mezzo di farsi amico a Dio.


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