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XLIV. A Cassiano del Pozzo
XLIII. Al cardinale Alessandro d'Este XLV. Al medesimo

XLIV

A Cassiano del Pozzo

Voglia premurare i superiori del Campanella perché questi richiedano il prigioniero a Madrid, non che ottenga a fra Dionigi da Castelvetere di poter venire a Roma per negoziare le cose del maestro.

Molt’illustre signor mio osservandissimo,

Non so se Vostra Signoria ha ricevuto un’altra mia dentro il piego di Tomaso de Franchis, dove la ringraziavo dell’affezione verso la virtú e cortesia verso me; e pregavo che s’adoperasse ch’il padre generale o il protettor illustrissimo del mio ordine mandasse un memoriale in nome della religione al re cattolico cercandoli la persona mia, perché mi vien avvisato da consiglieri di stato che questo si desidera per concedermi a miei superiori, giá che sono stanchi, e san che non mi pònno tener in conscienza per il breve surrettizio ch’impetrâro da Clemente VIII, e né anco l’osservare, mentre vuole che si proceda usque ad sententiam inclusive; e perché non hanno in che sentenziarmi, non vònno spedirmi.

Di piú, la prego che ottenga dal padre generale o dall’illustrissimo protettore Borghese una licenza in persona di fra Dionigi di Castelvetere, mio discepolo, lettor in teologia, che possa venir in Roma a negoziar le cose mie. E son certo che ci vederemo nell’anno santo, s’io arrivo a questi favori. Potrá avvalerse del signor secretano Ciampoli e del signor Ascanio Filomarino, e dell’autoritá dell’illustrissimo suo cardinale. Non dico piú a chi è ben affetto per natura e per virtú, a cui fa ingiuria la preghiera. Dio la conservi a sua gloria. Amen.

 Napoli, 25 di giugno 1624.

Di V. S. molto illustre
servitore affezionatissimo
Fra Tomaso Campanella


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