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ALLE “KURSISTKI„
Brevichiomate sorelle,
api operaie, già sparve
l’ombra del verno, e già fanno
l’api il lor miele per quelle
ch’oggi son torpide larve,
oggi, ma che voleranno
7domani.
L’ultima neve si scioglie,
cadono l’ultime pioggie,
l’ultimo tuono si perde
lungi: e la quercia le foglie
vecchie abbandona, le roggie
foglie, sul tenero verde
14dei grani.
E dalla terra fiorita
batte nel cielo un tumulto,
come un grand’urlo di vita
dopo un supremo singulto.
19Vive ciò ch’era già morto!
Voci di su la sua tomba
squillano cantano rombano...
22Egli è risorto.
Noi per la terra cui resta
quella, di tante frontiere,
ch’è tra la terra ed il cielo;
noi vi cerchiamo: è la festa
che noi volemmo vedere:
festa di popoli, sgelo
29di cuori.
E vi troviamo, o sorelle,
gravi, di là delle porte
ferree del carcere insonne;
senza più sole nè stelle,
senza nè vita nè morte,
donne d’amore con donne
36d’amori.
Ma la gran voce di gloria
giunge là dove perdute,
dopo la vostra vittoria,
siete con donne perdute.
Vive ciò ch’era rimorto!
Voi alle donne tradite
date tre baci, e voi dite:
44— Cristo è risorto! —
Sacri ad un solo lavoro,
tutti rivolti ad un polo,
noi ci vediamo, o sorelle;
come si vedon tra loro,
sparse in un etere solo,
le lontanissime stelle
51del cielo.
Noi vi vediamo serene
muovere al vostro destino,
lungi, tra lancie di sgherri.
Ladri e omicidi in catene
fanno lo stesso cammino
sempre sonante di ferri...
58Lo sgelo...
è cominciato. V’attende
l’Obi ed il Lena selvaggio.
Ma, nel passare, a voi scende
l’inno del grande passaggio.
Vive ciò ch’era più morto!
E voi baciate quei ladri
miseri. — O figli di madri,
66Cristo è risorto! —
E noi veniamo con voi,
68lungi, nell’ultima terra,
oltre inflessibili porte;
e noi veniamo da voi
anche, o sorelle, sotterra,
anche di là della morte
73e del nulla.
Polvere e sangue v’ha intrisi
i brevi riccioli intorno
l’esile fronte stupita.
Sangue e silenzio. Ed i visi
bianchi aspettare il ritorno
sembrano, della lor vita
80fanciulla.
Ma nel sepolcro ch’è santo
senza pur croci e corone,
giunge a voi, vergini, il canto
della Risurrezïone.
Vive sol quello ch’è morto!
Nostre compagne sepolte,
noi vi baciamo tre volte:
88Cristo è risorto!
Su dalle ceneri, o morte
vergini! Chiede il perdono
quei c’ha percosso ed ucciso,
ebbro del sibilo forte
della sua sferza e del tuono
folgoreggiante d’unisone
95squadre.
Eccoli: or sanno il lor cuore!
Eccoli: or sanno il lor nome!
Scendi, o cosacco, di sella.
Tu non sapevi, uccisore,
ch’elle eran fatte pur come
una tua pura sorella!
102tua madre!
Tu non sapevi... ed or taci.
Oh! tu non fosti già tu!
Prendi, uccisore, i tre baci,
e non uccidere più!
Vergini, è il bruto ch’è morto!
E dalla fossa del bruto,
con un supremo saluto,
110l’uomo è risorto!