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LORENZO DE’ MEDICI
IL MAGNIFICO
OPERE
A CURA
DI
ATTILIO SIMIONI
VOLUME PRIMO
BARI
GIUS. LATERZA & FIGLI
TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI
1913
Indice
- VOLUME PRIMO
- Frontespizio
- I. Epistola a don Federico d’Aragona
- II. Comento del magnifico Lorenzo de’ Medici sopra alcuni de’ suoi sonetti
- III. Rime
- I. [Amore ispiri alla sua donna compassione di lui.]
- II. [S’invaghí della sua donna in primavera.]
- III. [«Ben guardi ogn’uom pria che sia mosso».]
- IV. Sonetto fatto per una donna che era ita in villa.
- V. [Privo della vista della sua donna, ha perduto ogni bene.]
- VI. [Felice la terra ove dimora la sua donna.]
- VII. [La sua donna agli altri dá pace, a lui guerra.]
- VIII. [«Colui alfin vince, che la dura».]
- IX. [Per una statua della sua donna.]
- X. [Per un ritratto della sua donna.]
- XI. Sonetto fatto a Reggio, tornando io da Milano, dove trovai novelle che una donna aveva male.
- XII. [«Spesso si perde ove s’acquista».]
- XIII. [Privo della sua donna, non può vivere.]
- XIV. [«Lieve cosa è mutar il lieto in orrido».]
- XV. [Vive in perpetua contradizione con se medesimo.]
- XVI. [Morrebbe per lei con gioia.]
- Sestina I. [Privo di speranze in Amore, aspetta la morte.]
- Canzone I. [Ben conosce che Amore lo ha fatto schiavo; ma non sa né vuole liberarsi dalle sue catene.]
- XVII. [La sua vita, avanti lieta, Amore ha fatta simile alla morte.]
- XVIII. [Combattono in lui Amore e Fortuna: né sa chi dalla lotta uscirá vincitore.]
- XIX. [Anche il sole resta stupefatto nell’ammirare la bellezza della sua donna.]
- XX. [Il sole splende piú fulgido, temendo non sia superato dal chiarore degli occhi della sua donna.]
- XXI. [Sua sola censolazione è che Amore, quanto gli ha fatto, ha fatto a torto.]
- XXII. Sonetto fatto per un certo caso che ogni dí si mostrava in mille modi.
- XXIII. [Mancando la speranza, cresce il dolore ed è desiderabile la morte.]
- XXIV. [Seguirá il suo triste fato, tranne che la sua donna o morte non gli facciano volgere cammino.]
- XXV. [Non sa, di Amore, Fortuna e Speranza, qual egli sia maggior nemico.]
- XXVI. [È attratto dai vezzi della sua donna, come l’uccelletto dal visco.]
- XXVII. [«Ah quanto poco al mondo ogni ben dura»!]
- Canzone II. [Meglio morte che star lontano da lei: pure è lieto sentendo che il suo esilio le dispiaccia.]
- XXVIII. [Il ricordo del passato contento raddoppia il dolore.]
- Sestina II. [«Al tutto ho in odio e fuggo libertate».]
- XXIX. [Il solo aspetto del volto sereno della sua donna volge in dolcezza le antiche pene.]
- XXX. [Perché l’anima trema e paventa quando si appressa il tempo di conseguir mercede?]
- XXXI. [«Folle è tua speme».]
- XXXII. Sonetto fatto per un amico.
- XXXIII. [Meglio è non conoscere le dolcezze d’Amore, che esserne poi del tutto privato.]
- XXXIV. [Lo abbandonano anche i dolci pensieri d’Amore.]
- XXXV. Sonetto fatto a piè d’una tavoletta dove era ritratta una donna.
- Canzone III. Canzona fatta sendo malata una donna.
- XXXVI. Sonetto fatto andando in Maremma lungo la marina.
- XXXVII. Sonetto fatto per un sogno.
- XXXVIII. [Vana visione della pietá della sua donna.]
- XXXIX. [«Vivo sol per brama di morire».]
- XL. [Si diparte suo malgrado dai dolci pensieri d’Amore.]
- XLI. [«Vòlto è il dolce in amaro».]
- Sestina III. [Triste coscienza del suo stato amoroso.]
- XLII. [Solo la Morte sta ferma nella caducitá delle cose umane.]
- Canzone IV. [Le incertezze dell’amore e della vita.]
- XLIII. [Il tempo fugge e vola.]
- XLIV. [Vana speranza di sfuggire ai tormenti d’Amore.]
- XLV. [Si rinnovano nel petto a quando a quando le fiamme d’amore.]
- XLVI. [«Al suo degno amore il Ciel mi tira».]
- XLVII. Sonetto fatto in sul Rimaggio.
- XLVIII. Sonetto fatto di Rimaggio a certi che vi s’erono trovati a far festa.
- Canzone V. [Il poeta lascia la via trista dell’amore e dá a miglior vento le sue vele.]
- XLIX. Sonetto fatto per un amico innamorato di nuovo, che lo mandò alla dama.
- L. Sonetto fatto al duca di Calavria in nome di una donna.
- LI. Sonetto fatto per alcuni poeticuli che dicevano Bartolomeo Coglioni dovea far gran cose che infine si risolverono in fumo.
- LII. Sonetto fatto per il duca di Calavria, quando la S. andò al Bagno.
- LIII. [Le lusinghe dell’amore antico.]
- LIV. A Feo Belcari.
- Sestina IV. [Invano cerca d’obliare tra le bellezze della Natura la fiamma antica.]
- Sestina V. [Amore e Fortuna saettano il poeta.]
- Canzone VI. Canzona fatta per Lauretta, donna di P. F.
- LV. [Amore brilla negli occhi della sua donna.]
- LVI. [«Deh! torna a riveder quel bel sembiante».]
- LVII. Sonetto fatto a Volterra.
- LVIII. [Amore ritorna sovrano nell’afflitto cuore.]
- LIX. [«Amor, in quanti modi il cor ripigli!».]
- LX. [Potenza infinita d’Amore.]
- LXI. [Il pallore del volto che ama.]
- LXII. [Vicino tormento, lontano desio.]
- LXIII. Sonetto fatto a Napoli.
- LXIV. [«Amor sol quei c’han gentilezza e fede fa forti a rimirar l’alta bellezza».]
- LXV. [Convegno notturno.]
- LXVI. Sonetto fatto ex tempore, ad saxum in lucu repertum.
- LXVII. [Gl’inganni d’Amore.]
- LXVIII. [Amore fuga il pensiero della morte.]
- LXIX. [Dolce è il pianto, «poi che i belli occhi pianger vid’io sí largo e forte».]
- LXX. [Amore converte ogni pensiero nel pensiero di lei.]
- LXXI. [«Rimembrando il primo tempo».]
- LXXII. [A un fiore destinato alla sua donna.]
- LXXIII. [La leggenda delle rose rosse.]
- LXXIV. [Sogno lusingatore.]
- LXXV. [«Levommi il mio pensiero...».]
- LXXVI. [Il miracolo delle viole.]
- LXXVII. [«L’impresa omai è tarda e l’opra vana».]
- LXXVIII. [Il triste fato d’Amore.]
- LXXIX. [Il suo cuore sospira nel bel petto della sua donna.]
- LXXX. [Anche gli occhi vorrebbero seguire la via del cuore e girsene a lei.]
- LXXXI. [«Sempre vive Amore».]
- LXXXII. [Invano chiede al bel fiume notizie della sua donna lontana.]
- LXXXIII. [Alla violetta donatagli dalla sua donna.]
- LXXXIV. [Effetti dello sguardo amoroso.]
- LXXXV. [I sospiri d’Amore.]
- LXXXVI. [La sua donna trionfa su Amore, sulle Grazie e sulle virtú.]
- LXXXVII. [Nuovi ingegni d’Amore.]
- LXXXVIII. [Dolci miracoli.]
- LXXXIX. [«Sí bella è la mia donna».]
- XC. [Il pianto della sua donna ha reso pietoso anche Amore.]
- XCI. [Le lacrime.]
- XCII. [Dolci inganni d’Amore.]
- XCIII. [«Amor novi sospir dal mio cor move».]
- XCIV. [I lunghi giorni degli affanni amorosi.]
- XCV. [Fallaci speranze ed eterni tormenti.]
- XCVI. [Amore difenda i suoi occhi contro l’altèro sguardo della sua donna.]
- XCVII. [Gli occhi.]
- XCVIII. [Un dubbio d’Amore.]
- XCIX. [Dura memoria degli affanni d’Amore.]
- C. [A Paolo Cortese.]
- CI. [Invoca la sua donna ne’ luoghi giá da lei allietati con la sua presenza.]
- CII. [Non sa vivere lontano dal suo bene.]
- CIII. [Lontano dagli occhi di lei, ricorda tristamente il suo cammino amoroso.]
- CIV. [Al poeta, contento de’ suoi tormenti, piace la servitú d’Amore.]
- CV. [Poca gloria ha Amore, se ha acceso l’ésca di tanto foco.]
- Canzone VII. [Il core, vinto dagli occhi della sua donna, attende morte o guiderdone alle sue pene.]
- Canzone VIII. Canzona fatta trovandomi un dí dove erono certe donne, non senza mio pericolo.
- Ballata [I pensieri d’Amore.]
- CVI. [Nuova ferita d’Amore.]
- CVII. [«Gran fiamma in un tratto non si spegne».]
- CVIII. [Potenza dello sguardo della sua donna.]
- IV. Selve d’Amore
- V. Ambra
- VI. Egloghe
- Indice
- VOLUME SECONDO
- VII. Capitoli
- VIII. Amori di Venere e Marte
- IX. La caccia col falcone
- X. Altercazione
- I. [In cui si disputa della felicitá secondo la dottrina di Platone.]
- II. [Marsilio Ficino spiega agli altercanti in che consista la vera felicitá.]
- III. [De’ beni naturali, cioè corporali.]
- IV. [La beatitudine è la contemplazione che fa l’anima separata dal corpo non circa gli angioli, ma circa Dio; e piú per la volontá che con l’intelletto.]
- V. [La felicitá consiste nel fruire Dio per volontá.]
- VI. [Orazione a Dio.]
- XI. La rappresentazione di san Giovanni e Paolo
- XII. Rime spirituali
- XIII. La Nencia di Barberino
- XIV. Simposio ovvero i beoni
- XV. Canzoni a ballo
- I. Amor, c’hai visto ciascun mio pensiero
- II. Donna, vano è il pensier che mai non crede
- III. Benché io rida, balli e canti
- IV. Non mi dolgo di te, né di me stessi
- V. Vivo contento e stommi lieto in pace
- VI. Con tuo promesse e tuo false parole
- VII. Prenda pietá ciascun della mia doglia
- VIII. So con altri ti diletti
- IX. Chi tempo aspetta, assai tempo si strugge
- X. Io priego Iddio che tutti i ma’ parlanti
- XI. Crudel Fortuna, a che condotto m’hai?
- XII. Amor, poich’io lasciai tuo gentil regno
- XIII. Ècci egli alcuna in questa compagnia
- XIV. Amor, se vuoi tornar drento al mio core
- XV. Non so che altro paradiso sia
- XVI. Donne belle, io ho cercato
- XVII. Io non so qual maggior dispetto sia
- XVIII. Chi non è innamorato
- XIX. Come poss’io cantar con lieto core
- XX. Io ho d’amar dolcezza il mio cor pieno
- XXI. Io non mi vo’ scusar s’io seguo Amore
- XXII. Tiemmi, Amor, sempre mai stretto e serrato
- XXIII. In mezzo d’una valle è un boschetto
- XXIV. E’ convien ti dica il vero
- XXV. Una donna avea disire
- XXVI. Ragionavasi di sodo
- XXVII. Figlia mia, per me non resta
- XXVIII. Io son suta consigliata
- XXIX. E’ non c’è niun piú bel giuoco
- XXX. Tra Empoli e Pontolmo in quelle grotte
- XXXI. [La confessione.]
- XXXII. Le sette allegrezze d’amore.
- XVI. Canti carnascialeschi
- XVII. Rime varie o di dubbia autenticitá
- Nota
- Indice dei capoversi
- Indice
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