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A Roma
San Matteo, 26 aprile 1624
Molto Illustre e Amatissimo Signor Padre.
Grandissimo contento ci ha apportato il sentire (per la lettera mandata d’ordine di V. S. a M. Benedetto) il suo prospero viaggio fino in Acquasparta, e sommamente ne ringraziamo Dio benedetto. Godiamo anco dei favori che ha ricevuti dal signor Principe Cesis, e stiamo con speranza d’aver occasione di molto più rallegrarci, quando intenderemo il suo arrivo in Roma, essendo V. S. stata da gran personaggi tanto desiderata, ancorché io mi persuada, che questi suoi contenti siano contrappesati con molto disturbo, mediante l’improvvisa morte del signor D. Virginio Cesarini da lei tanto riverito ed amato. Ne ho preso io molto disgusto, solamente pensando al travaglio che averà avuto V. S. per la perdita di così caro amico, e tanto più ch’era così vicino a doverlo presto rivedere; e certo che questo caso ne da materia da considerare quanto sieno fallaci e vane tutte le speranze di questo mondaccio.
Ma, perché non vorrei che V. S. credesse ch’io voglia sermoneggiar per lettera, non dirò altro, salvo che, per avvisarla dell’esser nostro, gli dico che stiamo benissimo, ed affettuosamente la salutiamo, in nome di tutte le monache. Ed io gli prego da nostro Signore il compimento d’ogni suo giusto desiderio.
figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.