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OLAO MAGNO ARCIVESCOVO D’UPSALA
DOCUMENTI INEDITI.
I fratelli Giovanni ed Olao Magno, arcivescovi di Upsala, hanno un non indegno seggio fra gli uomini illustri del secolo in cui vissero, appartenendo non soltanto alla storia ecclesiastica ma ancora alla letteratura.
Se di loro si trovano cenni nelle Biografie generali, pochi sono e in gran parte non esatti od incerti. Nati a Linkoping di Svezia, fedeli alle dottrine cattoliche, nelle quali erano stati istruiti in riputate Università, dovettero esulare e morire lontani dalla patria. Roma, omnium patria, li accolse e loro diede tomba nella sua più grande basilica.
L’esser vissuti lungi dalla Svezia, ed aver questa accolta la riforma, furono di ostacolo ai compaesani nel far rivivere la memoria di questi due loro scrittori. Infatti essi sono più noti in Italia che non in Isvezia; e confidiamo che i documenti, che qui vengono pubblicati, giugneranno graditi agli studiosi svedesi, e porgeranno loro un buon contributo per la storia letteraria della loro nazione.
I fratelli Giovanni e Olao Magno appartengono ad un secolo, il quale, benché sia forse il più glorioso a quella nazione per le gesta del grande Gustavo Wasa e sia pur quello del suo vero sviluppo, tuttavia non conta molti scrittori. Essendo i Magno venuti in Roma sotto la protezione del papato, spettano anche alla storia italiana, tanto per vari incarichi, che vi ebbero, quanto per aver studiato nelle nostre università, e per la prima stampa delle loro opere in Italia.
Giovanni, il maggiore, essendo arcivescovo di Upsala, volle osteggiare il suo sovrano, che favoreggiava l’introduzione in Svezia della riforma, e dovè abbandonare la diocesi per non rivederla mai più. Dopo aver peregrinato qua e là, fermossi in Roma, ove scrisse le seguenti opere, lasciate inedite:
Gothorum Suenorumque Historia ex proobatissimis antiquorum monumentis collecta in libris 24.
Historia metropolitana seu episcoporum et archiepiscoporum ecclesiae Upsalensis.
La condizione, in cui trovavasi di esule, non potè a meno di renderlo talvolta ingiusto verso i suoi compaesani. E nel seguente passo pare rimpiangere il suo stato: «Ex primo Regni senatore et felicissimo archiepiscopo propter tuendam fidem Christi factus sum humilis exul et peregrinus» (Lib. 22).
Il fratello Olao era arcidiacono, quando Giovanni fu bandito; così lo segui, e in Roma gli fu segretario fino alla morte.
Il Papa lo elesse successore al fratello, qual arcivescovo di Upsala, ma ben inteso non potè prenderne possesso; e se ne valse inoltre per il Concilio di Trento a cui lo inviò. Gli diede poi la chiesa dedicata a Santa Brigida principessa svedese, eretta fin dal secolo XIV in Roma, e gli passò una pensione.
Visse Olao nel convento di detta Santa fino alla morte, dando alla luce opere proprie, e facendosi editore di quelle del fratello.
Ecco i titoli delle opere di Olao Magno, che sono a stampa:
1. Tabula terrarum septentrionalium et rerum mirabilium tunc in ipsis, tum in circum jacente Oceano contentarum cum variis animaliiim figuris. Venetiæ, 1539.
Vi è annesso un volumetto a spiegazione della Carta, edito da Gian Tommaso nel 1539 in Venezia.
2. De gentibus septentrionalibus earumque diversis statibus, conditionibus, ritibus, superstitionibus, disciplinis, exercitiis, regimine, victu, bellis, structuris, instrumentis ac mineris metallicis et rebus mirabilibus, nec non universis pene animalibus in Septentrione degentibus, eorumque natura. Romæ, 1555 in fol.
A Basilea nel 1567 se ne fece un’edizione con molte incisioni in legno, oltre altra in tedesco.
Tradotta in lingua italiana da Remigio Nannini fiorentino in Venezia nel 1561 in 8.°, presso Francesco Bindoni. Poi, in Venezia stessa, presso i Giunti, nel 1565, con molte rozze incisioni, e col seguente titolo: Historia delle genti e della natura delle cose settentrionali da Olao Magno arcivescovo di Upsala nel regno di Svezia e Gozia descritta in XX libri. Nuovamente tradotta in lingua toscana. Opera inolio dilettevole per le varie e mirabili cose molto diverse dalle nostre che in essa si leggono.
Tradotta in lingua francese venne alla luce in Anversa nel 1561; in inglese a Londra nel 1658; in olandese ad Amsterdam nel 1652.
In compendio latino ne uscirono edizioni in Anversa 1558 e 1562, in Amsterdam 1686, Amburgo 1597, Francoforte 1618, Leida 1645 e 1652.
E altre edizioni ancora son citate dal Niceron.
3. Epitome revelationum S. Brigittæ bina.
Alcuni dubitarono di questa pubblicazione; ma i documenti qui prodotti proveranno che l’autore ne stava attendendo alla stampa quando morì.
Olao Magno si fece anche editore delle opere di suo fratello, e nel 1554 dedicava la seguente a papa Giulio III.
Historia Iohannis Magni Gothi, sedis apostolicæ legati, Svetiæ et Gotiæ primatis ac archiepiscopi Upsalensis, de omnibus Gothorum Suconumque regibus, qui unquam ab initio nationis extitere eorumque memorabilibus bellis late varieque per orbem gestis. Opera Olai Magni Gothi, fratris eiusdem auctoris ac etiam archiepiscopi Upsalensis in lucem edita. Romse, 1554 in fol.
Fu ristampata a Basilea nel 1558.
Nel 1557 poi diede in luce quest’altra:
Metropolis Ecclesiae Upsalensis in Regnis Svetiæ et Gothiæ diligentia Iohannis Magni Gothi ec. m. d. xxxvi. ec. collecta atque nunc primum m. d. lvii opera et impennis Olai Magni ec. ad honorem Dei et pontificum exemplarem vitam, ne reductionem illarum regionum et aliarum rationum, ut in unitate et obedientia S. Sedis Apostol. perseverent, (edita). Romæ, 1557 in fol.
Tenuto conto del tempo, le opere dei fratelli Magno sono certamente importantissime, avendo fatto conoscere al mondo scientifico la Scandinavia. Esse dimostrano negli autori un’erudizione vastissima della loro nazione. Le molteplici edizioni provano quanto siano state le opere dei Magno apprezzate e ricercate fra i dotti.
Allorché ero archivista in Roma, trovai diversi documenti riguardanti Olao Magno, dei quali, ora lontano, mi sono procurato copia, mediante la cortesia del Sovrintendente agli Archivi romani, e sono quelli che ora pubblico.
Il primo documento contiene alcuni rogiti, che mi contenterò di esporre in sunto; i quali ci fanno conoscere che Olao Magno fino dal 1551 comperava in Roma due case da Gio. Pietro Caffarelli, nobile romano con facoltà di riscatto. Una era nel rione Pigna alle Botteghe oscure, l’altra nel rione di sant’Eustachio, vicino alla taverna detta del Limbo.
Questi acquisti sono prove che non viveva in strettezze finanziarie, come fu scritto da altri.
Ben più importante è il secondo documento, che è il testamento, da lui fatto il giorno prima della sua morte, cioè il 31 luglio 1557, per il quale intanto si rettifica l’anno della morte di lui, che dai cenni biografici in generale viene fissata nel 1568.
Dal medesimo apprendiamo il luogo preciso della tomba dei due fratelli Magno; mentre finora sapevasi soltanto esser stati sepolti in Vaticano.
Olao prescriveva la sua sepoltura vicina a suo fratello, presso l’altare di Santa Veronica nella Basilica di San Pietro.
Dichiarava di possedere una casa in Roma nel luogo detto Il Paradiso, di aver in Colonia ed in Anversa diverse casse di suoi libri da vendersi per suo conto, come ben sapevano i reverendi D. Groppero e D. Filippo Canabart.
Nel convento di Santa Brigida, oltre molti altri libri, aveva due torchi tipografici, presso i quali erano in corso di stampa le Rivelazioni di Santa Brigida.
Il prodotto della vendita dei suoi libri intendeva che dovesse andar a benefizio dei suoi due nipoti, studenti a Lovanio e in Liegi, i quali istituiva suoi eredi universali.
Indicava quali esecutori testamentari D. Giacomo Zimermann, cameriere papale, e D. Enrico Ziberto penitenziario apostolico, presenti ed accettanti. Erano purè presenti vari altri, quasi tutti stranieri, mentre Olao Magno, infermo, dettava le sue ultime volontà, che sottoscrissero quali legali testimoni.
E che sia morto subito dopo, ce lo prova l’inventario dei suoi beni, fatto il due di agosto ad istanza degli esecutori testamentari bonæ memoriæ R. P. d. Olai Magni gotti archiepiscopi Upsalensis.
L’inventario, compilato in lingua italiana, costituisce r ultimo dei nostri documenti. Vi troviamo molto denaro, gioie, spade, sigilli, una medaglia dell’Imperatore Massimiliano, le forme di stampa de historie gottiche, moltissimi libri, ancora slegati, scritture ed un anello di Iacobo Clefert, due torchi, cassette di caratteri tipografici e ogni occorrente per la stampa, cui egli stesso forse attendeva, e finalmente anche certi libri secreti artis archimiste, come meglio si potrà vedere dalla lettura di esso documento.
Mantova.
DOCUMENTI
I.
Acquisti di Olao Magno.
(Venerdì 5 Gennaio 1554). Magnificus d. Iohannes Petrus Cafarellus nobilis romanus aveva, a dì 26 aprile 1551, venduto al R.mo D. Olao Magno Archiepiscopo Upsalensi pro se, Magno et Olao suis nepotibus, una casa nella regione Pigna «a le botteghe scure» iuxta bona Laurentii scarpellini da due lati e dagli altri vie pubbliche, cum quodam arbore ante eam, pel prezzo di scudi 533 ⅓ col patto che il detto Arcivescovo e suoi nepoti potessero retrocedere la casa e riavere dal Cafarelli il detto prezzo ed inoltre essere sodisfatti dei miglioramenti che vi avessero fatto. Richiesto dall’arcivescovo e nipoti della restituzione del prezzo e dei miglioramenti ipse d. Io. Petrus, etiam quod forte ad id cogi et compelli non posset, tuttavia si conforma a tal patto e dichiarasi debitore del prezzo della casa e miglioramenti nella complessiva somma di scudi 100, che si obbliga di pagar loro entro il mese di novembre.
Conseguentemente l’arcivescovo restituisce la casa al Cafarelli che promette la fideiussione di suo genero Pompeo Gotifredo.
Actum Rome in edibus S. Brigide de Urbe solite residentie d. R.i Archiep. apud Plateam Farnesiam, presenti d. Sansone Anorexa Canonico Varmiensi et d. Wolfango Ponsero scholare Culmensis seu alterius diocesis, testibus.
(Venerdì 5 Gennajo 1554). Con istrumento del 3 marzo 1551 Gio. Pietro Cafarelli aveva venduto all’Arcivescovo di Upsala una casa nella reg.e di S. Eustacchio ivxta tabernam de Limbo nuncupatam con lo stesso patto di retrocessione e col presente atto le parti limitano tale facoltà infra biennium proxim futurum.
(11 Gennaio 1554). Fideiussione di Pompeo de Gottifredis civis romanus de regione Parionis.
(Archivio di Stato di Roma. Atti notarili. Notaio Reydettus, vol. 6164.)
II.
Testamento di Olao Magno.
Testamentum
Die Sabbati 31 Julii 1557.
Reverendissimus pater D. Olaus Magnus, archepiscopus Upsalensis, infirmus corpore, sanus tamen mente sensu et intellectu, cupiens de rebus suis sibi a deo collatis ordinem dare et previdere ut sapientem decet, ideo suum condidit et fecit testamentum nuncupativum quod etc. in modum sequentem.
In primis enim commendavit animam suam Deo optimo maxime et gloriose Virgini, et beate Brigide advocate sue et tote curie coelesti. Et si mori contingat Rome, jussit sepelliri in basilica principis Apostolorum de urbe juxta sepulturam bo : me : Jo. Magni sui fratris dum vixit etc. archepiscopi Upsalensis que est apud altare Veronice seu Vultus sancti. Cui ecclesie iure sepulture reliquit s. viginti duo auri in auro pro usu fabrice dicte basilice.
Dixit habere et possidere unam domum iam emptam per eum a D. Jo. Petro Cafarello pretio s. 500, sitam in urbe in loco qui dicitur il Paradlso, que solet locari quinquaginta quinque s. pro anno et nunc reperitur locata pro dieta pensione cuidam P.° Paulo macellario.
Item habere in Colonia et Antverpia certam quantitatem librorum valoris s. quadraginta auri in auro, qui fuerunt portati ex urbe ad dictas civitates ut venderentur, et sunt volumina nova Historiarum rerum gotticarum : quarum curam habere commisit quibusdam R. d. Jo : Groppero et ven. D. Philippe Canabart, et ipsi sunt desuper bene informati.
Item et in urbe et edibus hospitalis Sancte Brigide solite sue residentie quamplures libros habere : diversarum sortium et duo torcularia pro imprimendis libris, et iam cepit et fecit imprimere, et nunc sub turculare habere nonnulla volumina revelationum S. Brigide, et valoris in totum sunt libri cum torcularibus s. 600 auri in auro vel circa.
Item dixit habere huiusmodi credita exigenda videlicet a Bartolomeo Georgeviski perigrino herosolymitano nuncupato s. quinquaginta mutuata in plurimis partitis, et desuper facta scriptura privata inter eos, que est penes ipsum R. d. testatorem. Item in alia manibus s. viginti sex auri in auro eidem eidem (sic) mutuata per manum d. Petri de Lintris diebus proxime preteritis pro eis relaxati a carceribus quibus detinebatur in burgo, de quibus fuit facta obligatio per acta notarii burgi S. Patri de Urbe.
Item s. 170 auri in auro a quodam Jacobo Braxio de Alchena flandre, eidem in diuersis vicibus pro necessitatibus suis amicabiliter mutuata, de quibus apparet instrumentum rogatum manu d. Petri de Lyntris clerici leodiensis diebus proxime elapsis.
Item a quodam Petro Ginizerio mercatore antverpiensi seu alio forsan cognomino nuncupato ducatos viginti unum auri de camera prò totidem expositis pro illo.
Item a quodam Petro Pereto ravennati episcopo dum vixit N. ducatos sexaginta de camera alias mutuatos amicabiliter.
Item quedam alia credita diversarum summarum que apparere possunt per scripturas penes eum, ut asseruit, existentes.
Reliquit et legavit hospitalì sancte Brigide prefate domum prefatam ut sic et esse debeat imperpetuum dicti hospitalis et illius proprietatis et in recordationem et memoriam ipsius testatoris, ut oretur deus pro anima sua.
Reliquit et voluit et mandavit quod omnes et singuli eius libri et torcularia post obitum testatoris vendantur et illorum pretium convertatur in utilitatem et commodnm d. Magni Laurentii et Olai Laurentii suorum nepotum studentium Lovanij et Leodij respective.
In omnibus et singulis aliis suis rebus et bonis iuribus et actionibus quibuscumque ubilibet consistentibus instituit et fecit ac ore proprio nominavit heredes suos universales dictos d. Magnum Laurentium et Olaum Laurentium suos nepotes absentes tamquam presentes, me notario pro eis acceptante et stipulante.
Executores suos et huiusmodi sui testamenti et voluntatis reliquit et fecit, constituit et ordinavit R. d. Jacobum Zimermannum Canonicum Varmiensem et Camerarium S.mi D. N. pape Pauli pape quarti presentem e acceptantem et d. Henricum Zibertum clericum leodienseis diocesis, sacre theologie professorem, etiam S.mi D. N. pape et S.e Rom.e Eccl.e penitentiarium apostolicum, presentem et acceptantem simul et in solidum : cum facultatibus opportunis adita et non adita hereditate et cum facultatibus etiam exigendi huiusmodi et quelibet alia credita : et debita solvendi et alia faciendi quae fuerint necessaria et opportuna pro executione presentis sue voluntatis et testamenti : et habendi etiam curam nomine dictorum suorum nepotum quibus post mortem testatoris auctoritate apostolica est reservata administratio et gubernatio et usufructus dicti hospitalis sic vel alias, prout dixit apparere per breve apostolicum seu litteras apostolicas gubernatio et administratio dicti hospitalis S. Brigide suorum honorum, et cum clausula ad lites et cum facultate etiam substituendi et alia gerendi et faciendi que fuerint opportuna ut supra cum plena et libera administratione.
Servitoribus suis jussit satisfieri de eorum salario de servito et non satisfacto.
Et, hoc asseruit esse suum testamentum et voluntatem suam : quod et quam valere voluit juro testamenti, et si jure testamenii non valeret etc. cassans etc. super quibus etc.
Actum Rome in edibus Sancte Brigide apud palatium Farnesiorum. Presentibus fratre Thoma de Buccis fiorentino ordinis S. Saluatoris in monasterio Paradisi Florentie professo, cappellano in ecclesia S. Brigide predicte, d. Petro de Lintris clerico leodiensi, Petro Pesser clerico vladislaviensis diocesis, Philippo Arff clerico maguntine diocesis, Nicolao Jo : Petri clerico lincopensi, Nicolao Holms clerico lincopensi, cappellano in ecclesia beate Marie de anima nationis Theutonicorum de Urbe, et Henrico Huberti clerico leodiensis diocesis, testibus.
(Archivio di Stato di Roma. Atti Notarili. Notaio Reydettus. Voi. 6174).
III.
Inventario dei beni di Olao Magno.
Die secunda augusti 1557.
Inventarium rerum et honorum repertorum in edibus et stantiis habitationis bo : me : R. p. d. Olai Magni gotti Archiepiscopi Upsalensis factum ad instantiam R. d. Iacobi Zimmermanni canonici Wormiensis Camerarii S.mi dni nri pape et d. Henrici Ziberti peìiitentiarii S.mi dni nri pape executorum ex testamento dicti bo : me : archiepiscopi.
Et primo in una camera secunda ubi ipse archiepiscopus sedere solebat.
In quadam capsa prope fenestram:
Una veste longa di camelot leonata assai bona.
Un gippone de tabi pavonazo.
Un mantellet leonato da Vescovo.
Un scapucchio del medesimo.
Item un masso di carte dove erano dentro un nobile a la rosa et
dodeci ducati d’oro in oro.
Item doi annelli grossi da prelato uno con certe arme et l’altro
con uno zaphiro legato in oro.
Item una corona con dieci pater noster et una grossa et un signale
d’argento.
Item in una borsa una croce piccola quadra con certe pietre d’oro.
Item una colana con 4 annelli. da prelato con tre pietre verde et
un da sigillo.
Item dodeci medaglie piccole et 4 pesse d’argento in una altra borsa.
Item in uno altro masso di carta 3 pesse d’argento grosse con certe figure.
Item un scarthochia dove sonno dentro certe pesse di coralli.
Item in una altra borsa di corio otto ducati, un scudo di Francia,
et una medaglia de Maximiliano imperatore indorata, un anello
d’oro con l’arme del signor Jacobo Clefelte.
Item una capsula, una crocetta, et una pietra con uno imagine d’oro
et certe altre pietre de diverse colore.
Item in una carta un fasoletto.
In alia capsa adrieto a la porta a l’intrare;
Una veste de camelot vecchia.
Un mantellet di rassia vecchio.
Una cappa bandata di racchia veccliia con doi say.
Un sayo grande fodrato de rosso.
Item una sotana vecchia.
Item in alia capsa prope:
Una veste de camelot leonato vecchia.
Un mantellet del medesimo.
Un tabarro di panno vecchio.
Un mantello di panno negro.
Una veste grande fodrata vecchia.
Una sotana pavonazo usata.
Doi cochiari uno d’argento et l’altro di stagno.
Una tasca nella quale era un anello di vesco (sic) con il sigillo di detto vesco (sic).
Item molte candele di cera.
Item una cassetta con molti libri sligati.
Item dodeci cassette con forme di stampa de historie gottiche, ad
alto sopra.
Una tavola.
Item tre sedie di legno et una di corame.
Item un quadro di Cristo.
Item una tavola col suo tapeto verde et diverse letere et scritture.
In alia camera:
Una cassa piena di libri non ligati.
Item un’altra cassa dentro una cappotta.
Item certi paramenti di taffeta et de armesino de la chiesa di
S.ta Brigida.
Item un fasso di certi labori di S.ta Brigida.
Item un masso di seta incarnato.
Item un paro di guanti episcopali.
Item un masso de certe bagaglio de seta.
Item un altra cassa dove dentro erano certi stracchii vecchii.
Item una altra cassa dove sonno certe scritture di Jacobo Clefelte.
Item in alia capsa ferrata sonno trovati diversi linsoli et altre bagaglia.
Item in alia capsa 4 tapeti piccoli da fenestre et doi pessette de corame usate.
Item un paviglione di tela biancha.
Item una cassa dove sonno certe litere de stamparla.
Item una cassa voda.
Item doi matarassi et una coperta.
Item in detta camera diuersi massi de libri ligati et non ligati.
Item doi barile di terra.
Item una herchebusa con la rota.
Item una mitria episcopale.
Item una halebarda.
Item 3 spade.
Item una cassa piena de libri.
In prima camera :
Cinque casse piene de libri.
Un paro di capifocchi.
Item di sopra ad alto nella stamparla :
Duo torcularia ad usum stampandi.
3 cassette de letere da stampare et diverse altre cosse necessarie a la stampa.
Item in alia camera prope :
Le opere de la Revelatione de S.ta Brigida quale stanno a la stampa.
Item in camera famulorum:
Doi letti con doi mattarassi et 2 pare de linsoli et coperte.
Item in quadam Camera inferius obscura prope primam cameram fuerunt in ea reperti certi libri secreti artis archimiste.
Item in stala :
Una mula cum suis fornimentis.
Item una quantità di fieno.
Item superius in mensa dicti archiepiscopi :
Sigillum dicti R.mi d. archiepiscopi in argento.
Item unus cochiare d'argento.
Postea supradicti domini Jacobus et Henricus executores declaraverunt reperisse in tasca bone memorie dicti d. archiepiscopi scuta viginti duo auri in auro, quae dictus d. Henricus dixit et declaravit habuisse pro inpensis funeris et aliis necessariis in morte dicti archiepiscopi, Item ducatum unum hungaricum, Item unam monetam ad similitudinem medii ducati, Item duodecim julii monetae cum aliquot baiochis et quatrenis, Item ducatum unum portugallensem, Item florenum unum auri germanicum. Ex arca prope prope fenestram in camera secunda, in quodam saeculo coriacio reperta sunt scuta decem auri in tantis juliis, que etiam dictus d. Henricus dixit similiter habuisse ad effectum supradictum. Item in eadem capsa in quadam saccochia scuta ducenta quadraginta duo auri in auro. Item in alia borsa coriacea scuta centum auri in auro. Item in uno paruo lineo cosido ducati auri Camere nonaginta quinque et scuta centum quinquaginta novem auri in auro. Quas pecunias dictus d. Jacobus executor et camerarius dixit et declaravit habuisse et habere illasque tenere in depositum et in custodiam nomine heredum dicti bo : me : Archiepiscopi exceptis dictis s. 32 per eundem dominum henricum receptis prò impensis funerum de quibus pecuniis promisit dictis heredibus bonum computum reddere licet absentibus me notario etc. juravit tactis etc. super quibus etc.
Actum Rome in dicta domo, presentibus d. Philippe Herff clerico maguntine diocesis et Petro de Lintris clerico leodiensi, testibus.
- (Archivio e Atti cit.).