< Monte Baldo
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Commentario sull'Amomo
Tavola delle piante

COMMENTARIO

NÈ TRATTATI

di Dioscoride, et di Plinio

DELL'AMOMO,

Dell'Eccellentiss. Signor

NICOLO' MAROGNA.

MEDICO, E FILOSOFO VERONESE.

Da Francesco Pona dal Latino tradotti.

CON PRIVILEGIO.


IN VENETIA, M· DC· XVII·


Appresso Roberto Meietti.


ALL'ILLUSTRISSIMO

SIGNOR

NICOLO' CONTARINI.


E à gara concorrono à pagar tributo al mare de' loro humori diversi fiumi; se tutte le parti del corpo studiano quasi è rivali tra le stesse, d'impiegarsi ove la volontà le muove, troppo à me fora parso sconvenevole, che picciolo zampillo d'acqua havesse voluto altrove torcer il corso, ed'in altro porto ricettarsi, che ove la sua fonte, così caramente accolta; et che il piede havesse voluto altrove girar il corpo, che nella parte dal capo seggio dell'intelletto impostagli; Onde per que-


ste
ste cagioni, ILLUSTRISSIMO SIGNORE,

mi son mosso à donare al glorioso nome di V.S. la presente Opera; indegna certo, se al vestito si riguarda, d'esser da Lei gradita, mà rispetto alla dottrina di huomo si raro qual' era l'Eccellentissimo Signor Marogna di fel. mem. dignissima d'esser da Quella con buon'occhio accettata. Non isdegni con questa V. S, Illustrissima di ricevere gratiosamente l'humissima mia divotione e servitù, com'io col più interno dell'affetto sommamente gliele offero, et consacro. Da Verona lì I0. di Marzo. M.DC.XVI.



Di V. S. Illustrissima




Humiliss. et devotiss. servidore






Francesco Pona.

A' LETTORI.

NCHE i valent'huomini Semplicisti durano fatica ad imbroccarla d'alcune Piante, quando se ne stanno alle primiere pullulationi, nel farne guidicio. Perciò non dovrete voi, discreti Lettori, giudicarmi da questa bozza. La presente tradottione fù fatta da me cinqu'anni sono, nel sestodecimo della ma vita, più per commandamento del Padre, che per gusto ch'io ne havessi; poiche come la materia de' Semplici era lontana dagli studij della Filosofia, à quali all'hora attendevo, così il trattato in que' discorsi era cosa poco gradita allo'ngegno d'un giovane; onde non dovrà parervi miracolo, se la troverete poco meno che piena di scaglie, poiche non l'hò limata, ne strebbiata punto; e mi valsi di lingua (per i termini necessarji) più tosto acconcia al soggetto, che all' uso fi de' buoni. Non l'habbia la cortesia vostra à disgrado, qual ella si sia, et aspettate intanto da me cosa di soggetto più dolce, e meglio vestita, et adorna. Vivete felici. Adi 12. Genaro 1617.






Francesco Pona.

Ad Franciscum Ponam



COMMENTARIUM

DE AMOMO

IN LINGUAM ITALICAM

VERTENTEM.



Andreas Chioccus Medicus.


GREGIAM Latio Plantam donarat amicus Nicoleos, tenebris eruit atque suis, Illam met Patrio eloquio Francisce refringis Ingenij promens vivida spectra tui; En verax Vates, vulgò nascetur Amomum

(Dixit, in Hesperio pullulat eccè Solo.)

DESCRITTIONE

DELL'AMOMO

INDIANO.

AMOMO da noi descritto non è altrimenti intiera pianta, ma frutto, del quale mostriamo il ritratto, il quale è dalla natural sua grandezza à punto. E' adunque un picciol racemo, senza picciuoli, che nasce da un sol fusto in se stesso strettamentecongiunto, et à guisa d'Uva ristretto. Questo è composto di diece, o dodeci granelle al più, ò fibrosi follicoli, che à vicenda si schiacciano; quasi che tra loro contrastino, chi di loro il luogo occupar debba; è il grappolo sostenuto da un rotondo legnetto, di lunghezza del dito Pollice, venoso, odorato, mordace, et di spesse foglie coperto, alcune delle quali, cioè le minori, sono à guisa di picciol squamme ordinate, ne' luoghi, ove mancano le granella: le maggiori poi à sei à sei circondano gli follicoli, et allo'ntorno gli formano un calice, della forma à punto di quello, che communemente nelle Noci Avellane si vede. Delle più lunghe foglie tre sono di lunghezza di mez'oncia, l'altre tre sono alquanto più corte. Queste sono molli, venose, acri, et odorate, ma quelle in particolare, che vestono le granella, hanno molta simiglianza à quelle del Melo granato, spesso nella cima ravvolte, et di rado intiere, sì che à pena spuntano da' grani dell'Amomo, il che si dee creder che avvenga dal fricarsi


à vi-
8 DESCRITTIONE

à vicenda, che fanno le foglie, et che per la lunghezza del viaggio si spuntino. La grossezza, et forma de' granelli è rotonda, à guisa delle granelle dell'Uva commune; Gli follicoli hanno alcune filamenta, ò vene, che dir vogliamo, che à guisa di linee sono tirate per la lunghezza; hanno di più tre solchetti per cadauno, quale tengono trà se tant'altre picciol rilevature, che mostrano gli tre ordini interni de' semi; Cadauno granello ha in se tre divisioni di semenze; queste sono trà se divise, da tre sottilissime cartilagini, ogn'una hà molti semi angolari, nella stessa delicata membrana avvolti, l'uno all'altro in maniera tale stivato, et ristretto, che se bene molti sono, nulladimeno tre soli lunghi semi appaiano. Il colore in tutto un racemo è conforme, in alcuni pallido, in alcuni bianco, et in altri rossiccio; Nel bianco racemo per ordinario si trovano semi immaturi, et vani; Nel rossiccio allo'ncontro si soglion vedere molto più sodi, et compiuti; questi estrinsecamente dal rosso volgono al nero, nell'interno, sono di sostanza bianca, duri sì, ma non molto difficili al rompersi, come quelli del Cardamomo; L'odor del racemo è grande, ma soave, et naturale, non ascititio, che in parte à quello della volgar Lavendula s'assomiglia, se bene è più grato. Tratti i semi del follicolo, spirano odore più acuto, et grave, ma non così buono; Il follicolo, et i semi sono nella stessa guisa aromatici; et acri, se bene l'acrimonia del grappolo si minuisce, et debilita; ne'nudi semi più penetrante

si sente, et ch'in parte alla volgar Camphora s'avvicina.

DELL'AMOMO INDIANO. 9




















Ci restano hora gli scritti di molti Antichi, che scrissero dell'Amomo, tra Greci furono Theofrasto, Galeno, et Dioscoride, tra Latini Plinio: se bene Galeno, et Theophrasto hanno molto parcamente di ciò trattato, non havendone al-


B cuno
10 DESCRITTIONE

cuno di essi lasciato la descrittione; Imperoche Theophrasto annoverò l'Amomo tra quelli Aromati, de' quali si suol servire nelle compositioni, de' più stimati Unguenti, et Galeno ne assegnò le facoltà, et di più gli diede nome di racemo, senza darne però la descrittione; et da questi Autori altri non l'hà potuto cavare. Ma Dioscoride, et Plinio, compatriota nostro, hanno lasciato descrittioni tali dell'Amomo, che se insieme si pongono, si può havere chiara, et vera notizia di esso. Et quelli Moderni, che si sforzano di separare queste due descrittioni, non altro s'affaticano di fare, che in oscurissime tenebre ascondere il vero Amomo, poiche levano questi ogni auttorità a Plinio, come che non lo habbi conosciuto, anzi che habbi descritto pianta in tutto da quella diversa, che per Amomo mostra Dioscoride, et gli Antichi; et la danno à Dioscoride assoluta. Hò adunque proposto di interpretare à parte à parte le descrittioni di questi due Autori, lasciateci in questo proposito, et dopo paragonate sì le parole, come i sentimenti, investigare, se amendue questi Scrittori, habbiano havuto openione conforme circa l'Amomo, ò pure se diversamente habbiano stimato.

Daremo adunque principio à dichiarare quello che ci lasciò Dioscoride nel libro primo della Materia medicinale.





COM-

11

COMMENTARIO

DELL'AMOMO

SOPRA LE PAROLE DI DIOSCORIDE

A’μομόν Ϭςι θαμνίσκος οἱονεὶ Βότρυς &c.

Dell'Amomo.

MOMUM est paruus frutex, cuius fructus est, sicuti Uvæ racemus, ex ligno convolutus in se ipsum. Habet autem, et florem paruum, veluti albæ violæ, folia verò Viti albæ similia: Optimum est Armeniacum, quod ad auri colorem inclinat; habetque: lignum subcirrum odoratum valde. Sed Medicum, quia in campestribus, et aquosis locis nascitur, invalidius: est autem magnum, et sub viride, et ad tactum molle, venosum lignis, quod ad origani odorem tendit, Ponticum verò subcirrum, non longum, neque fractu contumax, racemosum, fructus plenum, atque odore sensum feriens. Eligito autem recens, et album, vel subrubrum, non coactum, vel connexum, solutum autem, et diffusum, seminis plenum, simile parvis uvis, grave, valde odoratum, sine carie, et acre, gustum mordens, simplex colore non varium. Facultatem autem habet calefaciendi, adstringendi, exsiccandi, somnum conciliat, et dolorem lenit


B 2 fron-
12 DESCRITTIONE

fronti illitum:inflammationes, et meliceridas concoquit, et discutit; Iuvat etiam Scorpionum ictus, cum Ocymo compositum; Podagricis prodest, lenitque; oculorum inflammationes, atcque eas, quæ sunt in visceribus, cum Uva passa ad mulierum autem morbos, et impestis, et in infessionibus utile. Decoctum ipsius potum convenit hepaticis, nephriticis, podagricis; Miscetur autem, et Antidotis, et pretiosissimis unguentis. Adulterant verò aliqui Amomum, ipsa vocaca Amomide, simile existente Amomo inodoro quidem, et sine fructu, quæ nascitur in Armenia, floremque habet similem Origano. Oportet autem in huiusmodi probationibus fragmenta vitare; Eligito autem, quæ ab una radice habent surcum, los integros.


TRADUTTIONE.

L'Amomo è un picciol arboscello, il frutto del quale quasi grappolo d'Uva, dal legno in se stesso si ravvolge. Hà il fiore picciolo à quello simile delle Viole bianche, et le foglie, che s'assomigliano a quelle della Vite bianca, ò Brionia. Il più eletto vien trasportato d'Armenia, il cui colore è simile à quello dell'oro, et hà il legno rossiccio, et odoratissimo; Ma quello di Media, perche nasce in luoghi campestri, et acquosi, vien prodotto men buono; questo è grande, delicato al toccare, verdiccio, di legno venoso, et d'odore, che à quello dell'Origano s'avvicina; Quello che nasce in Ponto rosseggia, è rotondo, facile da rompersi, racemoso, di


semi

DELL'AMOMO INDIANO. 13

semi ripieno, et che con la gravità, et acutezza dell'odore ferisce le narici. Si deve adunque sciegliere quello, ch'è più fresco, bianco, ò che rosseggia, non troppo ristrecto, od' in se stesso ravvolto, ma che sciolto s'allarghi, pieno di semi, simile alle picciol Uve, grave, molto odorato, senza tarlo, acre, mordace al gusto, d'un sol colore, et non variato. Hà facoltà di scaldare, astringere, essiccare, provoca il sonno, et applicato alla fronte allegerisce il dolore di capo; risolve, et matura l' infiammagioni, ò posteme, Meliceridi chiamate. Giova anco alle punture de gli Scorpioni, applicato con Basilicò misto, et alle podagre, ò gotte. Minuisce l'infiammagioni degli occhi, et preso con uva passa scema quelle dell'interiora. Giova alle purghe delle donne, et è utile negli supposti, che s'applicano à quelle parti, et ancora alle parti di dietro. Il suo decotto, bevuto; apporta beneficio à quelli, che patiscono il fegato, ò indispositioni delle reni, ò podagra. Questo s'usa nelle compositioni degli Antidoti, et de' più pretiosi Unguenti; Si falsifica con un'altra pianta à lui simile, detta Amomide, ma senza odore, et priva di frutto, la qual nasce in Armenia, et hà fiore à quello dell' Origano somigliante; Si deve adunque in queste prove guardare da' fragmenti, et eleggere gl'interi sarmenti, che da una sol radice provengono.



COMMENTO.


I N questo libro della materia Medicinale descrive Dioscoride que' semplici medicamenti, li quali, overo egli hà di veduta conosiuti, ò la cognitione de' quali hà cavata dalle


uniformi
14 DESCRITTIONE

uniformi openioni, di molti Auttori Antichi, ò pure di quelli, che con diligente inquisitione hanno (ciò ricercando) col mezo degli habitanti, ove cotali medicamenti nascono, investigato; il che d'haver seguito afferma lo stesso Dioscoride nel Proemio di questo libro. Dobbiamo adunque in questo nostro Discorso separare ciò, che è stato dallo stesso Dioscoride coi proprij occhi veduto, da quello, che ò dalla continua lettura ha cavato, overo da ciò, che intorno tai cose hà udito dire. La qual distintione, essendo stata da Moderni tralasciata, non poco è rimasa interrotta, et offuscata la cognitione deill'Amomo; Procuraremo perciò in questa nostra dichiaratione di fare tre cose in particolare, l'una delle quali sarà, l'esporre con somma chiarezza le parole di Dioscoride. La seconda, per quanto sia possibile, cavarne i veri, et proprij sensi, in quello principalmente, che è portato come propria openione dall'Auttore. L'ultima sarà a' debiti luoghi investigare se il grappolo Indiano possieda le conditioni, che sono da Dioscoride al suo Amomo attribuite. Habbiamo voluto mandar avanti queste poche parole, stimando, che siano per dar molto lume à quella, che seguendo siamo per dire.

Amomum est parvus frutex, cuius fructus est sicuti Uvæ racemus, ex ligno convolutus in seipsum. Habet autem, et florem parvum, veluti albæ violæ, folia verò viti albæ similia.

L'Amomo è un picciolo arboscello, il frutto del quale, quasi grappolo d'uva, dal legno in se stesso si ravvolge. Hà il fiore picciolo, a quello simile delle viole bianche, et le foglie, che s'assomigliano à quelle della vite bianca, ò Brionia.


Queste

DELL'AMOMO INDIANO. 15

Queste parole da noi fraposte, Il frutto del quale è, non si veggono nel Greco, ma perche il senso di Dioscoride ci pareva manchevole, oscuro, et falso, habbiamo giudicato dover emendarsi con le sodette parole, le quali per quanto stimano, levano ogni difficoltà, che dalla commune, et scorretta lettura avvenir possa; Nell'espor poi questa particola, che hora habbiamo per le mani, mostraremo da qual ragioni spinti siamo venuti all'emendatione del Testo, et tutto che il grappolo dell'Amomo solamente appresso gli Antichi fosse in uso, si come con la gratia di Dio siamo per far vedere, in questo nostro Commento; Dioscoride nondimeno non tralasciò di descrivere la pianta tutta, per abondanza maggiore di dottrina; la qual dice essere un picciol arboscello, che produce i frutti in guisa di grappolo, et hà picciol fiore, simili à quelli delle bianche viole, et le foglie che s'assomigliano a quelle della Brionia.

Amomum |l'Amomo: osservo, che questa voce è antichissima, della qual anco Theophrasto si serve. Io stimo questa voce essere Indiana, come anco è Indiano il frutto stesso; non voce Araba, come alcuni de' Moderni han voluto, gli quali mentre dagli Arabi ricercano l'Etimo dell'Amomo, due volte in una sol cosa commettono errore senza fondamento; Prima perche dicono Amomo esser voce Araba, non Indiana; dapoi, perche tengono per cosa più che chiara, che la lingua de gli Arabi si sia, dal tempo di Theophrasto, sino a questo nostro conservata sempre nella intiera sua purità. Significa poi questa voce, Amomo, sì la pianta tutta, dicendo Dioscoride, l'Amomo è un picciol frutice, come anco il racemo, come parte più nobile, et principale nell uso della Medicina, di-


cendo
16 DESCRITTIONE

cendo Dioscoride il Pontico racemoso: Eleggerai il simile alle picciol uve; si meschia ne gli pretiosissimi unguenti, et Antidoti, ne' quai luoghi tutti, sempre reassumer si deve la voce Amomo, del quale tratta Dioscoride, che poi questo Amomo sia racemo, à suo luogo, lo faremo manifestamente vedere.

Est parvus frutex.] É un picciol arboscello. Mentre descrive l'Autore la pianta dell'Amomo, assegna anco il commune suo genere θαμνίσκον, picciol arboscello, ma di lui tace l'altre communi, et proprie differenze, com'à dire la natural sua grandezza; A'qual pianta s'assomigli; La grossezza, ò sottigliezza delle radici; La delicatezza, ò ruvidezza della corteccia: di più non move parola della positura de' rami, cioè, se siano rari, ò densi, se con ordine, ò confusamente situati; Non è adunque fuor di proposito da sì breve modo di descrivere il sospettare, che il testo Greco, anco in questo luogo sia manchevole, et che vi si debba legger questo Epiteto di Myrtuoso, co'l quale descrive, et nomina Plinio il frutice dell'Amomo, ò pure vi si debba intendere voce simile più espressiva, et che compiutamente descriva il fruttice dell'Amomo, ò più tosto si deve dire, che Dioscoride à bella posta poche parole spendesse in descrivere questa pianta, come che all'hora notissima fosse, ò pure perche mai non vide per avventura la pianta d'esso come rarissima, et forastiera; et perciò habbi dato la definition sua molto ristretta. Habbiamo veramente da Theophrasto, da Dioscoride, et da Plinio, l'Amomo esser pianta forastiera; che la pianta poi dell'Amomo fosse inutile alle compositioni degli Antidoti, et de Medicamenti, et che solo per fama fosse da gli Antichi conosciu-


ta,

DELL'AMOMO INDIANO. 17

ta, poco più sotto, dalle parole di Dioscoride lo faremo vedere. Si deve adunque stimare, che la pianta dell'Amomo non fosse giamai stata veduta da Dioscoride, et per cotal cagione, seguendo in ciò de gli Antichi Semplicisti le pedate, portasse di quella così breve descrittione, havendo allo'ncontro l'istesso Auttore minutamente descritto il grappolo dell'Amomo, come quello, del quale gli Antichi si servivano, et che di veduta conoscevano.

Cuius fructus est.] Il Frutto del quale è; che la pianta dell'Amomo; dalle cose di Dioscoride sodette, produce il fiore simile alla bianca viola, si dee anco creder, ch'egli il frutto produca, poiche c'insegna la Natura, che le piante, le quali fioriscono, non mai, ò di rado sogliono esser di frutti prive; Ma lasciando da un lato le congietture, scrive apertamente Dioscoride, che la pianta dell'Amomo hà il suo frutto, quando dice, ll Pontico è racemoso, pieno di semi, et; s'elegga l'Amomo pieno di semi, simile alle picciol Uve. Plinio ancora conosce il frutto dell'Amomo, dicendo; L'Uva dell'Amomo è in uso dell'Indiana vite labrusca. Se così stà, non può tralasciar Dioscoride la descrittione del frutto, non tralasciando esso di descrivere i fiori et le foglie, altrimenti sarebbe l'Amomo del tutto inetto all'uso medicinale, non facendosi mai memoria, nè de' fiori, nè delle foglie, nelle compositioni de gli Antidoti. Di quì chiaramente si può vedere, che si deve_è ammettere in questo luogo la correttion nostra; L'Amomo un picciol fruttice (il frutto del quale è) à guisa di grappolo; però che, se la volgare lettura seguitiamo, l'Amomo è à guisa di grappolo, si doverà affermare, che Dioscoride habbi tralasciato la descrittione del frutto, cosa tanto quì necessaria, et


C che
18 DESCRITTIONE

che solamente habbi descritto la pianta dell’Amomo, et che quella con l'esempio del grappolo habbi dichiarato, come pare, che vogliano inferire questi Moderni, contro quali più a basso disputaremo

Est veluti uvæ racemus] è à guisa di grappolo d'uva A GUISA, è adverbio di similitudine, ò comparatione; col quale c'insegna Dioscoride il frutto dell'Amomo esser à guisa di grappolo; Si deve adunque dichiarare qual sia il frutto dell'Amomo, et quale sia il grappolo: cominciamo adunque da questa voce Grappolo. La significatione di Racemo, ò Βότριος, da' Greci è in due maniere intesa, poiche per quella communemente s'intendono tutti i frutti racemosi, nel qual sentimento à punto è pigliato Racemo da Theophrasto, poiche volendo dividere un volgarissimo genere di seme nelle differenze sue, sotto uno stesso genere pone spica, et racemo, pigliando un per l'altro, come quelli, che in tanto sono simili, in quanto che da una sol origine dipendono, et in tanto sono differenti, in quanto, che i semi per ordine nella spica situati, et disposti, et nel racemo sono l'uno all' altro ristretti; la dove manifestamente si vede Racemo largamente pigliato esser una congerie di semi, da un sol ramo prodotti: In questo stesso significato parlò Dioscoride, quando disse.


Nel secondo libro trattando del Pevere.

Racemos emittit grana ferentes.

Produce grappoli carichi di grani.


Nel libro quarto parlando del Ricino.

Fructum habet in racemis asperis


Hà il suo frutto in ruvidi grappoli.

Pli-

DELL'AMOMO INDIANO. 19

Plinio ancora, dove tratta di frutti, si serve di questo modo communissimo di pigliare il significato di Grappolo, con queste parole.

Dependent alia pediculis, ut Pira, alia racemis, ut uvæ, Palmæ, alia pediculis, et racemis, ut Hederæ, Sambuci.

Pendono alcune da picciuoli, come le Pera, altre da' grappoli, come l'Uve, et le Palme; altre da picciuoli, et grappoli, come l'Hellera, et il Sambuco.


Scrive lo stesso dell'Hellera.

Alijs densus acinus, et grandior, racemis in orbem circumactis, qui vocantur Corymbi: Item Selenitum, cuius est minor acinus, sparsior racemus.

Alcune hanno le granella più folte, et più grosse, et fà i grappoli rotondi, che Corimbi si chiamano; et l'altra specie, che Selenitio si chiama, hà minor animo, et grappolo più sciolto.

Et poco di sotto dell' Hellera Smilace soggiunge.

Fert racemos labruscæ modo, non Hederæ, colore rubro.

Fa i suoi grappoli à guisa di Labrusca, et non d'Hellera, di color rosso.

L'altra signification poi di questa voce Βόϩρυς dinota, non ogni sorte di racemo, ma propriamente esprime una loro specie manifestissima, cioè gli grappoli d'Uva, il che chiaramente da Theophrasto si vede, et dall'Autore, che scrive de' colori. Poiche scrive Theophrasto.

Pulveris excitationem, primis temporibus cum nigrescere uvæ incipiunt, damnari uvæ legit οἱ Βότρευς.


C 2 Che
20 DESCRITTIONE

Che si danna il sollevamento della polve, quando l'uve incominciano à farsi nere, et volendo dir uva, dice οἱ Βότρευς. Et l'Autore de' colori trattando, nota ne'grappoli due varietà di colori, successiva l'una; l'altra permanente, la quale nasce dalle ineguali, et successive concottioni, la dove appare, che non altro in questo luogo si deve intendere per racemo, ò Βότρυος, che il grappolo dell'uva. Conobbero questa significatione di Βότρυος alcuni dottissimi huomini, nelle lettere Greche, il Ruellio, et Marcello in particolare, i quali per questa Βότρυς intesero uva, ò grappolo d'uva, li quali modi di dire non sono tra se differenti, essendo che il racemo d'uva è l'uva intiera, et l'istessa uva intiera è il grappolo d'uva. Ma alcuni Moderni non intesero il sentimento di questa voce Βότρυος, volendo riprendere in ciò in Ruellio, come quello, che male havesse esposto questa voce Βότρυος, col nome dell'uva, nella qual cosa, à pieno diedero à conoscere quanto fossero ignoranti. Havendo adunque in tal modo distinta questa voce Βότρυς, resta da vedere, se il frutto dell'Amomo, debba, ò non debba esser racemo. Gli Antichi, non v'hà dubbio che stimarono, che il frutto dell'Amomo fosse racemo; poiche Dioscoride, descrivendo in questo capo le specie dell'Amomo, figura gli stessi racemi, et mentre tratta dell'elettione dell'ottimo Amomo, elegge il grappolo, come mostraremo nel dichiarare le parole di Dioscoride. Galeno poi elegge il grappolo dell'Amomo, Plinio chiamò il frutto dell'Amomo uva, et scrisse che il frutto dell' Amomo à guisa d'uva si ristringe. Oltre di ciò persuade la ragion istessa, che il frutto dell Amomo sia grappolo, essendo al grappolo somigliante; poiche se fingiamo, il frutto dell'Amomo es-


ser

DELL'AMOMO INDIANO. 21

ser unico, et dipender da un sol picciuolo, non potrà assomigliarsi al racemo, poiche qual similitudine può havere un sol frutto con un grappolo, il quale habbiamo veduto in Theophrasto esser una congerie di frutti? Di più, tanto è falso, che essendo unico, et solo, esser possa il frutto dell'Amomo simile al racemo, quanto che per à punto è contrario, che um sol frutto à grappolo s'assomigli, come nell'osservatione di Plinio si può vedere; Poiche, dividendo l'Autore i frutti; à frutti, che ad uno ad uno sono prodotti fà contrarij i grappoli, mentre dice. Alcuni da' picciuoli dipendono, come le Pera, alcun'altri da grappoli, come l'uve, le Palme. Hora ci resta da vedere circa il frutto dell'Amomo, à qual grappolo s'assomigli.

Primieramente adunque non si può dire, che il frutto dell'Amomo, che pure è racemo, sia quale è il communissimo grappolo, peroche niuna specie vien detta simile al suo genere, poiche non si dice l'Huomo esser simile all'Animale. Di più; se lo grappolo dell'Amomo fosse della forma istessa, che il racemo genericamente pigliato, un frutto stesso sarebbe tra se diverso, havendo molte differenze, che sono nel genere di Racemo, ò Grappolo, onde seguirebbe, che uno stesso frutto d'Amomo, fosse raro, et denso, il che però non può esser in alcuna maniera. Dioscoride finalmente non è solito, volendo dare la somiglianza di qualche pianta con altra, ò alcuna parte d'essa, dichiararla, ò darla ad intendere con la similitudine del genere communissimo, ma suole dichiarare le specie individue delle piante con la similitudine, et esempio, d'un'altra specie infima, come dire la foglia dell’ Amomo dichiara con la somiglianza, che ella hà con la foglia della Betonica, i fiori del-


lo
22 DESCRITTIONE

lo stesso compara à quelli delle viole bianche. Si deve adunque dalle sodette cose conchiudere, che Dioscoride dà ad intendere il grappolo dell'Amomo, con l'esempio, ò similitudine dell'uva, ma qual sia la somiglianza, che è tra il grappolo dell'uva, et quello dell'Amomo lo mostra Dioscoride istesso, mentre và raccontando le conditioni dell'uva, ove dice. Ex ligno convolutus in se ipsum. Dal legno in se stesso ravvolto. Per dichiarare la forma del frutto dell'Amomo s'è servito Dioscoride dell'esempio, ò similitudine di Βότρυος, overo, dell'uva; ma perche Βότρυς è voce commune a' grappoli dell'uva, così sciolti, come uniti; perciò Dioscoride, volendo levare ogni cagione di dubitare, ristringe questa voce generica d'uva à quella sppecie d'uva, ch'è composta di spesse granella, et che si ravvolge in se stessa; le quali parole Dioscoride, come più basso si vedrà, non riferisce al frutto dell'Amomo, ma all'uva; hora perche il frutto dell'Amomo, è simile all'uva ristretta, quindi necessariamente ne siegue, che anco il frutto dell'Amomo sia in se stesso ravvolto.

Ex ligno. Dal legno. Tuttoche questa voce Legno possa esser pigliata, et per la pianta tutta dell'Amomo, et ciascuna parte d'esso, cioè per il caule, per i rami, et per i tralci, quì nondimeno significa un sottil sarmento, à cui stà l'uva attaccata, poiche non sarebbe il racemo unito senza il legnoso suo sostegno, et l'altre parti del legno, che sono differenti dal grappolo dell'uva, non sono à proposito à render più chiara la descrittione del grappolo.

Convolutus in se ipsum. In se stesso ravvolto ἀντιπεπλεγμένος ἑαυτῶ] s'esplica à punto in se stesso ravvolto, ò tra se intricato: il succo delle parole è questo: il frutto dell'


Amo-

DELL'AMOMO INDIANO. 23

Amomo, è simile al grappolo di quell'uva, che è in se stesso ravvolto, et ristretto: onde quel grappolo si dice in se ristretto, il quale è in se stesso attaccato, da tutti i lati contrarij, le differenze contrarie del luogo sono davanti, di dietro, di sù, di giù; da parte destra, da parte sinistra, là dove da tutte le parti si ristringe quel grappolo d'uva, che à quello dell'Amomo somigliante esser debba. Quindi adunque possiamo vedere, che due conditioni necessariamente si richiedono al racemo, s'hà da compitamente mostrare la figura del grappolo dell'Amomo. L'una è, che vengano dal legno i frutti dell'Amomo prodotti, od' in tutto senza picciuoli, od'almeno senza gli più lunghi, acciò da questi non sia causata la lontananza delle granella l'una dall'altra, et quindi venga ad esser il grappo sciolto, et raro, che sia per apunto al denso, et raccolto racemo contrario. L'altra conditione che necessariamente concorrer deve per figurare il grappolo dell'Amomo è, che gli frutti dello stesso, che danno la forma al grappolo, non solo siano al legno prettamente congiunti, ma anco, che l'uno tocchi l'altro, in modo tale, che tra essi non sia spacio alcuno vacuo di frutti; Impercioche i frutti sciolti non possono haver figura di grappolo, ò se l'havranno, havrà sembianza di grappolo raro, et sciolto, et al ristretto contrario.

Et niuno deve dubitare, che questo participio (ristretto) non si debba all'uva appropriare, stimando, (come gli Moderni hanno creduto) che si debba al frutto, od'al legno dell'Amomo riferire; il che è falso, stando che il participio col più vicino sostantivo, cioè grappolo si deve ammettere, non col più lontano, ch'è arboscello. Questo ancora si corrobora, et prova coll'autorità di Plinio, il quale non alla pianta, ma al


grappolo
24 DESCRITTIONE

grappolo assegna questa proprietà, che si ristringa; però che parlando del falsificato racemo così dice.

Adulteratur folijs mali punici, et gummi liquido, ut cohæreat, convolvatque: se in uvæ modum.

Si falsifica con le foglie del Melagrano, et colla liquida gomma, acciò s'attacchi, et à guisa d'uva si ristringa.

In se ipsum ἑαυτῶ] In se stesso. La voce relativa ἑαυτῶ, afferma la nostra dichiaratione, che la voce ristretto, più tosto al sostantivo vicino, cioè Racemo, riferir si debba, che al più lontano, che è arboscello. Si può adunque da questa descrittione dell'uva da Dioscoride apportata, facilmente conoscere anco la definitione dell'Amomo, la quale pare ci faccia vedere l'Indiano racemo, il quale di questa conditione particolarmente è dotato, che è attaccato in se stesso, et che in guisa d'uva si ristringe. Ma perche gli Moderni quì portano in campo le ragioni, et argomenti suoi, per rifiutare l'Amomo Indiano, come non legitimo, ad uno ad uno portaremo, et ribatteremo gli stessi argomenti. Dicono adunque primieramente Dioscoride descrisse, una pianta in se stessa ristretta; ma l'Amomo Indiano è frutto ristretto, non pianta; Adunque il grappolo Indiano non è il legitimo Amomo di Dioscoride. Ma di questo è chiaramente manifesta la solutione; cavata dallo stesso Dioscoride, et da Plinio, perche l'uva, non la pianta si ristringe. Rifiutano secondariamente questo Indiano racemo, perche le granella non sono dal legno ristrette, ma distintamente sono prodotte. Si scioglie il dubio, poiche i Moderni, che negano il grappolo Indiano esser ristretto, non solo non intendono il significato del Nome, ma etiamdio al senso stesso sono contrarij: perche se dice Plinio


l'uva

DELL'AMOMO INDIANO. 25

l'uva esser ristretta, perche anco l'Indiano racemo, che all'uva cotanto s'assomiglia, non sarà ristretto? Di maniera che pare, che gli Moderni si siano ingannati nell'intendere questa voce, Ravvolto, come che intendessero l'Amomo esser ad alcuna cosa avviticchiato, nello stesso senso à punto pigliandolo, che scrive Aristotele del coito de' Serpenti, che l'uno all'altro s'avviticchia, le parole dello stesso Aristotele sono Περιπλέ κονται δ’αλλήλους οἱ ὄφεις, che vuol dire, gli Serpenti l'uno con l'altro s'attorcigliano, od avviticchiano; Ma Dioscoride non disse, che l'Amomo sia avviticchiato al suo legno, ma disse à guisa di racemo dal legno in se stesso ravvolto, οἱονσεὶ Βότρυς ἐκ ξύλᴕ ἀντιπεπλεγμένος ἑαυτῶ.

Riprovano oltra di ciò gli Moderni l'Indiano racemo, come che non sia il legitimo di Dioscoride, essendo che, come essi dicono, è più tosto ad un herbaceo sarmento, che ad un legnoso sostegno, attaccato, poiche lo stesso sarmento venoso, et pieghevole si vede. Non si può negare, che il caule dell'Amomo non sia arrendevole, et fibroso, ma quindi però non siegue, che lo stesso sarmento, e sostegno sia herbaceo, perche nella stessa maniera arrendevoli, et fibrosi sono i surculi dell'Olmo, della Piopa, del Salice; et con tutto ciò falso sarebbe il dire, che legnosi non fossero.

Hora mò ci resta, c'havendo per lo passato spiegato le parole di Dioscoride, accommodate alla correttion nostra, di nuovo le dichiariamo nella guisa, che nella commune lettione si veggono, acciò quindi si scorgano gl'inconvenienti, che dalla scorretta lettura nascer ponno. La lettione commune è di due sorti, l'una delle quali è al Greco esemplare conforme, l'altra è de' Latini Interpreti, li quali guastano, et corrom-


D pono
26 DESCRITTIONE

pono la construttione delle parole, che nel Greco testo si leggono; L'ordine adunque del Greco testo è questo.

Amomum est parvus frutex, quasi uvæ racemus, ex ligno convolutus in se ipsum.

Mostrerò alcuni inconvenienti, che da cotal lettione risultano, peroche se primieramente si piglia arboscello per pianta di frutti priva, casca Dioscoride in doppio fallo, et perche tralascia la descrittione de' frutti dell'Amomo, atti all'uso Medicinale, et perche dimostra una pianta del tutto sterile, et inutile, tuttoche per l'opposto poco di sotto lodi lo stesso Dioscoride il Pontico di frutti carico, et scielga l'Amomo di semi ripieno: Se poi vogliamo esporre questa voce, arboscello pianta di frutti carica, sproportionata sarebbe la comparatione da Dioscoride usata, che ad una sola, et semplice cosa, una doppia, et composta paragona, cioè l'arboscello co' suoi frutti al grappolo, ch'è un'adunanza, ò congerie di frutti. Non si vede oltre di ciò dalle parole di Dioscoride se ò tutta la pianta de' suoi frutti ornata sia all'uva somigliante, ò più tosto il frutto dell'Amomo à quello dell'uva s'assomigli, ne appare in qual maniera l'arboscello possa haver similitudine veruna coll'uva. Ma se solo il frutto dell' Amomo si deve à quello dell'uva paragonare, fuori di proposito rammenta Dioscoride, et dichiara l'arboscello, troppo dalla forma del grappolo differente. Si dee adunque ammettere, et accettare l'emendation nostra del testo, e legger si deve.

Amomum est parvus frutex, cuius fructus est quasi uvæ racemus, ex ligno convolutus in se ipsum.

Oltre gli inconvenienti di sopra adotti, un'altro ne viene in campo, se questa istessa lettura si siegue, essendo che


questa

DELL'AMOMO INDIANO. 27

questa similitudine dell'uva, con la quale dichiara Dioscoride la pianta dell'Amomo pare non usata, et nuova, perche è costume dello Autore il servirsi proportionatamente, et descrivere una pianta, con assomigliarla ad altra pianta; una foglia ad un'altra foglia, i fiori ad altri fiori, et de' frutti ad altri frutti far paragone. Così dichiara le foglie dell'Amomo coll'assomigliarle a quelle della Brionia, i fiori paragonandoli a' fiori della bianca Viola, et in molt'altri luoghi con la somiglianza de' frutti racemosi dà ad intendere i grappoli; Così parlando della Tiglia dice.

Hà frutto attaccato, come vediamo ne' grappoli d'uva.

Scrive lo stesso dell'Ambrosia.

Hà i fusti coperti di semi à guisa di picciole uve, et della selvatica vite.

Hà i frutti simili alle picciol uve.

Ma perche l'openione di que' Moderni, che alla volgar lettione s'attengono, è, che Dioscoride dichiari la pianta dell'Amomo coll'assomigliarla all'uva; loro debito era mostrare anco alc(t)ri luoghi di Dioscoride, ne' quali habbi lo stesso dilucidata la cognitione della pianta tutta, col paragonarla ad un frutto. Vi s'aggiugne anco, che l'essempio dell'uva è sproportionato ad esprimere l'intiera pianta, essendoche frà pianta, et uva non può somiglianza alcuna intravenire, non solo vera, ò propria, ma ne traslata ancora; Non può esser la somiglianza vera, stando che le membra, che danno l'esser alla pianta, molto sono da quelle parti diverse, di cui lo grappolo dell'uva si forma; Conciosiache la pianta di surculi, e ramoscelli è composta, et il grappolo cresce dal suo legnoso sostegno, et dalle grannelle l'un'all'altra ammassate. Non può oltre


D 2 di
28 DESCRITTIONE

di ciò assomigliarsi un'intiera pianta ad un grappolo, perche troppo è la forma d'una pianta, od arbuscello, da quella d'un grappolo, ò racemo diversa; come l'esperienza istessa ci mostra. Pure gli Moderni hanno inventato una tal quale somiglianza, che da loro è detta legamento, od adherenza delle parti, sì dell'arboscello, come dell'uva. Ma se la pianta dell'Amomo, et il grappolo dell'uva in questa guisa, sono tra se convenienti, questo tal ligamento delle parti è una debilissima, et frivola comparatione, et una chimera, indegna del tutto della industriosa diligenza, et della diligente industria di Dioscoride. Di più. Non è questa cotale connessione delle parti à proporre una comparatione bastante tra l'arboscello dell'Amomo, et il grappolo dell'uva; Impercioche nessuno vedendo un fastello di sarmenti l'uno all' altro strettamente legato, lo direbbe simile à grappolo: nella stessa guisa à punto non si deve affermare, che una pianta tra se ristretta sia all'uva somiglianc(t)e; Nella sodetta maniera non può essere tra l'arboscello dell'Amomo, et l'uva, similitudine, ne anco traslata, ò metaphorica, se per avventura nello stesso arboscello non si vedessero alcune parti alle granella de' grappoli in parte simili, come se per esempio ci fingiamo l'Amomo esser una pianta sterile, ma molto odorata, et di propria Natura in se stessa raccolta, et che molto più in se stessa di quella della Rosa Hypericontea secca, si ristringa, et nondimeno non sarà l'istesso arboscello dell'Amomo all'uva somigliante, perche de'proprij, et veri frutti manchevole si suppone; et perche i suoi rami, et surculi non possono in modo alcuno rappresentare granelle, delle quali è il racemo composto. Pare finalmente falsa la commune, et volgata lettione, stan-


do
©ELL’AMOMO INDIANO. 29

do chetentaDioJcoridefuon diproposto, con efèmpio altronde prefe, dall <x>ua ittejjà, dar ad intendere la strettezza de Rami dell Amomo,Uquale breuìjjimamente per certo,ma chiaramentepoteua mofìrare con quefie parole. L’Amomo è Vnpicciol arbofcello, ì rami, & fermenti del quale, ■alfuo tronco ftrettamente s’attaccano. Ma fefeguire-ma la commme lettura de Latini, dubwnon è,che incorreremo m errore,ftj inconuementì -vie più grandi de primi. Leggiamo adunque i Latini v

Amomura eftparuusfrutex, ex Iigno quafi vua:

raccmusconuolutusinfcipfum.

V Amomo è vnpicciol arbofcello,dal legno aguifad’vuàinfeftejjb rauuolto i

Ghtefìa lettione e per pìù d’vn eapada r fiutar fi, &perchè in particolare tramuta, ilfenfì di Dioficoride, mentregua v, fia la con ftrumone delle paroley imperoche,come la ver a lettone del Greco te fio e infiegna> che ilgrapgolodal legno in fi LlejfioJinfìrmge y così afferma per il contrario la lettione^ Latina, che il frutto e infirilefifio rauuolto» Si deue oltre di uo aborrire la Latina lettura, ejjendo ella cotanto ofiura?poi~ che da quella più t opto fi può congiettuxare, che certamente eonofeere, che co fa. <-uoleJJ’e Diofiondefignificare per quefie parole e

L Amomo è vn picciol arbofcello^ d al legno in & Hello à-guifa dVua rauuolto.

fimperoche fi de Moderni P openione fi fiegue, che dicc^ no 1 Amomo hauer rami,(jfi ferculi, chefirettamente al fea tronco s attaccano s Afiuefia maniera di parlare è ofiurìfifima, ftj pocopropor t ionata ad esimere la foltezza de 1 rami del*

P Amomo, Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/314 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/315 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/316 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/317 ?4 descrittone ponderate; La prima è,fi l’Amomo in Armenia, nella. Media, m Tonto venga prodotto, & di ciò fi può per piò d’vn capo dubitarti Perciocheprimieramentegran tempo fi ofieruò Theophrafo ciò, che fiegue. Citerà odorata, partirti ex India Syris aduehun^ tur, indegne mictuntur ad Marci partirti ex Arabia deportantur.. Dell’altre co fi odorate, parte da II’Indiane regioni fino m Sorta trajportate, &’ quindi fono mandate almare, altre poi fono dall’Arabia trasferite.;. Et molti de gli «ì ultimi Hi fonografi di fede degni]fini, affermano molti Aromi nafer neU’indie, & pochi, nell Arabia, aggiunge à ciò Plinio, che l’Amomo nafee nell’Indie, con queste par vie • # f Amomivuainvfu eft Indica vicelabrulca. L’rutta dell’Amomo è in hrjfò, dell’Indiana vite labrufea. Alle qual cofe soggiunge anco, che per lo più nonfeppe. ’Dìofcondei luoghi, oue le piantefirafiere erano prodotteci che con prone manifefoffmefima vedere } Smuendo egli, che il Cardamomo da Comagena JArmenia, (fi dal Bosforo, vien trasportato, & che anco nell’Indie, & nell Arabia e prodotto -.Che vicino l’odorata Arabia, la fiaffiapr ouénga; fhe il Cofofìa Syrtaco ], Arabo; Che nafea filo m Egitto, fintila Pale fimo il Bufarne; Ch’il fhapontm nello Traciò fosforo nafta, fondandofifipra quello, cioè, che di laven oa por tato; & nondimeno fino per lo più tutte queSte cofe non mere. Stando che quafì tutti gli Aromi "mlolncwfofa ’Myrrba, il Balfam», & apprejfo quelli del PELL’AMOMO INDIANO» ìf la China ilEhapontico? Verismo adunque Ctimo io, che fu la pianta dell 3 Adorno propria deglffndìam paefì, da quali già fa filetta prin^a portare al Mare di Terfia, g) quindi in Media, in Armenia, &> in Ponto efier compartito, g) di là poterà alla Grecia, fafi all India communicaco y j lo per me tengo per certo, chefanafaejfa PAmomo in e Armenia, nell tu, Media, g) in P onte, che non farebbe à quegli tempi noBri così difpCile di U coptitrapportarlo. Quindi vn’altra oc** cafone di dubitare, fatutto eh e di minor momento) rifar cioe,fatrefanp 1 $ Bfoecie dell Am omo, dirmene 9 Medio, (fff Montico, 0fapiìp tofiofaano tre indittiduifotfynafòla Becie contenuti y La fio Lut ione di quefio dubbio hor a faper mio pa -» rere) non fa può dare, per lafìmma Brette^a, che shà dell* jfndico Amomo,però che a noi yengono JoUmente trafora tati i picciolgrappoli dalle proprie piante faparati, donde^ auuieneàpunto, c/pe nonpoggiamo tutte le differente delTaA momo confiderà re y Chef everrà mai, che nelfEuropa gran quantità d? Amomofi tramortì s refieràfpaciofa 3 & libero campo di leuare queBe, ffa altre controuerfie, chepojgono cìifa ca queBoparticolare accadere y ffa diligentemente auuertire ogni fina,benché mmimapropnetà, (0 condizione * Vyltìmo dubbio è,fa le tre Ejoecìe deliAmomo da Diofaorìde ricordate fiano ò le Jole piante, ò gli grappoli foli, ò pure le piante de s fuoi frutfa ornate «Ciò, che porge di dubitare la cagione afa tronde,faolo che,battendo noi detto nel dichiarar e,che Diofao ride la piani anon filo, ma anco ifar ut ti figura; g) per certo, fa vera è topenion noBra, g) il creder noflro non erra, chefir boi grappoli deli Mmomofòfa’ero dalli Antichi fimati, fail che difattoprouerafiì) come che all*nifi Medicinale rutilifojfero h É 2 deuefi 3d bESCRITTIONE deuefihorà credere, che Dìo/coride tratti de* grappoli,non delle piante, per non andar fuor di propofito fendendo il tempo in co/è dèi tutto inutili s Faremo noi inoltre ^vedere, mentre le parole dì Dio/cor ide explìcherdnfi, che l? ^Autore non della^ pianta trattammo, de’grappolifàmentiónc ^. Optimum eft Armemacum, quod ad auri colorem inclinata habetq; lignum fubeirrum. Il migliore ci yien trasportato d!Armenia,ìlquale al colore dell’oro sauuìcina, fé? ha il legno roffìc ciò. Tuttoché nell ’ Jndiefòlamente rvenga t Antonio prodotto, di doue era in Armenia, nella Me di a,in Ponto trasportato, (èfr quindi nella Grecia, & in ftalia, nonfegue pero,che non potè fero ejjere tre Specie diAmómo, dagli herbólari ofevitate, così tra effe d* odore, & di colore diuerfi, come a punto racconta ’Diofonde dell’Amomo, di quella dì Media, (ff del Pontico. Il migliore è Io Armeno» L’Armeno è ilmegUore, non perchè talefimplicementefa, ma paragonato a quello di Media, il quale yienfubito da Diof onde taf ato, rifiutato, come inutile, effondo che per quantò al A?ontico tocca fé bene è lArmenìaco da lui differente di colore, non è pero di boutade diuerfi,(landò che (come lo Slefio Diof oridea ferma J è ottiwo,&/ingoiareanco quello di ‘Tonto,perchè Racemofum eft, fnuftus pleiitìm,ac odore fenfum feriens. E racemofo, ripieno di fimi, tifi che coll’odore ferifee ^ le narici. Di duefìrtipuò efer e l eccellenza dell Amomo, l 3 nona eccellenza di Speciefi chiama,fi andò che vieti l Amomo tl Arme Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/321 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/322 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/323 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/324 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/325 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/326 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/327 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/328 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/329 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/330 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/331 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/332 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/333 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/334 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/335 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/336 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/337 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/338 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/339 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/340 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/341 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/342 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/343 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/344 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/345 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/346 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/347 64 DESCRITTIONE

mper moria ultimo eleggere il grappolo dell’Amomafiialm,@

jpmfig poichefimrfi, iri [è raccolta/5m) rrefi [Dfltfdì‘lljî parli mì rDin/Eeride delgrappolo dell’ulmomo , come e rio/fra Parere , òpzire dellapianta , cameflimiirzo gli Moderni 3 Clie aire/la nartiiipia Poi J‘lmxàxyue'vwfiioni fiiolto,z’9* fifa/5,11071 èrztamo xìgli {JuOÌ/Zifll {lutti .

Semìnis Plenum . Vìpiirfigiiitmila il ragionamento. dell’elettiurle elell’nftima Amemo, W elegge il‘grappala dife- mi ripiemmel [be per maremma riprende lit dottrina d’alcu- ni Merliuî Antichi, elzepcr rinvenire lìAiriama migliore dell’q intrem 7'.1€[i:fl0/[i€!iiîfilCL'Hl/Zfl0 , 11m lmuenda Però iìgl’imer- mi riguardo; tutto die ala qziefîi laprimipiil Òaiztiì delltAmo- ma dirzatitm ci wengn , elfimlo di già mani/elio, il]: meglio È l’Amomo ram ili/èmi ripieflflflin’ ilgmjyyolo intiero,nel que- le ò m'imfime , ò pure imperfetto > (y immatura fi tratti. Leggiamo in Plimo , che il primagmdoall’intiero racemo/i contamina , W ClJE il ficonda «ll’cflmamafiinto era eomefia, mir mm Iiizuena’o Pliniofettta motto de’fimi interni, quindi giudicm'fipuote , [’76 gli anmhi Medici iioflfòflera coxì dili- genti nell’imie/ligare [dPleflELKfl degli interni emi .

Seminis. Heblziamo difipm epparmz‘o molte fignifirm Tioîlil’lil) Greeie/îietari , ma in quefia lungofimefigflificm, quel/odi? ne’perimrpy contenuta .

Plenum. L’Amama ripiena èilgm/Jpola , li mi granel- lflfifillieali malti/imi , (djperfittz comeizgona , rlze la rimi- tiì delliflefiifillicali riempiono . Lnilii adunque Perquefla

flefli‘i cagione i grappoli rtyimi di fimi , per la quale ama zip-v

prouazl L'arrleimoma ripierzo , (ìjper quella, che lofiirzgeì

fiieglicre il riyimo fi'u tra del Balfiiriia 5 ma [Ierilie Difa- ri e DELL’AMOMO INDIANO. 6f ride elegge f iAmómo ripieno difime, quefio è quello che dì che fare a Moderni, li quali stimano,che Dio fori de p frittella piani a dell Amomoy (ff anco pofejfano, che gli antichi Medici fio dellapianta dell Amomo fi fruì ( 2 eroi ’& che com inutili ifrutti,&fimi di lui fin^afieros Uondedkhiarando quello luogo dicono, che fi dette eleggere la piànta dell’fimohvò piena difeme, non perchefumo ad rvfo Medicinale t finii à propofito, maperche lagran copia definii ì figm della bontà della ftefi api anta, ma che pero denno efjere gettaiì i femì $ Nuli a di meno quefìa ’èfpófitioneper più d*vn capo è da rifiutarli,prima > perchè efpcngono Diofioride * come fi della pianta par Ufi e, tutto che del grappolo ragioni, co:n babbi amdetto l & ancoriamo per dimoftrara Difm quefikdichiaratione alle parole dell e Autore è poco contieni ente / poiché Diofioridefiieghe l oAmomo pieno di fernet (jfi pure vogliono lì Moderni > che ilfime delijmomofi a gettato come inutiles oltre di ciò fi: i fimi dell Amomo fifiero alfnvfi Medicinale inut ili, onero conirarij 3 douena auutfirlo Diofioride j accio nel comporre i Medicamenti, nonfiorreffe qualche grane errore: Alche non baftarifpondere, che ifruttifiofimi dell’Amorfofi debbanogettar via, co me inutili,fi anco ciò da CUffici Autori autorizzato nonfifa vederci o pure con qualche ragione fi ne dia la prona $ allafinet poi che dicono, che la copiateci ibon danzai de fimi arguìfie la bontà della pianta, deuonfivnpoca interrogare di qual boutade della pianta intendano, fi della fa fiat adorne quella, che gran copia di fimi produceffe,ofi dellaprefinte ancora: non nj ha dubbio,, che fi della pafiMa bontàdellapianta ragionano, fionuenenole farebbe lofi legherà ta pianta dell’Adorno dì*frutt i carica, la qual tutto che fojfe m l s6 descrittione altre volte fiata di fomma bontdde dotata, haurebbepero dapoi perduta tutta lavirt» Medicinale, la quale le Iettarono li troppo copiofifiemi. Se diconopoi, cbp èmpia prefi^ boutade della Pianta, quella dottrina per lo più e fallace,poi che tutto dì,proibiamole gli herbaggi all’ufo de cibi più non limono, quando ^uanno m fervenzal* ragione iflef a anco lo ci di ma (ir a, che quanto più dall’abondanza de fimi / *~ lìmento vien fucchiato, tanto maggiormente ficchi diuengono ali arbori, le piante, & tberbes ilcbeinfignauam quefle ^parole Theophraflo, Ad v tramenati partenti fucc “ s1?’ 4 uxerit,reliquaieiuniorerit,ambobusemmfansfacere non po teli. A quale delle due parti [correrà Ihumore, l’altra faràpiù debole, non poi indo l tumore ad amenSimde paruis’vuis, nell esplicare di fip’.a-> nueffa voterà habbiamo portato due fignif cationi, e luahCta à noi lecito traporle m quefio luogo. Significa adunque!ì racemo dvua,c 0 manco racemo, mun* nell’tflejfo modo P m i^picciolracemo, epicciol-vua panifica j Salagli Moderni ‘vedeyfiofhequefio nome di pieaol vitale di pfcciol racemofauorifie la parte del grappolo infi, fi, M q m U di dieci, o dodea al più non eccetShSZ Ufi- ’ chi mi bali detto V,,fonde,ek TZliet fi dell. bmm(m,ltUetk„,h-, oe“f’-‘fifi fiUeof., eh, Ufi* ‘Sfila* l*“- fiioi™ •» f effivfi’% dunque eleaae bora Dioficoride lapianta dell Mmomo, rr/lAodém, quella non può efferfimile àpice,olvua, DE LI/A MOMO INDIANO. ni» Ma fi così e, chel Amomo,ctielegge c Dìofioride, fia ynfil fratto al fiopicciuolo appefì, certa co fa e, che non è àgrap* polo fimi gli ante> flandò, che quello grappolo /intendentiè di frutti compofio,chefel sAmomo ègrappolo,ò fpecìe digrappolo, finka dubbio egli àgrappolo fimite non fi può chiamare, perchè non e fpecìe alcuna, che alficogenerefintigliante sì pof fa dire, tome né anco dirfipuote, che tHuomo alt Animale fimi ili 5 per confeguen^a ci refia, che teAmomofiafimile^ altana, fi come babbi amo anco di fipra dichiaratoi Ma perchè Dìo fiorì de elegge tAmomofimile cioè alle. piccìolyue, pare, che con quefio nome deU^ua intenda tintiero racemo, eh era da Plinio njua deItAmomo chiamato, ch’era appresogli Antichi il migliore 3 ma con la njoce di pici* duolo Diofionde efilude l Amomo grande di Aiedia, il qua le (come quello, ch’è inutile) poco dianfi rifiutò, tuttoché lì Moderni portino altrè efiplìcatìon i alle parole di DiofiorL de, come babbi amo dichiarato, dice Diofiorìde,fiielgafi, (fif quello chefegue, Seminis plenum, fimile paruis vuis, feu racemulis.?7rep[*aTof vr*$ès opoiov /SoTpvMo /, efiongon e/fi, fiìelgafitAmo* mo difiemi ripieno,fimilàpicciolgrappaii» Ma quefia efpo fittone difubito falfa ficonofie 3 percioche la ruoce di Seme, la qua 1 e del cafifecondo, njìen retta dalla naoce ripieno, & non può con fimile coìligarfi,ctie del quarto cafi 3 là onde ritener fi de uè la communc dìchiarat ione, che dìcefiìegli tAmomo difimi ripieno fimile alle picciol ^ue* Graue. Che anco la grauitàfia dell’ottimo, (eff lodatìjfimo Amomo conditione, ce tìnfegna Diofioride, dicendo, eleggerai t Amomo graue, & pefinte. Due fòrti poi di grauità I 2 * fi ri DESCRITTI ONE fi riitrouano,fimplice Tanta, come quella, ch‘e negli Elementi della, Terra, ffi dell’Acqua, Taltra, che Vien dallapredo minan%a, ch’e ne’ midi corpi, chefono nella maggior parte di ^ Terra, ($f Acqua compodi; la ter%a granita finalmente e^ comparatiua, per la quale, ò più, ò mengrani evengan dette t corpipefimti. Senta dubbio lagrauità dell’ottimo Amomo, ve è quella de’ corpi elementari, /empirie; tlche Aafiflefifi } mani fedo, ne anco è quella, che dal predominio vien detta, poiché cot al granita è per lo più à tutti i midi commune; ve puntoal dimofirar la bontà dell’Amomo s appartiene; & perciò ci resla, che lagrauità dell’Amomo fa compar attua-,, & che lo fiefio fignifichi, fi deue eleggere TAmomo grane, come f dìceftef’Amomo più gr due, & pefante dettepigharfi. Sì può dapoi dell’zAmomo,che grane vien detto, far il parallelo ftà genere del tutto diuerfò, com’à dire al Piombo, od al TBronzo,comanco advnaSpecie delmedefimo genere, com a Cardamomo,%)filmili, tfi può finalmente lagrauità dell Amomo a quegli Indiuidui, che fimo fitto quefla fpecie contenuti, 4tr comparata; come quedo con quell’altro grappolo d’Amomo. IX on per altra caufiafinta dubbio elegge bora Dwfioride T Amomo pefinte, filo perch’èfohto dificieghere i fimi più graui, fi comefà nel capo del Balfamo,doue il frutto orane elegge, ciò ficome dice Plinio, pe/àntifiìmoj f perchè % prona fieffa ci ammaedra, che gli altri firn più^am, & pii Indiani racemi più pefanti fono dajfai più efficace face

  • dedi altri; ilcheanco la ragion materiale et dimoflra,poi

i • n.a-* 1 fiC/ivìYm. rnn Idr/Ìdtlltìtd, & COrìCQttlOnCj tremi pefanti fi fanno, con la maturità, & concottione; per lo contrario poi leggieri sono quelli, che ouero non hanno ottenuto di poter conseguire la debita maturità, ò pure qual-

DELJfAMOMO INDIANO, <r 9 che contrattione dalla lunghezza del tempo caufiita patijco720. Ma quelli Moderni, i quali l’indiano Amomo rifiutano, come che non leghimo fia, perchè grane non è, nella ilefifa cofia peccano in molte maniera per cloche, &/ alfinfi contradicono, (efr ìnfieme mefihiano. i fimi, (fi conditioni sì del leghino, come dell ottimo tAmomo j tmper&che fc bene PoMmomo lepgierononpuù efier ottimo, non probi bfie però punto, chenm pofiacfier legamo. Ma la quefiione deWIndi ano Mmomo non},Je ogni fin di ano racemofia oetimo s ma più to fio,fi l Amomo Indiano fia PzAmorno leghimo degli Antichi. Fanno quefiifinalmente affò luta la granita deli Amomo, tutto che comparatala fia,la quale nofi può conofiere,fi molti grappoli dell’Amomo non fino Pruno AI altro paragonati. Vaids odoratoti) • Ci aituìfa Dwfioride,che deueefier fiìelto di grani odor e-, ma la grandezza del Amomo e di due fiorii yfìempiice P<~una, Paltra comparatiua s laficwphcefra granfa è nona delle condii ioni del leghimo Amomo.s ma la comparatala efogno del ottimo Amomo, con il quale dimofira FD io fi ori de, che quel grappolo fi deue eleggere, cioè di più fia fine odore de gli altri; (fi pare quid a effcfitione aqueftoluo go molto acconcia, (fi àprapofitos impercioche hauendo Dio fcoride detto difepra,che PeAmomo lArmeniaè molto odorato, fi hauendo anco notato P Amomo di Tonto, con il fino odore ferir le narici, co quali figni cinfignò il leghimo grappolo del[Amomo, bora paragona gli fiejfi odorati grappoli Pruno con Paltro,H quello come ottimo elegge, che con Ufingelarfragranza ’dell odor fico tutti gli altri grappoli IAutomotrapajfii, il che procede; perchè ì medicamentip inodorati fin anco, maggiormente ejficacì come ci ìnfignò con quelle pa« 7Q descrittione role Galeno. Iridem igltur, velut,& reliquas Mcdicinas, odoratioresfemper digito, vnuquodque enitn optimum elRcpiod fui generis odoremvehementiorem habet. Scieglierai dunque sì l’Iride,comegli altri medicamentipiù odorati, cbeftapoffMe; poiché qualunque cofaela migliore, che neiproprio genere l’odore pii* penetrante ritiene. Annouera poi Diofonde pria la granita, &p°(ciala fauna, dell’odore dell’Arnomo-, percìoche.la,grauità e anco Cerno della bontà dell’odore, comebabbtamo anco negli Indiani racemi auuertito s & perchè Viofcmde m quellocapo altre volte bàfattomentione della fauna, &efficacia dell’odore dell’^Arnomo,l’odore degli fa duini racemi ottimamente anco à quefte conditìomf conface $ poiché di tanta fauna d’odore e dotato il grappolo Indiano,che lofeffo grappo o, chabbiamo per molti giorni nell’Acqua bollente tenuto in macera, (jff dapoi criccato fino a quefi’hora, mentre quelle coffcrìuiamo, gran parte dellafauità del fuo odore ritiene-, per lo che io non faprei giamai dire qual caufa pojjahauer finto li ^Moderni a negarlafauna dell odore dell Arnomo noBro,tutto che co fenfi Beffi fifeorga. ^ $ine carie, fenza tarlo. Sicomepiufufoelejje Dio fonde l’Amomo _grane-, perchè e il migliore,bora nellafiefia maniera il tarlato rifiuta, come quello, eh e mezoputrido, 1 tarlo ancora è v na tal qual putredine o corruzione-V Arnomo cattino poi è di due maniere,cioè quello,che non ha potuto a a perfetta maturità giungere, il quale e anco leggiero, (cffque lo, chef benefit buono altre ruoli edifica natura,.nulladmeno Ila per la vecchiezzaguatto, (gr corrotto. Et ac re. Tra le qualità dell’ottimo Arnomo, annouera-, Dioforide BELI/AMOMO INDIANO. 71 Diofcoride l acrimonia, col qualfiegno dimostra la cali dita dell’Amomo, fi infame conferma, che lo grappolo noBrofa il legamo Amomo ± ef e do che à chi lo gufi a acre manifefametefifafintire j l Amomo poi, lacrimoni a del quale è da Dio fonde auuertita, e lo Beffo grappolo, che difj’e Diofcoride e fi fierfilmile allepicciolyue; (fi mparticolare, perchè ’"vergiamo da^Vlinìo ychefiolo l vua,o il grappolo detti Amomo, o l’Amomofilato fifa in nafio appresogli Antichi. Peccano oltre di ciò i ^Moderni y cercando lacrimonia dell’Amomo nette fi e fa parti, delle quali dafefole non è yfio alcuno in Alledicina, cioè ne fili follicoli, ò ne foli fimi s perciochegh Antichi di tutto il racemo fiJeruiuano nel comporre gli <» Antidoti, & gli ^unguenti, neperò rigettauano i follicoli, come con l’autorità di Plinio dimoftreremo • Guftummordens. Mordace algufto. Ninna qualitàfiritroua, la quale maggiormente cinfiegni i tempera ~ menti de femplici medicamenti, che lo Beffòfiàpore, il quale autieriifice Diofcoride acre,& mordace negli ottimigrappoli dell’Amomo si’acrimonia poi è dì due forti s afaolutal’vnet-*, che in ogni genere d’Amomo fi ritroua s l’altra comparatiua, con la quale vien l’ottimo racemo dalmen huoìtofieparato,deL la qualmanier aintendi amo da Diofcoride efier l’Amomo dì Mediai In vero, e fendo che Diofcoride elegge fAmomo non acrefio lamentela che anco fa alla lingua mordace, pare, che deficriua non cufcunafcmplice, ò picciol’acrimonia dell’Arnomo y ma la più cognofiibile, (fi efficace, fi ciò per ef eluderei! Medico Amomo non ^valido, & per eleggere il grappolo, (fi più acre, (fi di forze maggiori. Ma li Moderni, che cofà aU cuna non traUfiiano, pala quale poffano filmare di poter fi uar 72 descrittione ^ mr fòia l’autorità dell’Indiano Amomo, negano, che Ifemi dello Jlejjo grappolo furto al gufo mordaci, ma in ciò fanno doppio errore; & perchè negano copici[enfipiù, che chiara-., ffa manìfesla; & perchè fanno l’acrimonia deli Amomo ajfoUtU,&non compar afilla’, quap, che babbi detto Ùiófcorìde, che ciapun grappolo deli Amomo fa al gufo mordace, tutto chefalò ci babbi infegnato, che quel racemo piamente,come ottimo deue ejfer eletto, ch’e mordace al gufo. Laondefe alcuno de’grappoli di Amomo (per efempio quello dì Media)per la poca pia acrimonia non è algU/ìo mordace, potrà beh èf far quello legitimo -, ma nonga tra gli ottimi grappoli annoverato. Simplexcolore,non variutn. D vn{bicolore non variato. Nella dichiaratione delle conditionì dell ottimo Amomo vhimamente annotterei ilfemplice colore, a cui il color variato / opponevi^ualnon e da Dioforìde rifiutato «Simplex colore. In quefiavoce Simplex e qnalch — > ambiguità,percioche tantofipuò dire contrario al colorfèmfiice il colore mi fio, & comporto; nella qual numera il bianco > fp) Il rojjo fèmphee Jìpuo dire,quando egli e alro(leggiante, o biancheggiante paragonato; come anco quel colore/empiite fi può chiamare, che divariato colore e oppofio, ne a qualgnifai 3 vite, che fono alla debita maturità peruenute, di rodo,o dorato colore ornate fi dicono. zAllo ncontro conforme allofleffofignìficato delfemphee colore l 3 vue acerbe non fono di color femphee, quando cominciano a maturare ippfiia che di color nverdeggiante, o rofeggiante fi veggono y ilche ju c ciuf a, cheferine fi e fiatone nelfuo libro de Re raffica. eoe i’idede vue net maturar fi varie fi’fanno 9 i/che Unendo anco ’ 1 veduto DELL’AMOMO INDIANO. 7J tveduto Diofioride?per leu Are del tutto ogni dubbio, che intorno ciòpoteffe naficere, fe Beffo dichiara, dicendo qualcolore fia da luìperfimpliceìntefif poiché a quello /appiglia * che al va rio da lui rifiutato è oppoflo j peroche $ per quanto a colorì mifiì^ & compofii s 3 appartiene, ò quello dorato del/Armeno, o roffeggìante, ouero rofficcio di quello dì Ponto, egli ha dìfipra tutt i e tre qusBi colori come lodeuoli annoueratì* i Non varium. Il color variato neWvue buone dafar vino all 3 borafi trotta, quando che nello fiefiograppolo alcuno de granelli njerdeggiantefi vede, (ff alcun altro purpureo > ouero quando njn granello da c vna parte è nver de,dall 3 altra rofi fi- Noi habbìamo auuertito, che queBo variato colore e fato a Moderni in alcuni grappoli d 3 Amomo fionofeiutos II color adunque dell 3 Amomo, sìfemplìce, come anco nj anato,allo Befio grappolo,non alla pianta s 3 appartiene $ però che A) ì ofcori de in quefto luogo, nel quale dell 3 eleitione dell*ottimo Amomo ragiona, defiriue lo Befio grappolo, non tutta la pianta-*, come parere de 3.éModerni. Imperocbe chi potrà dar fi mai à credere,che in njnafila /fede di pianta queBa varietà di colorifitrouì, fi che vna fol pianta tutta bianca y? vegga, la quale, di tronchi, & di rami, & di foglie bianche com poBa fa > afif che ^vn altra tutta fia rofSa s & che dìfioBegno, di ’rami, ftfi di foglie goffefia compoBa: Là ondefenza lafiiar I,luogo di dubitare, lauda Dìofiorìde il fimplice colore del grappolo, & rifiuta il cariato colore, poiché il femplìce co^ lore è figno dì maturità,&perfettione s fi come il variato colore alloscontro e dì perfetta maturità chiaro inditto, fi come nell 3 i Beffe vuefìpuò vedere. Facilitatene autemliabeccalfaciendi, adftringen-, 2C di. 74 descrittane- hi di,cxficcandii fonuium conciliati, & dolorerà lenit fronti ìliitum, inflammationes, & melicendas concoquit,&difcutit. IuuatetiàroScor^f’b^ani intasi; cnm Ocymo compofnum Podagdcis prodefolc-. mtq; oeulorum inflammationes,atquc eas, quS lunt in viiceribus cum vua pafla. Ad mulierum autem morbos, &m pcftis, & infelEonibus vtile; deco6tnm ipfius po tutti conuemtHepacicis, nephriticts, poaagncis., */ ^ Ha facoltà di fcaldare > astringere, ciccare y promca il Como, & applicato alla fronte allegenfie il dolore di capo* n faine, & matura l’wfiammagiom, ò pofleme, Meliceri di. chiamate: Gioua anco alle punture de Scorpioni > applicato ìnfumecon Bafilico, & alle podagre,o gotte, mnaifce t infìammagioni de gli occhi’, & prefi con yaapafa[cerna quelle, dell’interiora. Gioua alle purghe delle donne, &ertile. Veglifippotti, che sapplicanod quelle parti > & ancora alle^ parti didietro, fi fio decotto beante apporta beneficio «ffilli, chepatifipno. il fegato, è indiamone delle rem, a di già portato «]Diofioride ifegni, & conditioni dell’ottimo, & legitimo zAmomo,paj]abora àif legarele facoltà, & virtù delloftefi Aroma, si le prime, come le feconde; cioè di nfcaldare, clafingnerefii racchettare le doglie di capo, ftJ altre dalai annoaerate j le quali parole di Diofcoride,non hanno Infimo d’alcuna effo fittoti noHra, si pei cfier da loro Beffe chianjfime, fianco, per che non fono apropofìto della quiftione da noi pigliata, cioè che t’Indiano race* mofinii legitimo Amorno degli Antichi - 1 M’fce Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/359 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/360 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/361 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/362 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/363 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/364 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/365 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/366 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/367 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/368 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/369 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/370 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/371 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/372 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/373 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/374 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/375 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/376 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/377 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/378 DELL’AMOMO INDIANO. s>? Wd s la qualhannogliVnguentarìj> e> QdumeUa nelfuo yin cotto pone tl Giuncò y il Cìpero * UMirrba, il Calamo > ffi fjmomo ripone 5 Etferme Gdeno y che gli Vnguentarf} hafatatiti in Roma, haueuano anco da dar aprezgo molte piante joraviere. Che poi dell’Amomofiferuifiero nella maggior parte degli njnguentiforaHieri r lo ferme Plimo doue tratta de gli Unguenti conquefteparole. T ut ti più acuti ffanno col Co Ho 3 (firf colf Amomo 3 perchè epuef ifìmmamentefenfiano f adorato > & poifiggwnge. Acerrima per fe Amomo: Sono daje molto acuti j per ffitiiómot (ff ddpoi. E rgo re gale vngu e n tu m ap p ella tu mqu onià Parthorum Regibus,i ta temperatura conftat MyraboJaito yColto, Amomo» Et perciò Vnguento Regio yien ’"ieW&iperche d Re de* Parthì in maniera tale fi,tempra; Egli è di Mirabolano 3 Co Ho$& ^Amomo cortipoHo* Et finalmente 3 chefvfi degli Vnguenti fijfe appresogli Antichi moltofrequente 3 ci lece d* argomentarlo > fi da T beophraHo.come da <zAtheneo,cfi da Elenio 3 ilqualfiriu e_-, Mm fuperuacui, margarita enim, & gemmai ad hasredem tamen tranfeunt j vnguenca illicòexpiratrt, fuisque meritai tur liòrrs* fiueflamateria di Infilo è fimmamente fiuuerchio 3 per cloche le Pèrle > &* le gioie tengono almeno in poter deli hevede? magli VngUentì preHìjfimo per dornf odore y (fif dhora in boraJaanifiono^poco dapoì. E x ceda n t qua d ragenos de n ario s libra., tan ti cmxtur voluptas aliena. A Eccedo p * descrittione Eccedono il prezzo per qualunque libra di quaranta danari, così fi paga l’altrui piacere, dfoijaggmg*. Videmus edam veftigia pedutn tingiVeggiamo anco alcuni unger fi di quello le piante de piedi. Et anco...... Necnon aliquem ex priuatis audiuifnus nnlnle fpargi parietes balinearum vogaento, & Gaiuav principetn Solia temperati. ^ Et habbiamo anco vdito qualche priuato bauer comandatocche sungefiero d’Vnguenù le pareti de. bagni } &Cm ^Prendpe, chefi ne temprafiero i fedili. Soggiunge appreffo. £t polka quendara ex feruisNeronis. [ v Et dapoifin tanfi vn certofiruo di Sperone. Et di più. Maximè tamen mirum eft hanc gratiam penetraffe,&inCaftraj Aquilxcerte ac figlia puluerulenta illa, & cuftodijs horrida, inunguttEur feftis diebus. __.. v., tiulladimeno cofà infatti merauiglwfa e, che cotal delicatezza fia anco tra gli bellicofi_fidati trap affata, l Aquile Beffe, & quelle poluerofiinfegnefinow giornifeffluì d Vaglienti profumate. Dunque da quettecofitutte fi dee conchiudere,che altem-^ po di Plinio tufi deltyua dell’Amomo; (fif l’uuafìefjacosì /offe conofituta, sì in Roma, come negli altri luoghi, dou<L-> pretiofìvnguemi ficomponeuano i pertiche non e uerifimile, che filo ‘Plinio, huomo per altro defiderofiffimo di conofier tutte le cofi naturali, non canofieffe il frutto dell’Amomo,non ■trouandofì lMedico, od Vnguentario alcuno, cui egli non fife apieno cono[cinto • J lica Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/381 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/382 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/383 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/384 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/385 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/386 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/387 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/388 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/389 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/390 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/391 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/392 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/393 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/394 £>ELI/AM©M0 indiano. ÌVi” ^**5^ ’» pàà’Jwwfa, ée l’Vm è t mieto Amorno,doxZ de nafte,xbèì imomoj ri aio non pofi* efier altro ^Amorno, che trottami dell’intiero j il chefi conferma dalprezzo dello ffe/Z Jo Amornofilato, che non e molte differente dal prezzo dell’vuas l* onde argomentar fiéue, che t Amorno filato non è molto afferente di bontà dall’natta fleffa, &pmiiam,defffi credere, che l Amorno filato altro nonfia, chele particole; o fiagmenti dell Amorno intiero. ^ffe fi creda,che t Amorno f**f! -fi’( en< ^ etM fiJfiro li-firmenti,/pelati? ’ impetciochefi come [intiera pianti nonbatte»* alcun ■vfi:, $»omU appresogli Antichi d’alcun rvalore-, come ficauadaPlnm, cosine anco li (armenti/pelati dell’Amino non por e nano hmerprezzo alcuno, benché anco efier poi-effe., che li. fila, tori cotifrau’de alcunapontonedì (armenti fp escati me fi. tmmfmndfragni enti. J NafcirurA in Armenia parte, qua? vocarur Oche ne > ^! Q ^ ec ^ a ’ Ponto. Tatto che?uua del?Amo ~ mofojje ciglt ^Antichi conofiutiffim* > mltadìwemilpaefè^» che nutrì uà l &Amomo>eram<er> tossiche non medicarono feritimi x che di fiero rettegli in Armenia fin Medi*in Ponila/cefies ma Plinio, (come anco fece f Vìofbride} ha pie/iato que/U partì ce Ila da quegli ScrittoriJa qual pare un aggiunta fat:* dapoi il compimento deli? hi fiori* dei? Amorno^neil*_, quale Mimo fim&fio d’altrui parere > che di p ropri’a openio-* ne deforme i p de fi, che liAmomoproducono; imper cioche quanto alla propria openione di Plinto s’appartiene, già egli f riffe utfopra y che l qM moina e Indiano. Ma f uoghamo anco concedere j che Piimo habhia ragionato diproprio parere’ x non yhitperò cmtr aditi ione alcunaAhelfim^? altrafpe** JX2 ^DESCRITTICENE eie d’Amomo nafcanell’Inàie, che ance vafcatiell* <nA?mo~ vìa, in Media, gr m i? onta - Mia però dalthSkfi?,& mitigatimi dt Ueaterià, cefi manìfefa è^he molti Aronmti dall’Indie rivengono trasferiti, &?fochidall’Arabia, come ■cauaffmo di fòpra da Theopkraflo • Adukcraxur foli j s mali pii n tci,& gammi liquido, xt cokjercat, conuoluatque fc in vua: modani- Si fai fi fica con le foglie del Melagrano, & con la gomma liqutdiacciò s attacchi,& ivguìfacC yuafirauuolga. Cofa certifftma è, che in quello luogo plìnioc mfegna l’adulterato Amino, acciòpojftamofchiuarlo, aulladimeno wueBigar fi dette, cheeofàfta quefi’ Amomo, chefuotefferfa.Ifificato flapmanta, è l’yua, ò pure ilfiato racemo,; Non v ’ha dubbio,che la pianU deli Amomo non fi puòfaffare; pofctaéeellanonemvfo alcuno, ned’alcun valore, (faffilano fi anco lepiante,accio faccino più bella mofra, ff pii* facilmentepereto pender fi pollano.) ZKe anco l’yua fi può adulterare; perctoche e fendo, ella legit ima, gr ottima, non yhà di me furi di ardimento, od imporra alcma,acriò il prezzo di lei saure fa. Re fa adunque, che lo iìejfo Amomo fiato foglia adulterar fi, accio ^,W foli^CT^fpunici,&:gummiliquidò.^»y?ga 4 f^«tore in che maniera ftlfìficarfipojfa t Amomo,ctoe con le fighe del Melagrano, come quelle,che fino dell ottimo Amomo, ddtione; con la gommalìquida poi come quella, che attaccando le fogliefidette con ifragmenu dell Amomo, artifici fi grappolo ne Vie» d compone; Pf^fuor èfaTPj ™ ^ _ f: * 2 vi im ri non effer Po (libile? che con le >DEI/IMMOMO INDIANO, ttj potfdno comporre frutti odorati, tbedlegitimo trappolo dell Amomo safimiglmo fmp eretiche Plinti nell’Infiorici J Ita narraiione tralafiio l Am omo friato>com€ quello s cìlera d fuoì tempi cono fiuti fimo, & nominò lefoglie del Pomo gra. nato, fpj la gomma liquida non lì tutti cono fiuta, co 3 quali era l’impotiura fàbricata. Et pare, che Plimofigmlfjhu Jdegli Antichi,Sempliatti, iquali mentre le defiittiom delle piante piùcomfiÙte trai afa ano, pare che kfi fili coiai Qmmenti compongano,fin fbatter riguardo alcuno alla pofterita. Ve cohan:eat,conuoluatqiie fe in vux ni od imi. bu fegna Plinio con quefie parole i qualfine li ^Antichi berbaiolt adulterafferò l Amomo, cioè per far deli* aAmomofrutto ìntiera, con le quali parole ilnofiro Autore letta ruta ogni fi /pettodi quelli, che credono, che lefoglie del Melagr ano 3 che fono nel grappolo dell* Amomo adulterato, ornino i ^virgulti del! Amomo «Et per certo quelle foglie fino in quell Amomo, eh* è raimolto, & rifinito in gufa d’njua, & le parole di Plinto ci di moli vano quello ejfer il grappolo, jfo in quello luogo auuertifico > che l’Indiano racemo è il legitimo Amomo di Plinio $ percioche nell’Indiano grappolo fino [rapofi e le fogliefilmili à quelle del Melagrano, cheafilafii circondano i pericarpi., v. q Eft, & qua vocatili Amomis, minus venofe arJ que durale minus odorata, quo apparecautaliud effe, auc colligi immaturum. Pofiiache il legitimo Amomofeleuaeffer njitiato dagli afiuti beri oidi con doppio inganno > chi) col far ilgrappolo fntq > (fif artificiale dell’Emonio, fjtfi coni berla Amomide come babbi amo in E* lofio ride veP duto, „ 4. DESCRITTIONE àuto perciò ’Plinio bà primafcoperta ta frode de!friAto racemo, tÈ> bora, deli tAmòmde tratta,, la qualfefara dal lìgitimo Amoino. trattò adunque primieramente dell’artificiato racemo, 0 dapot del!ifiefja Amami de, ejfettdo il grappolo artificio fi più fienile al legnano di quello,, che fi fi a Iherba Amomide. Mentrebabbtamomlpr.imo Commentano trattato deli’ Amomide, t£? * effofio quello, che di Ut ha fcritto Dìofioride, nonhabbiamo traìafùato alcuna cefi, che ci fia parata à propofilo, per rènder.chiara la dtficn ttme_dell’Amomide, la cogmtione della quale e molto nere parici-, ali mitra quefiione per rispetto de’Moderni, li quali da quefia bidona dell’Amomide canario ragioni, ffi argomenti contea il rnfiro IndiamoAmomo -, ma perchè co fa fouerchxa farebbe riferir di nuouo quella di chi arat ione idefi fa, col* rimandiamo il lettore. Ma nè apparta in quello luooo Plinio la de/crittione deb’Amomide, nè dwfegna la~> fimilitudine x ch"è tra ejfa, (fif /Amomo y mafot*mektefepara l’Amomide dal legittma Amomo > colle figlienti con dittarti», Minusveiiofa.atc|uedura J acminus.odorata>quo apparerai»alimi-effe,autcoltigi iratnaturum. Hubbiamo dei Diofcoride intefi y che l Amomide eheruaihrdz^> ma PlintotraUfcià ladefcritticne dell’Amomide,ò fhmandofebe t Amomide fife pianta inutile y ònon battendoegli mai colai pianta ceduto; ma pigliato da piuanticbi Scrittori la fitta deferittione ■ Ma perchè Plinto afiegna le consuoni, per le quali t-Amomo legiùmo viene dall’Arnomde- di finte-fi dette inuefhgare di qual’zAmomo parli a inio] efiendoci duefòrti dAmomo» cioè la pianta, Crdgrap DELI/AMOMO INDIANO. nf polo primièramente adunque co fa certa e, che l’Amomide herba Ber ile, & infeconda in tal maniera fa dal frutto del? I Amomo differente, chefiuerchìo fiato forali Plinio ilfifarare dall Amo mi de il grappolo dell’Amomo j oltre di ciò jfi Plinio diftinguefie i’herba dell 3 zAmomide dal grappolo deli 9 eAmomo leghi mo, non filo farebbe CAmami de dalgrappolo differente, perchè meno fbrofa, (gr men dura fife, ma anr co perchè lafigura dell’Amomide è molto lontana dalla fem;blanda del frutto dell 3 Amomo: Che/è Plinio haucfiefra loro di/giunto, & paragonate le piante delTAmomo, gJ deli Amo P mide, quindi ben confermerebbe l’openione de Moderni, che tengono2 che ioAmomo degli Antichi non fiffe il frutto altrimenti, ma la pianta la qual aneli e (fa e odorata $ Al qual dubbiofimo 9 cberinfonderfidebba, che Plinio veramente figari, (fif diftingua t Amomide dada-pianta deli Amomo; ma che lofteffofiegua Ìautorità degli antichi Scrittori, non il parerfuo *, per cieche Plinio non può di fuo proprio parere paragonare, tg) dì fi inguere quelle piante, le figure delle quali mai da lui vedute nonfurono, ma che ciòfilo confufa mente dagli firitti degli Antichi conobbe 3 li quali anco erano forfè trafi dì diuerfi openioni; Che poi mai non babbi a veduto Plinio le piante dell 3 Amomide, (ff dell’Amomo, Qfi che filo ofiuriffìmamente l’habbia conofciute dallhi Borie de gli o/lntichi trafi però di fior danti, quefio pare, che ce lo perfida il nonhauerne effo dato alcuna propria definitione, (ff batter anco Ufiiatovnincerta deferite ione della pianta dell’Amomo, con la quale m.oflrò Plinio non effir certo qual fife la Vera pianta dell 3 Amomo, cioè fi foffe la vite Labrufa, come crederono alcuni, òpili tofio ^uno Berpo mirtuofi;come altri p * m descrittone 2 dìjfìro: pei che pai a quefii mitri tempi queste p tante dell Atnomidiy & deff Amomofino cono fidate del tutto; perdo non pojfiarmmi giudicare y fi Plinio habbìa /mito ilrmm y cioè, che tAmomidefia meno.fìbrofa, & marno dura di quella> che fiali [epitimo Amomo 3 & fìmhnente anco incerti fiamo 3fi la pianta ddl’sAmomofiafienz^odore^come pare 3 chela ragion dperfiuada 3 ejfiendo cheapprcjjb gli Antichi non era d % alcun calore3 0 féfiojfiepm tafìo odoratadornepare y che in queflo Ino%o fùpponga ^Plinio, mentre ferme >cheFoAmomi de è meno ^odorata 3 cioè dello Heffio o/lmomes éMa quiui auuertifico y che FzAmomide e distinta dalla pianta deli 3 Amomo 3 non filo per te condi tieni narrate da fi limo 3ì/iaancoperche la pianta dell’zAmomo non ha frutti 3 come ben nota Diofioride 3 pare anco 3 che Labbiafaputo H?hmo * il quale ficrifietjmo* mi de effierAmomo immaturo s hauendo alldncontro la pianta dell 3 Am orno ifrutti racemofi t ojfiemo di più 3 che in queilo luogo lacommune lettione è corrotta 3 la qual legger * Mimas vetiofa* atque duiior. Perdoche fedAmowide è meno yenofa dello fi e)fio Amomo immaturo^ fien%a dubbio deue effier men dura dell 3 Amomo legidmo y pm il che legger fi deuc ^>. Minu^s venoia 5 atqitè dura $ cioè metto ffirofa^ meno duriti. Simile lifco & no mitre, & frutice Car4amomum> i’eminc ©blengey Metitur codem modo ^ & in Ara-» bia -,.Quatta©r eius-generar viridiffimiimac pingue* acuti» anguKs ycomumax frangenti > quod maxime laudatili - Proximum è ruffe candicans. Tertium breuiusj at^uenigrius 0 Peius taqaen varinm> ac fa* DELL,’AM6MO INDIANO. t 7 fic debet. Hoc, &apad Medcsnafriiur. Pratium opuirn m libras Àiodecim. _ Aquemìmltofimile, sìnclnome,comenellapìantP J’M* f l u “ Uro fi rti fitromno ^Uvsràffim, ffi fil, * C ba /‘ > & <** difficilmente firomr r e J^ re > al ^dsffintà s amianti quello, che nel tuffili, bumheggiaffilter^o èilpikcorto, &penero. W dpeggiore e quell?ffit canato colare,facile ad,efierBez<&> eh poto odore * li legitimo dme aumeinarfi al C fio: il cui. prezzo ì per ogni Uhm do deci denari. Noi ni marno y eb effir debba, di non poca asti/,ek àqueUanoslra^ j$ Ut * ddUmmo^uep nofaa efyofuìone,coniami ic tareremo l hifiona del £ardamomo- y sì ancoper ribattete: i opemone de Moderniffii qualiffiriffiero-, che l’Indiano Aspo* mo p-pia fetta specte di Qardamomo racemosi maleparola fono da ejjffir confideratc^ + „ ^miie Jais, pffigna Plinio, che il Cardamomo è firn db x^el^ffipcUffi^mffigiiJlieUaraUycii^Jmem), al Pont ico gr i quelle di media, ma cpmlffi és espongono y che ^Cardamomo fiaffimile kgueflt, cioè alt Jmorn, all Amami de-, quelhfÀlfkmentefitt’asnjòl genere l’Amamie> Ùpl Amomide rffiringona y effiendopiantadi(ito genere da quella deiliAmomo dinerfa. l... Fi uéfcicc. Sì come Ulìnìo{come di già barbiamo mojlra* to) mai non vi dedapianta dell*Amorno, per l*iMefièragioni ^crederfi dem? cbe dallo fi e fio mai nofia fi ano veduto l*arbttfi ^ del Cardamomo^ c ome fudlo^cBeraforafiìero 3 fìfi inutile ap*> llS DESCRITTI ONE trefoliMedui, ^ Unguentari,:non effondo egli in alcun prive?, comedifitto con lautorità di Plinio in mano fare* 1 jsiI ri t’1 - L hi /fytt/L Api iC. di’** TUnkhMitonofcmto Upniututmeteneira^pia»^fAmomo,&rdel Cardamomo, v dagli,frittidegli ani uhi, è pure dalla fiwglùtm*, tra frutti dell Amomo, & /udii del Cardamomo, dalla quale babbifatto congettura.,, che ancoCianofnnìli, e fendo che dafonnghanti piante finialianti frutti nafeono A quelli nof ri tempi none e alcuno fch’io mi fama) chabbia vedute le piante del Cardamomo* & perde non poffiamo co fa alcuna di certo determinare circa lafomìglunta delle piante dell Amomo, & del E t nornin c • Amonto, Cardamomo, ff Cinnamomo, fono nomiantichtjfmi da antìchijfmìScrittori vftati, cioè daTheophra/lo, &■ da Herodoto, così riferendo Plinto, tono anco tra fi fimili. Da quella fimglianza di nomi adunque ì lecito congietturare, cb’cvn tfiefo paefenutrfee cotali Piante, (f che cosi anco le ckamafe j per il che eflend afa chiara dallhifioria de’tempi no fu f/ lCmn /“ nafta nelle vitina, ff più lontane fole dell Indie Onentalìcofa credibile e,che nellifeffefk.almemnefep^ Terrafirma più mane alllfile medefme mfa anco Amomo, è il Cardamomo, & che quindi m Europa fa tr /l ■tato’, Ma hauendo Plinio defritto le fomgliamze, c f DELL’AMOMO INDIANO. n» nome; ^-l isìejfi Moderni } che dicono t Amoma -dlirnm’fìtrìr amo mo racemo fi.fono sforzati d confi far e,, che tra l’Amo* mo, gy il Cardamomo ru n(l t erzjfem ditti dine fi ri tro u i, de* gna d e far aumrtita, mèla fomiglianta de grappoli 3 in ma -: Merdy chely no, (fi f ’altro racemo dell’Amo.mio > &: dei€ar+ damomo m nana Beffa gudfa iatiaechi yfi refi rima dmifà dvua, M* hMumo già dato ndfrimoCommentar^che gA antiche wtamatetmo- bene. tA marno racemo fa, ma che il l^dmm^ duto giamo* framò, è perchè il racemi del Cardammo fea^. spar/o y (gip raro > & che non babbi a et’rutta fembianzA alcuna, q purè? perchè il frutto del Cardamomo fra à fottìi pie ciudi apfefi? faf che perciò lungamentefarbar la: racemo fa fm efagienon pofay l$dckefipmcamre y che Galeno > Dio* floride, plinto^ (fiipli altri antichi Bvmori non babbi,m mai cono fiuto il Cardamomo racemo fi y Che figli antichi hauefam cono fi mio C Amomo Indiano per yngenere di Cardamomo racemo fio 3 qual cfamiefaaiirebbe fatto lor trala:fiiare la éfirutwhedk così gentilfrutto > gf perdeanco, per liemre ogni occajwne di errare y non haurebbe ro l’vndaL fa/trofiparato ifrutti trafifafrglimti 3 cioè Cfanomo* ì acemofi 9 d Cardamomo wgrappolo, accio ìien foorreffe falche errore nellerompo^filoni degli antidoti s Mafie alcuno crede per ameniurea, che ■ tra tutte l"altre frette di Car damomo filo il r acemofi Joff’e a gli antichi fono fiuto y qtlèfio fard runa fimphee Chimera yi impercioche chi dirà mai 3 che queCìa fila Specie di Cardamomoracemofi 3 (fi odo* rato/offe agli antichi Semplici fai fconfa ut o, e fendo ch’effe

  • frequentemente del Cardamomo nelle compofetium

de , io DESCRITTIONE ^ degli antidatifi fìruiuano, come habbiamo da. Theophrafio, & da Plinio? Per certo anco Dio fonde ci fa ampiafedeli, che il Cardamomo fa Plato agli antichi comfiiutffmoi im~ f trómbe- nel Capa del Cardamomo, battendo dello fleffo fmt to tralafciato la defrittione, fùbito dall elett ione dell ottimo Qardamomo diede principio, quaf ebeti Cardamomo/offe alla fella plebe famigliare, che non hauefie bifogho d alcuna dichiarai ione: <D*queBe ceffi ’viene in cogmtione certfftma, quanto njenfimil nan fa, che ’Plinio non habbia cono fiuto queflafpecie di Cardamomo racemo fi, frodata dà Moderni, battendo Cimo in particolare annouerato più d’vna fpecie di Cardamomo tra loro con mantfefi figni, & proprie conditioni diuerfe. Quindi adunque fi può emchiudere,che benpojfa effer, che il nostro Indiano racemo fa-, illegitimo Amomo degli antichi, ma nonpofSagiàeffere, che lo ftefio grappolo Indiano fa il Cardamomo racemofo degù Beffi, nonfacendofìrnentione alcuna appreffio hpafati Scrittori del Cardamomo ingrappolo., Semine oblongo. Uà di giù Plinio infgnato lepiante dell’Amomo, & del Cardamomo effier firmò tra loro per lau> forni fiau’za della pianta, del nome -, bora mo cidimoUra J lapropria conditione della pianta del Cardamomo, laquale, ch’ella produca il fime lungo 3j per la qual lunghezza difeme il Cardamomo e dall Amomo differente, t frutti del qua e fino di fipura rotonda perciò Timo bùhauuto riguardo alla retta maniera d’mfignare-, percioche prima narro e coCe all’ina, e l’altra pianta commune, (fi? pofita trat o le proprie di ciafcheduna fpecie s Ma h Moderni efpongom li firn, L ****** Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/405 I22 descrittione fe ri i fretti) ejjtndm fifa vna fottìi ’ cartilagine fo membran * frapofla,.nella qualeinuoltifom,quindi natemene, che mm ardine intiera di fimi, unfot lungo fime appaia» la qualeofi fefc errare ti Moderni Effendi) adunque uere quefie cofi^, ìlfèrne lunga-dei Cardamomo nuli’dira cofaptm effere,fuor s che lo’attero fruito dello sfefso, ti quale e fa ito dift iti i mterni, & dì edrinféca pericarpio ’.. Lecofipoi, che della uoce feema dicono li Moderni, non fono d’alcm mon. e tto, ò u alare; Imperombepmnier.amente quando dicono ilfrutta, del Giatdammnm efimfimfono. al vero contrari}; impercioche hahhiamo di già. con i autorità d’Ari ilo tele dime fretto il fu tto, & il feme in effetto effer yn ilhfji cofà) effe* di ragion fìlamente differenti,, in modo } che. il Cardamomo i &fa frutte». e fenda da altrui prò* dòtto,fa anco fime, come quello»dd quale altnyengct -> prodotto. fmitre habhìamo dall’autorità diTkopbrafto tufioriate* che queila vocedìfimefa commmiffm*, hqud fitto di fi contiene; Crfmtto, {ffpfemanza,> sì nuda; camene follicoli contenuta.. In quaato.aUaLatm*figmjfatt<m,W fime s’affetta, non e, vera» che la fignificatione di fané cm-, prenda que fimifilamente,liqualfimmpericarpq rmdm’fi }. ma non già i fruttiche fono compop di follicolo» 0-femis }mpercioche lo fiefo ^Plinio chiama col nome, é fernetlfrutto-dei Balfawo, (ff pure egli e difime, & di pericarpio compof o, die egli * s- r • • Precipua antera grana ìacrymae lecunda letamifi primo pregio è nelltdacrima, il pondo nel fine • Et poto autem maximum, & poderefiiTimum. DELI/AMOMG INDIANO. n 3 Tra fimi il meglio £ il maggiore & più p e fimt <?___>. Oltre die io lo Befifo Antorechiama fimi i Pignoli fiquali fbèocompofli clmtermfimo da mangimi di buccia legnofi. e Berna 3 così firme Plinio delle mci. Incus exilcsnueleoslacunari includit thoris vefticos alia ferii ginis tunica > mira natura: cura molliter fètaina collocanti.. Di dentro ha piccioli noccioli y rtncbiuji in camareìle ca** nellàte > ntefiiti di njn 3 altra vefie rugwofa > fiorgendouifi Vrtdéèrauiglufa diligenza detta Natura di porre tifimi con ógni deiicàtezjst.* fit per fimi intende il nucleode pignoli $ cioè con lafu a ìe~ gnofacorteccia *> a quali attribuifie la veBe rugwofa.* Sicguano boia h parole di olirne del Cardamomo. M e ti tui: eò d eta taodcv&i n A r abia. Paragona quL m il Cardamomo àll’cAmomo fi quale afferma > che atto Bepo modo fi tolga y che VzAmomo., del qualeJenfi e di fipra. Carpicurcjue ciim radice manipulacim * lenite r cOtapbnitur. Che fibenefirme Plinios cheti Cardamomo in oArabia^ prouenga, nulla dimeno, che ciò fafalfì gabbiamo noi dattihiBorie de 3 Moderni ve dato impunto è da meramglìarfì, che effóndo in que1 empieono fiuti firmo il Cardamomo > il paefi però in cui nafieua foffefono finito. Quàttùor e’iii’sgenera. Il Cardamomo figmfica due cofiycwè la piànta, cioè inutile sigi perciò anco incognitagfi ilfieme lungo 1 là-ondeperche Plinio annotterà quattro Specie di Cardamomo, non deuedubitare alcuno, che le ’Beffinoti ’Jianó i frutti di interno fieme, & di pericarpio -rompoBi j z ’ irnper £ 2:4 DESCRITTIONE ìmperckche i colèri di queBe fede y doeilverde, ilrofièg^ gmnU y ilavario. gli Acuti angoli ìflojjì rApprontano il noìtro. commime, Cardamomo y non la pianta. Ma da quello luogo fi r-uede, che. Plinio nonhehbe cagni tione alcuna-^ del (fardamomoracemofi j_ imperochefe bene naso ognipeffibil diligenza nel defermem leSpeci e dei Cardamomo, nulla dimeno non fece parola del Cardamomo fìmpUcemente racemo fi,ni dguifad’vua ri fretto^ ■ Viridiffimum ac pingue * acutis angulis contumax frangenti., quod maxime.laudatur.- Deferire la prima, & Cottimafpecie di (fardamomo conquefi i fegnì. Viridiffimunio Se Plinto per Cardamomo rvcrdiffimo intende quello, eh e. di herbaceo colore dotato,non V e cofit-^, cioè diuieti, che il commune Cardamomo non fia il legitmo di Plinio ytutto che fa palli do y mnierde yperaoche per la~> fiu v.ecchiezjta;, b per Ceder ma turo, ò pure per tintemperie dell ari a, il’color verde fparifie, & in pallido fi tra muta ymaperche Plinio di /opra danni. ndl’Amomo il color

  • verde, che; cofi probibifie,, che non intenda Plinio quel

Cardamomo ejfir ‘v.erdijfimo y. H quale è fato poco diati* zf colto ì { Pingue:, Significa oleofiy (ff ontuofi y ^f anco grojfis abondante~ di Jucco y ma mquefio luogo int ende- i fimi più | groffdèl Cardamomo.. I j^cutis angulis 5^//’- angoli-acuti fino nella buccia dii Cardamomo.■ volgares imper cieche gl interni-fimi fono ari ■ gulofi sì y - ma non hanno pero gli angoli acuti -, r ma più tofio j; uh tu fi^SD i pmvien confermata tefiofit io n. noftra, dh’ah r

hi amo dato dì [opra- 9 - ch§ queBarvpce fime: in quel luogo

t: r 4 ---- " ^- * dinoti deli: à MìQ’MO’ IN DIA N O. iz f elitisti finita di follicolo ^ (fif àellhfteffv ìnternijhm compo* fio. Ala perchè Li, frutti dell Adorno In di ano fono rotondi à gufa- digrwelle:£vmi.> nonpojfmondmfi l queftcu Prima jf ecie di Cardamomo y impercioche fi bene i frutti dell fndi ano admomo fino di tre picchi eminenze do tati. y quelle nondimeno fino poca rilegate > non angulofi y là onde par qmUo- ìafigum lor^mond^. fiferba... Per lo chea frutti dell Amomo triangulari chiamar non fi pof]’ono >però che m barino gli angoli obtufi 3 ne acuti ndlaguìfi dell Cardamomo P Umano y imperciocie non qualunque emrnenza angolo fi può chiamare j> ma quella folamente^ che dal con~~ tatto di due linee vien prodottairContumax frangenti. 1 teflì corrotti leggono con— tumax fri can ti y ma quefioluogo per quanto 3 chà da Diq~ floride 3 & da ‘Plinio y,deueejfercorretto, comi abbi am. dtt- to y ìmpercìoc he Diofio ri de nel Capitolo del Cardamomo-lo’ elegge difficile ad efier rofio y Plinio poco dapoi dannai quello z-che faci Imeni efifi ezga, ilquale e opposìóàquello y cbe fi rompe con*difficultaParla adunque Plinio, del frutto intiero del Cardamomo non de fimi interni filameli te* fi co me babbi amo già detto» Proximum.èiuffo candicans;. JLfuetfoèàlnatmo~lèredel Cardamomo communi, Teruuro Bt eoi0-s 3 arqae nigrius. Ila -tèrza fpeciedi Cardamomo hà il fime pm ^breueyg^pmnero-: lifirmpm corti adunque fino gli intierifrutti del Cardamomo, > il quale è compofio di fimi interni > ■&: di pericarpio; ma fi: lece ragionar ltberammte< y tuttoché la breuitàÀfimMh’notar ppfit U -tèrza.fptde-del Cmiamomo? di flint a dalleu* DESCRITTI ON E feconda/fede Hi jfopra adeferitta *:mlladimemparèl tchc^ la negrezza dinoti vna leggiera aduBióne dal talare del Sole contratta, fi come auuertì il Gorbia nel Capo deiCinnamomo, daichenacque, che gli sAntìcbi dannafeero il nero, £ome Plinìoin qUefle far ole ciìafeÈferì ttó ^ eAlcttni due forti di ffinnamòmo deferìfeero $ ff) frìr lo p affato più era ìlimato il bianco, fe bene bora fi loda maggior mente il nero, Peius tamen variutn, & facile rntu> odorisene paruiyguÌvcmsC^fto>iciiiusefle dèfoet. Il color vario dinota -la prinépi ài atHat uriti, di dotte hafee, cheque fio tal Cardamomo? come quello, ch’è immaturo, fa amo facile al ròmferftyffi dificchi odore, e fendo che la maturità ifecfea yà allepiante apportandò ìfuoi odori» quefla quarta[fede di Qardamotno non è di natura dàtCaltra fi cete differente, ma nell 3 v tilità filamenti «Hocy& apud Medos nafeitur. Dfon e altrimenti rnconueniente» cheilCardamomonaJca in Arabia, ftj cioè anco nella Media prouenga, mainvero nonhabbiamo da Moderni hi&ortcì, che ilCarddmomoMfia nella SMèàieu>. Prajtium optimi in libras xij. Vottimo Cardamomo, il prezzo del quale fcrìue Plinto, è vna delle raccorda# fveci e, ftf qtieie non fino le piante, ma fi bene il frutto, comhabbiamo noi. amertito -, Quindi adunque chi aramente c ediamo» che gli Antichi credeuano^ che la pianta del Cardamomo fif e inutile alle zompo fettoni degli unguenti, non battendo Plinio del prezzo d’effa fatto parola alcuna» Ojferuo oltre di ciò da queflo luogo, che fe Plinto haueffe cmofeiuto il grappolo del Cardamomo, in fi Beffi àguift^ d’yua DELUA M 0M O ÎNDIANO. I27 d'wxd rìflrvtz‘q, cé’Eg/ì 71m ljmméée per alctm moda tra/4- fiiara [a dfifitiiaîze difiu'îzo coJì genti/e , 72071 bang/Ida

. ' ‘r A v v J a tm/afimzîo lZÎPfÈNK’O‘f161647mflfîî‘07fl0 , mm ckefia 0/4)?" uwrg 42’; mmm‘zmportmqq , L37 gag/lo Énfiz m‘mvgumm ,cî g da rhgt'O/vdì’cî fl’irzàumo pi! Gara/Mimmo . v

C 'Î) N» 12S CONFORMITÀ D’OPENIONI D I DiOSCO RIDE» & di Plinio, D’intorno FHiftoria dell’AmoirvCK ORMAI refia, che dimottrUmo la conformijlf | ta de pareri di Ritmo, di Dio fon de nel f P defìriuer thiforia dell 3 Amomo, acciòfiribatta lopenione de Moderni 3 che credono, che Rii7210,ù^ Dio fori de tra finonfiano concordi nel defimuerc^ toAmomo, (fj in oltre fi deue mo tirare Refiraordinar ta diligenza di ‘Plinio, per la quale trapafsò lo flejfio Dio fionda nella materia del delineare, & dare à conofier tAmomo, dal che tanto maggiormente faranno riprefi li Moderni 3 che dicono Plinio non hauer cono fiuto 1 Amomo legitimo. Paragonici adunque a vicenda / Hifioriadell Amomo di Dioficoì D de,& di P/inio. # Amen due gli Autori dicono tAmomo efiervn arkofiello. Dicfc. V. Amomo è <~un pìcciotarbofello» pi; n. P) alt Indiana <mte Labmfia, Davnwirtuofoflerpo* J quegli è di nome > di pianta fimite al fard amomo. LivnOyQd Raltro ^Autore incomincia dal grappolo > come parte piìt cono fiuta deltAmomo. n* f DELL’AMOMO INDIANO; j 2 p Tòlde* U Amomo eVnpiccìoUrbofiello > ilfrutto del quale a gufi di grappolo d’tvua > Vìm.VhfuadeWAmomo e in «ufo* Som anco cocordl^hefi debba eleggere tyua?od il grappoli Djìo/c. Eleggerai ilPontico racemo fi * Simile allepicciol vite. Plin.Z/ vua deli Àmomo e in yfi * oAcciòfia ‘unito 3 ffi a gufi d 3 vua in fiflefiofirauuolgaì Il prezzo dell* vua per cadauna libra. Da amendue e definito tAmomo > ctiè rutile al componi gli Unguenti? gli antidoti?come racemo in fi Hefiodgufi cCvua rauuolto. Diofc.r ’ Amo mo è rvn arbofielh. filfrutto del quale dal legno fi ratmolge in fifi e fio agun fid’noua~.> Quello di l?onto racemo fi. Eleggerai? (fife. Simile alle picciol hjuc-~>* Plin-L ’nuua delfjmomo è in nufe j Acciò fi ristringarauuolga agni fa d 3 nomi Amenduefanno le foghe della pianta s quajì le Beffe? óuérì dell Indica natte Labrufca ® Diofc/Difigliefimili a quelle della vite bianca J Pi in. Dell 3 Indiana notte Labrufca. Amendue fanno tre ifecie d’oAmotno, Dio fc. Quello ed aAr meni a di colore tendente all*oro 1 Stuello dì Media di manco valore, Quello di Ponto racemo fio? carico dì frutti. Piai.Vienprodotto invna parte iArmenia ctiQtene n;kn detta?

^ rjo DESCRITTIONE

detta > fg) nella Media > & in Ponto. Cono/cono gli fìeffì colorimeli Àmomo fi roffeggìante 3 o rof fò> quello che tende al color dell 3 oro, o pallido > il bianco ^ (eff l herhaceo. Dio iz.Quello d’Armenia ^che tira all’oro. Quello di Media verdiccio. Quello di Ponto rofoggiarne. Eleggerai il bianco 3 o roffegg i an t * Pi in.Sommamente s* approu a c. Quello di color rojjb: il fecondo luogo di bontà è del pallia do; l’Herbaceo è peggiore& il candido è p e [fimo fiche avuteneper la vecchiezza. QuePlìnoPìri Autorifanno l’Amomoodorato. Diofc.J’i loda quello dArmenia y (ff c. Che con l’odore ferife l’odorato, Eleggerai i fife. Quello > ctìe d’affai buon odore. L’a/lmomide e di manco odorc ^>. Plin. Gli vnguenti d’odore più penetranti fifanno col mefolami il (foflo^gJ ÌAmomoyche tomamente ferifcono l’odorato. Amicluegh Autori hano auuertito l’acredine dell’Amomo. Di ofc.Eleggerai &c. L’acreal gufo mordace. Plin PEffendo l’Amomo dì natura mordaciffimo. Scrivono ambigli Autori^che l’Amomo è vtilealle compoftioni degli unguenti degli Antidoti. Diofc. Si mefehia negli Antidoti > fg) negli vnguenti pre tiofiffimì. Plin •Tutti Ai vnguenti riefeono più acuti col Cofio> & coi ’ l’Amomo. E f n ’ BELI/AMOMO INDIANO. i 3 i EJJendoì Amomo di fitti natura mordaci fimo. Quefto adunque unguento Regio £ di M ir ob alano > QoSlo^ g/ Amomo compofìo, DILIGENZA DA PLINIO VSATA nella defcrittione deli Vlmomo. S I egu e la fìngo Ur diligenza, follecìtudine> di cui s’ha r-palfi Ritmo nel definii ere delincare fAmowo^colU quale hàfoprauan^to SDkfconfi, hauendo egli ofornata quelle condltiom da Dwfioride non auuerlite 3 che mirabile mente illustrano la cognìtione dell 5 zAmomo. ’Vice adunque primieramente Plinio, che nafce tAmomo nell Jndie y ilche e ancofcritto da Tkeophrajìo, (fi dal grap** polo noStro accertato, effendo cdegli di la z è Stato mandato* SD al (indiana vite Labyufia. Splinio c infogna anco Ivfio dellvua dalla fua pianta /epurata * L vua dell* Amomo è in vfi dell 5 In diana vite Labrufci. Àuuertì di più Plinio le figlie di Melagrano, che nel grap ~ polofi trottano, cofà non più da alcuno degli e Antichi (che noi fappiamo) offeritati. Sommamente fi lo da quello, c *hà lefiglie à quelle del Me-, lagranofomiglianti. Ha inoltre più diStintamente offieruato ì colorì diquello, che Sbabbi afiatto Diofionde, poiché ejfio Plinio al raffio afiegno il primo luogo dì boutade piando Snjltimo al candido. Sommamente fi lodale, fin elio che roffieggia, Lficonda boutade è delpallido > l’Herbaceo e peggióre > (fif t!pejfimo è il bianco. Scoprì i 3 2 DESCRITTI ONE Scoprì oltre di ciò Tlmio il grappolo fa!fi ficàio con lagoni ma liquida> {fi le foghe del Pomogranato > il qual racemo fu da DìofiGride _> ò del tutto tralafiiato $ od’almeno ofatramente in quelle parole accennato * Eleggerai quello non ri fretto a forza* HDìce l^Autore. Sifalffica con le foglie del Melagrano> con la gommai liquidaacciò s’attacchi^ dgmfa d’nuua fi rifiringa. Separò anco < Tlwio Ivua dell 1 Amomo fialt Amomo fpezr %ato 5 & ìnfignò i prezzi dellvm j(fi dell altro > coi quali diede ad intendere nitori-’altro Amomo efer fiato appresogli Antichi in ^vfi, che Ifiua^ (éf il fiato > da che chiaramente^ appare la film ione della commune quefilone, cioè qualparte dell’Amomo fia in vfi>&qual ottimo Amomo dirfi debba-* fi prezzo dell njuaper cadauna libra è dì feti anta danari> & delspeziato quarantotto. Si dette adunque in queU’hiflorìa dell Amomo conchiude re ^ che a Plinio intiera fede preilar fideue, sì per hauer egli frìtto cofie conofiiutijfìme/fi vere? come per e/jer dopenione a quella di Dìofioride conforme> del quale anco fiato più di* ligentes (fi perchè nel nofiro grappolo Indiano tutte le condìtienifi veggono da Plinio> fi da Dìo fiorì de al ìegitimo Amo- t m° afegnatey dir Jifieue >che queUo fin di ano racemo fia il ìegitimo Amomo di <r Dìofioride>lfi di ’Plinio * Gratie ti rendo Chrifto Redentore: II P.M.Andrea’Berna Via* Min,Conti.Correttore approbato. i 21 9 15 «r (J ’ & ì

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