< Opere (Lorenzo de' Medici)
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VI. Egloghe - II. Apollo e Pan Frontespizio II.

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I. Epistola a don Federico d’Aragona  pag.  1 

II. Comento del magnifico Lorenzo de’ Medici sopra alcuni de’ suoi sonetti 

»      9 
III. Rime:   
i. Amore ispiri alla sua donna compassione di lui  »  145 
ii. S’invaghí della sua donna in primavera  »  146 
iii. Ben guardi ogn’uom pria che sia mosso  »    ivi 
iv. Sonetto fatto per una donna che era ita in villa  »  147 
v. Privo della vista della sua donna, ha perduto ogni bene  »    ivi 
vi. Privo della vista della sua donna, ha perduto ogni bene  »  148 
vii. La sua donna agli altri dá pace, a lui guerra  »    ivi 
viii. Colui alfin vince, che la dura  »  149 
ix. Per una statua della sua donna  »    ivi 
x. Per un ritratto della sua donna  »  150 
xi. Sonetto fatto a Reggio, tornando io da Milano, dove trovai novelle che una donna aveva male  »    ivi 
xii. Spesso si perde ove s’acquista  »  151 
xiii. Privo della sua donna, non può vivere  »    ivi 
xiv. Lieve cosa è mutar il lieto in orrido  »  152 
xv. Vive in perpetua contradizione con se medesimo  »    ivi 
xvi. Morrebbe per lei con gioia  »  153 
Sestina I — Privo di speranze in Amore, aspetta la morte  »  154 
Canzone I — Ben conosce che Amore lo ha fatto schiavo; ma non sa né vuole liberarsi dalle sue catene  »  156 
xvii. La sua vita, avanti lieta, Amore ha fatta simile alla morte  »  159 
xviii. Combattono in lui Amore e Fortuna: né sa chi dalla lotta uscirá vincitore  »    ivi 
xix. Anche il sole resta stupefatto nell’ammirare la bellezza della sua donna  pag. 160 
xx. Il sole splende piú fulgido, temendo non sia superato dal chiarore degli occhi della sua donna  »    ivi 
xxi. Sua sola censolazione è che Amore, quanto gli ha fatto, ha fatto a torto  »  161 
xxii. Sonetto fatto per un certo caso che ogni dí si mostrava in mille modi  »    ivi 
xxiii. Mancando la speranza, cresce il dolore ed è desiderabile la morte  »  162 
xxiv. Seguirá il suo triste fato, tranne che la sua donna o morte non gli facciano volgere cammino  »    ivi 
xxv. Non sa, di Amore, Fortuna e Speranza, quale gli sia maggior nemico  »  163 
xxvi. È attratto dai vezzi della sua donna, come l’uccelletto dal visco  »    ivi 
xxvii. Ah quanto poco al mondo ogni ben dura!  »  164 
Canzone II. — Meglio morte che star lontano da lei: pure è lieto sentendo che il suo esilio le dispiaccia  »  165 
xxviii. Il ricordo del passato contento raddoppia il dolore  »  167 
Sestina II — Al tutto ho in odio e fuggo libertate  »  168 
xxix. Il solo aspetto del volto sereno della sua donna volge in dolcezza le antiche pene  »  170 
xxx. Perché l’anima trema e paventa quando si appressa il tempo di conseguir mercede?  »    ivi 
xxxi. Folle è tua speme  »  171 
xxxii. Sonetto fatto per un amico  »    ivi 
xxxiii. Meglio è non conoscere le dolcezze d’Amore, che esserne poi del tutto privato  »  172 
xxxiv. Lo abbandonano anche i dolci pensieri d’Amore  »    ivi 
xxxv. Sonetto fatto a piè d’una tavoletta dove era ritratta una donna  »  173 
Canzone III. — Canzona fatta sendo malata una donna  »  174 
xxxvi. Sonetto fatto andando in Maremma lungo la marina  »  178 
xxxvii. Sonetto fatto per un sogno  »    ivi 
xxxviii. Vana visione della pietá della sua donna  »  179 
xxxix. Vivo sol per brama di morire  »    ivi 
xl. Si diparte suo malgrado dai dolci pensieri d’Amore  »  180 
xli. Vòlto è il dolce in amaro  »    ivi 
Sestina III. — Triste coscienza del suo stato amoroso  »  181 
xlii. Solo la morte sta ferma nella caducitá delle cose umane  »  183 
Canzone IV. — Le incertezze dell’amore e della vita  »  184 
xliii. Il tempo fugge e vola  »  187 
xliv. Vana speranza di sfuggire ai tormenti d’Amore  »    ivi 
xlv. Si rinnovano nel petto a quando a quando le fiamme d’amore  pag. 188 
xlvi. Al suo degno amore il Ciel mi tira  »    ivi 
xlvii. Sonetto fatto in sul Rimaggio  »  189 
xlviii. Sonetto fatto di Rimaggio a certi che vi s’erono trovati a far festa  »    ivi 
Canzone V. — Il poeta lascia la via trista dell’amore e dá a miglior vento le sue vele  »  190 
xlix. Sonetto fatto per un amico innamorato di nuovo, che lo mandò alla dama  »  193 
l. Sonetto fatto al duca di Calavria in nome di una dama  »    ivi 
li. Sonetto fatto per alcuni poeticuli, che dicevano Bartolomeo Coglioni dovea far gran cose che infine si risolverono in fumo  »  194 
lii. Sonetto fatto per il duca di Calavria, quando la S. andò al Bagno  »    ivi 
liii. Le lusinghe dell’amore antico  »  195 
liv. A Feo Belcari  »    ivi 
Sestina IV. — Invano cerca d’obliare tra le bellezze della Natura la fiamma antica  »  196 
Sestina V. — Amore e Fortuna saettano il poeta  »  198 
Canzone VI. — Canzona fatta per Lauretta, donna di P. F.  »  200 
lv. Amore brilla negli occhi della sua donna  »  203 
lvi. Deh! torna a riveder quel bel sembiante  »    ivi 
lvii. Sonetto fatto a Volterra  »  204 
lviii. Amore ritorna sovrano nell’afflitto cuore  »    ivi 
lix. Amor, in quanti modi il cor ripigli  »  205 
lx. Potenza infinita d’Amore  »    ivi 
lxi. Il pallore del volto che ama  »  206 
lxii. Vicino tormento, lontano desio  »    ivi 
lxiii. Sonetto fatto a Napoli  »  207 
lxiv. Amor sol quei c’han gentilezza e fede fa forti a rimirar l’alta bellezza  »    ivi 
lxv. Convegno notturno  »  208 
lxvi. Sonetto fatto ex tempore, ad saxum in lucu repertum  »    ivi 
lxvii. Gl’inganni d’Amore  »  209 
lxviii. Amore fuga il pensiero della morte  »    ivi 
lxix. Dolce è il pianto, poi che i belli occhi pianger vid’io sí largo e forte  »  210 
lxx. Amore converte ogni pensiero nel pensiero di lei  »    ivi 
lxxi. Rimembrando il primo tempo  »  211 
lxxii. A un fiore destinato alla sua donna  »    ivi 
lxxiii. La leggenda delle rose rosse  »  212 
lxxiv. Sogno lusingatore  pag. 212 
lxxv. «Levommi il mio pensiero»  »  213 
lxxvi. Il miracolo delle viole  »    ivi 
lxxvii. L’impresa omai è tarda e l’opra vana  »  214 
lxxviii. Il triste fato d’Amore  »    ivi 
lxxix. Il suo cuore sospira nel bel petto della sua donna  »  215 
lxxx. Anche gli occhi vorrebbero seguire la via del cuore e girsene a lei  »    ivi 
lxxxi. Sempre vive Amore  »  216 
lxxxii. Invano chiede al bel fiume notizie della sua donna lontana  »    ivi 
lxxxiii. Alla violetta donatagli dalla sua donna  »  217 
lxxxiv. Effetti dello sguardo amoroso  »    ivi 
lxxxv. I sospiri d’Amore  »  218 
lxxxvi. La sua donna trionfa su Amore, sulle Grazie e sulle Virtú  »    ivi 
lxxxvii. Nuovi ingegni d’Amore  »  219 
lxxxviii. Dolci miracoli  »    ivi 
lxxxix. Sí bella è la mia donna  »  220 
xc. Il pianto della sua donna ha reso pietoso anche Amore  »    ivi 
xci. Le lacrime  »  221 
xcii. Dolci inganni d’Amore  »    ivi 
xciii. Amor novi sospir dal mio cor move  »  222 
xciv. I lunghi giorni degli affanni amorosi  »    ivi 
xcv. Fallaci speranze ed eterni tormenti  »  223 
xcvi. Amore difenda i suoi occhi contro l’altèro sguardo della sua donna  »    ivi 
xcvii. Gli occhi  »  224 
xcviii. Un dubbio d’Amore  »    ivi 
xcix. Dura memoria degli affanni d’Amore  »  225 
c. A Paolo Cortese  »    ivi 
ci. Invoca la sua donna ne’ luoghi giá da lei allietati con la sua presenza  »  226 
cii. Non sa vivere lontano dal suo bene  »    ivi 
ciii. Lontano dagli occhi di lei, ricorda tristamente il suo cammino amoroso  »  227 
civ. Al poeta, contento de’ suoi tormenti, piace la servitú d’Amore  »    ivi 
cv. Poca gloria ha Amore, se ha acceso l’ésca di tanto foco  »  228 
Canzone VII. — Il core, vinto dagli occhi della sua donna, attende morte o guiderdone alle sue pene  »    ivi 
Canzone VIII. — Canzona fatta trovandomi un dí dove erono certe donne, non senza mio pericolo  »  232 
Ballata. — I pensieri d’Amore  pag. 235 
cvi. Nuova ferita d’Amore  »  238 
cvii. Gran fiamma in un tratto non si spegne  »    ivi 
cviii. Potenza dello sguardo della sua donna  »  239 
IV. Selve d’AmoreStanze  
Selva prima  »  243 
Selva seconda  »  253 
V. AmbraPoemetto  »  289 
VI. Egloghe:   
i. Corinto  »  308 
ii. Apollo e Pan  »  314 



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