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Se tutta l'età mia fu primavera Per non cader squarciato all'altrui morso
Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Battista

XXVIII

IL LUSSO DELLE FEMMINE

     Non ha satolle mai l’avide voglie
donna ch’al vaneggiar l’animo intende;
tanti profumi in su le chiome scioglie,
quanti ne’ templi suoi l’arabo accende.
     Tutto l’oro diffonde in su le spoglie,
che nelle arene illiriche risplende;
il vasto Eritra in una mano accoglie,
l’intera dote in un orecchio appende.
     Nome di «mondo» a tal superbia insana,
che sembra agli occhi altrui fasto giocondo,
diè la gente magnanima romana.
     E volle dir, nel suo pensier profondo,
che nelle pompe sue femmina vana
tutto racchiude epilogato il mondo.

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