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Atto secondo

Scena prima
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Una sala terrena nel Castello.

Una invetriata la divide da un grande giardino. Un verone.

Jago al di qua del verone. Cassio al di là.

JAGO
al di qua del verone, a Cassio
Non ti crucciar. Se credi a me, tra poco
farai ritorno ai folleggianti amori
di Monna Bianca, altiero capitano,
coll’elsa d’oro e col balteo fregiato.
CASSIO
al di là del verone
Non lusingarmi...
JAGO
Attendi a ciò ch’io dico.
Tu dêi saper che Desdemona è il Duce
del nostro Duce, sol per essa ei vive.
Pregala tu, quell’anima cortese
per te interceda e il tuo perdono è certo.
CASSIO
Ma come favellarle?
JAGO
è suo costume
girsene a meriggiar fra quelle fronde
colla consorte mia. Quivi l’aspetta.
Or t’è aperta la via di salvazione.
Vanne.

Cassio s’allontana

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