< Lettere al padre < 1633
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Lettera 81
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A Roma

San Matteo, 9 aprile 1633

Molto Illustre e Amatissimo Signor Padre.

Sabbàto passato veddi la lettera che V. S. scrisse al signor Andrea Arrighetti, e particolarmente mi dette gran contento quel sentire ch’Ella non solo si vada conservando in sanità, ma più presto va guadagnando qualcosa con l’aiuto della quiete dell’animo che gode, mentre che spera placida e presta spedizione del suo negozio; del tutto sia sempre lodato Dio benedetto, dal quale principalmente derivano queste grazie.

Ebbi anco molto caro d’intendere che V. S. presentò la mia lettera all’eccellentissima signora Ambasciatrice, dal che fo conseguenza non essere stato sconvenevole, come temevo, il domandarle quella grazia, la quale con il suo favore spero d’ottenere, promettendomi la sua incomparabil cortesia ogni possibil diligenza per impetrarla. Desidero che V. S. supplisca per me con far seco i dovuti complimenti; e oltre a questo da V. S. desidero nuove grazie, non per me sola, ma per Suor Arcangelo, la quale, per grazia di Dio, oggi a tre settimane, che sarà l’ultimo del presente, deve lasciar l’offizio di Provveditora, nel quale fino a qui ha speso cento scudi e davantaggio; ed essendo in obbligo di lasciarne 25 in conserva alla nuova Provveditora, non avendo assegnamento di nessuno, io vorrei, con licenza di V. S., accomodarnela di quelli che tengo di suo, tanto che questa nave si conduca in porto, che veramente, senza l’aiuto di V. S., non arrivava nemmeno alla metà del viaggio. Ma non occorre ch’io mi affatichi in esagerar questo, quando sarà dichiarato il tutto con dire, che tutto il bene ch’aviamo, che ne aviamo tanto, o quello che possiamo sperare e desiderare, l’aviamo e speriamo da lei, dalla sua più che ordinaria amorevolezza e carità, con la quale, oltre all’aver compitamente sodisfatto all’obbligo d’allogarne, continuamente ne sovviene tanto benignamente in tutti i nostri bisogni: ma V. S. vede che la remunerazione gliene dà per noi Dio benedetto, al quale piaccia pure, con la sua conservazione e prosperità, di mantener lei e noi lungo tempo felici. Il dolore eccessivo che sento in un dente m’impedisce il poter più lungamente scrivere, sì che non li darò altra nuova, se non che Giuseppe va migliorando, e che noi tutte stiamo bene: insieme con la Piera e tutte la salutiamo affettuosamente.

figliuola Affezionatissima

S. M. Celeste.

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