< Nova polemica < Alla Musa
Questo testo è stato riletto e controllato.
Alla Musa - III
Alla Musa - II. Alla Musa - IV.


III.



O
pallida Eloisa, anch’io salivo

tante volte di notte a la tua cella
ed il segreto de ’l mio cor t’aprivo
e ti chiamavo benedetta e bella.4

    A l’onda de ’l tuo sen vergine e vivo,
palpitando obbedia la tonacella,
e i brividi de ’l senso errar sentivo
ne la tua carne e ne la tua favella.8

    Livida sotto a la pupilla stanca
non t’appariva più l’orma segreta
de la virtù che a poco a poco manca,11

    quando su ’l molle altar, vittima lieta,
abbandonavi la persona bianca
sorridendo a l’amor de ’l tuo poeta.14


Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.