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Liriche di Aurelio Mancini
IV - Ermes Stampa IV - D’incerto

AURELIO MANCINI


LA DONNA CHE BACIA IL PAVIMENTO DELLA CHIESA

     Bianca il sen, bionda il crin, bruna le spoglie,
lá nel tempio divin, con sacri accenti,
Lilla baciava, al cielo i lumi intenti,
ippocrita d’amor le sacre soglie.
     Arsi io di sdegno, allor ch’a le mie voglie
sempre schivi trovai quei labri ardenti;
ma pensai che baciare i sassi algenti
sol dee colei che cor di sasso accoglie.
     Di quella bocca i stessi marmi, audaci,
come giá a Pirra ed a la tracia cetra,
corsero per baciar gli ostri vivaci;
     ond’io bramai mirar la testa tetra
del Gorgon, per poter vago di baci
cangiarmi in sasso o trasformarmi in pietra.

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