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Della compassione.
di sperare, che se voi (com’io credo) siete mai stato amante haverete cognitione di quanto come amante patisco, e vi contenterete d’accompagnar questi miei amorosi tormenti con la vostra pietà. S’io ho preso ardire fidata in quella gentilezza, che nel vostro generoso sembiante si scorge di manifestarvi gli affanni miei, voglio creder fermamente, che debba giovarmi, perche l’huomo, che ’n voce o ’n scrittura, ascolta o legge gli altrui mali, si muove à compassione, e quella compassione molte volte è mezana d’amore: conciosiacosache l’anima mossa à pietà delle udite, o lette miserie à poco à poco muta la compassion del dolore in benivolenza, e la benivolenza si trasforma in amore. Voglia dunque colui, che di così bel fuoco m’accese, che non sia vano ciò, ch’io dico, e che voi leggendo i miei dolori, e le le mie fiamme, riceviate nel vostro bellissimo seno un minimo de’ miei tormenti, & una picciola favilla del mio fuoco.