< Odi (Parini)
Questo testo è completo.
Alceste
Piramo e Tisbe La magistratura
Al medesimo

 
Ne’ più remoti secoli
Apparver strane cose,
Che poi son favolose
Credute a questa età.

Lascio conversi in alberi 5
In sassi in fonti in fiumi
E gli uomini ed i numi,
Cose che il vulgo sa.

Sol parlo d’un miracolo,
Ch’or niegan le persone, 10
Non so se per ragione
O per malignità.

Questo è una donna egregia,
Che per salvar da morte
Uno infermo consorte 15
Lieta a morir sen va.

Ed ei, da morte libero
E da la moglie insieme,
Odia la vita e geme
E vuol la sua metà. 20

Fin che un amico intrepido
Per lui sceso a lo inferno,
La toglie al fato eterno;
E intatta a lui la dà.

Alceste, Admeto ed Ercole 25
A te gentil cantore
Poetico furore
Veggo che inspiran già.

Dunque il bel caso pingine;
E fa de’ prischi tempi 30
Veri parer gli esempi
D’amore e d’amistà.

Sai che d’Admeto pascere
Febo degnò gli armenti:
Sai che de’ suoi lamenti 35
Ebbe di poi pietà.

Oh quanto a tai memorie
Avrà diletto! Oh quanto
Dal sublime tuo canto
Rapito penderà! 40

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.