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IV


Il maniero



Te sovente, o tra boschi arduo maniero
popolai di baroni e di vassalli,
mentre i falchetti udìa squittir su’ gialli
4merli e radendo il baluardo nero.

Pei vetri un lume trascorrea leggiero,
e nitrivano fervidi i cavalli:
a uno squillo che uscìa giù dalle valli,
8apria le imposte il maggiordomo austero;

e nel fosso stridea la fragorosa
saracinesca. Or tu, canto divino,
11sceso con l’ombre nel mio cuor cadenti,

dove sei? Di tramonti, ora, pensosa,
là sur un torvo giogo d’Apennino
14qualch’elce nera lo ripete ai venti.

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