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Dell’istesso.
credano à i lor martiri, e ’l maggior contento, ch’i’ m’habbia e ’l saper fermamente, che voi non crediate al mio dolore; ma perche questo non è credibile, io non vi sforzo à crederlo. Gioiscono quelli, che amano quando è lor conceduto di poter significar, con parole, o con lagrime gli affanni, per cui languiscono; ma io stimerei, che l’amor mio fosse molto picciolo, & i miei dolori molto leggieri, ogni volta, ch’io potessi, con mezi tanto facili significarli; e perche questa par cosa falsa, io non vi consiglio à crederla, accioche non impariate à creder la falsità. S’allegrano gli altri innamorati, quando ricevono il premio della servitù loro, & io mi compiaccio di viver sempre, senza guiderdone; ma perche questo par impossibile, passerollo sotto silentio, non volend’io, che voi crediate se non le cose possibili. Tacerò ancora l’amor mio, tacerò quelle interne passioni, che mi conducono à morte, perche, com’io dico, son’incredibili, e quand’io le scrivessi, voi non le credereste.