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Questo testo fa parte della raccolta Rime scelte di poeti del secolo XIV/Franco Sacchetti


     Ma’ non senti’ tal doglia
Quant’è con fede amare
Donna, che abbandonare
4Po’ mi convien e gir contro a mia voglia.
     Amor, tu mi facesti
Venir in un paese da me strano,
E in quello mi prendesti
8Per farmi poi da’ begli occhi lontano.
Il mare il monte e ’l piano
Non so com’io trapassi,
Ch’e’ mie’ dogliosi passi
12Non mi mettan ogn’ora a mortal doglia.
     Come potrà soffrire
Il cor penoso che la luce mia
Si convegna partire
16Da quella che veder sempre disìa?
Lasso!, ch’al tutto fia
Distrutta mia valenza,
Quando la sua presenza
20Mi vedrò allungar con grave doglia.
     Una speranza alquanto
La mente trista imaginando porta,
Chè tal’or nel mio pianto
24Giugne il pensier che dice — Or ti conforta;

Chè la dimora corta
Sarà, se tu vorrai,
E ritornar potrai. —
28Ma questo ogn’or m’accende maggior doglia.
     Ballatetta, con pena
Mi movo, e vonne sì come colui
Che alla morte si mena,
32Senza sperar d’aver aiuto altrui.
Però tu sola, in cui
Ogni mio stato posa,
Rimanti dolorosa
36Cantando a questa donna la mia doglia.

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