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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1843
MONZIGGNOR DE L'ANNONA E GGRASSCIA
Er Monziggnore mio, si1 nu lo sai,
È ccardinale ar primo concistoro;
E llui cià2 ggusto in quanto sia decoro,
Ma llassa un gran’impiego: ecco li guai.
Pane, ojjo e vvino nun ze crompa3 mai,
Le pile4 s’ariempieno da loro,
E bbiada e ffieno e ssemmola è un lavoro5
Che cce n’è da rivenne6 o ppoco o assai.
A le curte, in sta casa bbenedetta
Mo nun ze ppijja7 a ppunta de quadrini
Ch’er pepe, er zale e cquarche ffil d’erbetta.8
E la sala? Sibbè9 ssenza salari,
Noi potemo marcià10 ccome ppaini
Sortanto a rregalìe de bbottegari.
20 gennaio 1843
- ↑ Se.
- ↑ Ci ha.
- ↑ Non si compera.
- ↑ Le pentole.
- ↑ È un movimento, un abbondanza, ecc.
- ↑ Da rivendere.
- ↑ Non si piglia.
- ↑ Maggiorana.
- ↑ Sebbene.
- ↑ Andare, sfoggiare in vesti.
Note
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