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Giovanni Pascoli - Myricae (1891)
Tristezze - Il nido
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VI
Dal selvaggio rosaio scheletrito
penzola un nido. Come, a primavera,
ne prorompeva empiendo la riviera
4il cinguettìo del garrulo convito!
Or v’è sola una piuma, che all’invito
del vento esita, palpita leggiera;
qual sogno antico in anima severa,
8fuggente sempre e non ancor fuggito:
e già l’occhio dal cielo ora si toglie;
dal cielo dove un ultimo concento
11salì raggiando e dileguò nell’aria;
e si figge alla terra, in cui le foglie
putride stanno, mentre a onde il vento
14piange nella campagna solitaria.
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