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Ad un critico
La guerra d'Oriente A Clelia 3

Se per lo stil sol vivono
  I libri, i miei morranno;
  I tuoi volumi, o Gellio,
  Eterna vita avranno.

Così fia noto ai posteri
  Fin del mio nome ignari
  Che visse al nostro secolo
  Un asino tuo pari.


Note

L’opinione, accreditata dai pedanti, che la vitalità dì un lavoro letterario dipenda più che altro dalle bellezze dello stile, non trova appoggio nei fatti. Le commedie del Goldoni, scritte in lingua negletta, sopravvissero a quelle del Nota forbitissime. Si leggono con diletto le tragedie di Shakespeare tradotte in prosa non sempre elettissima dal Rusconi, non quelle di molti poeti italiani irriprovevoli per la sonorità del verso e per altri pregi dì forma. Autori encomiatissimi per la forbitezza dello scrivere, quali il Caro, il Giordani, il Tommaseo, ecc. ecc., trovano oggidì pochi lettori, mentre il Bandello ed altri novellieri antichi, non hanno cessato di dilettare col semplice prestìgio della originalità e della naturalezza sbadata. Si può essere teste da rapani e far dei libri raccomandabili come testi di lingua.

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