< Odi (Anacreonte)
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Anacreonte - Odi (Antichità)
Traduzione dal greco di Francesco Saverio de' Rogati (1824)
Ode XLV
Ode XLIV Ode XLVI

SOPRA LE SAETTE D’AMORE.


ODE XLV.


Un giorno Vulcano,
     Negli antri di Lemno,
     Facea di sua mano
     4Gli strali ad Amor.
Le punte ne immerse
     Ciprigna nel mele;
     Cupido gli asperse
     8D’amaro liquor.

Coll’asta pesante,
     Dal campo, fra loro
     Rivolse le piante
     12Il Nume Guerrier;
E visto lo strale,
     Diceva insultando,
     Per farci del male
     16Quel dardo è leggier.


A’ detti pungenti
     Cupido rispose,
     Or questo deh senti
     20Se grave è per te.
Di Marte al dolore,
     Che il dardo riceve,
     La Diva d’Amore
     24Rideva fra se.

Intanto ei sospira,
     Poi dice a Cupido:
     Il dardo ritira,
     28Che affanno mi dà.
No, no: teco resti,
     Soggiunge quel Nume,
     Se tu lo volesti,
     32Non merti pietà.

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